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sabato 30 marzo 2013

Guidava sotto l'influenza di stupefacenti cagliese denunciato

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Guidava sotto l'influenza di stupefacenti cagliese denunciato


Un 34enne di Cagli è stato denunciato dai carabinieri della compagnia di Gubbio. L'uomo, a detta dei militari, guidava sotto l'influenza di sostanze stupefacenti.
I carabinieri lo hanno fermato durante normali controlli della circolazione stradale e lo hanno denunciato alla prefettura di Perugia e alla Procura della Repubblica.






Striscioni e preghiere sotto l'ospedale

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Striscioni e preghiere sotto l'ospedale
Come da tradizione, il carro con il Cristo morto si è fermato sotto l'ospedale. Per salutare e pregare assieme ai malati e a chi, ogni giorno compresi questi di festa, se ne prende cura.


Quest'anno, forse, quella preghiera era un po' diversa. Recitata con un desiderio in più nel cuore: poter tornare ogni anno sotto a un ospedale e non sotto a un poliambulatorio. Perché è a poco più di questo che la giunta regionale delle Marche vorrebbe ridurre l'ospedale Celli, che serve un territorio troppo vasto per essere abbandonato.


Un territorio che ha smesso di credere alle rassicurazioni dell'assessore alla Sanità Mezzolani (del quale ha chiesto le dimissioni con un documento votato all'unanimità dal consiglio della comunità montana del Catria e Nerone) e che ha deciso di passare ai fatti.


Due striscioni per l'ospedale e contro Spacca sono stati appesi sulla piazza davanti all'ospedale prima che passasse la processione del Cristo morto ieri sera, Venerdì santo.


E uno striscione, dietro l'ospedale, sulla Flaminia, è comparso oggi: "L'ospedale come le vostre poltrone, intoccabile", è il messaggio lanciato da alcuni cagliesi. Dipendenti dell'ospedale, volontari della associazioni, politici locali e tanti liberi cittadini dietro una battaglia che vede, come quasi mai accade, impegnati tanti giovanissimi. Decisi a difendere un ospedale che non hanno conosciuto ai tempi d'oro, quelli dei tanti reparti e delle operazioni all'avanguardia, ma che non vogliono neppure abituarsi a ricordare come la Casa della Salute, quella con i medici di famiglia, il punto prelievi e l'ambulanza.








L'anagramma dell'ora legale, stanotte lancette avanti di 60 minuti






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L'anagramma dell'ora legale, stanotte lancette avanti di 60 minuti

Non poteva che balenare nella mente dell’inventore del parafulmine l’idea dell’ora legale. Era il 1784 quando ‘Beniamino’ Franklin la rese pubblica dalle colonne d’un quotidiano francese trovando scarso seguito, per la verità. Le cose andarono meglio 32 anni dopo al costruttore inglese William Willet, ‘Will Will’ per gli amici, per via del risparmio energetico resosi necessario dagli sprechi della Prima guerra mondiale. E fu così che la Camera dei Comuni diede il ‘via libera’ al British Summer Time che comportava l’avanzamento di un’ora delle lancette dell’orologio per il solo periodo estivo. In Italia l'ora legale fu adottata nel 1916 e rimase in uso fino al 1920. Tra il ‘40 e il ‘48 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa del periodo bellico. Venne poi riapplicata nel ‘66 per la durata di quattro mesi e quindi estesa a sei nel 1981. L’ulteriore e definitivo prolungamento a sette mesi in conformità al resto d’Europa risale al 1996. Sono le 2 solari l’ora antelucana nella quale i carabinieri delle barzellette rimettono la sveglia per aprire gli occhi e compiere puntualmente l’operazione di far progredire d’un giro completo la freccetta dei minuti. Per il famoso principio del ‘nulla si crea e nulla si distrugge’, l'ora legale non può aumentare le ore di luce disponibili, ma soltanto permetterne un maggiore sfruttamento. Ora legale sì, ora legale no, a ricondurre i detrattori sull’identico binario degli estimatori, ci pensa l’anagramma; il quale, riposizionando correttamente vocali e consonanti di ‘ora legale’ in ‘è la regola’, avverte anche come si tratti di norma talmente ferrea da non ammettere eccezioni.





C Regionale: il Pontevecchio si gode il quinto posto

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C Regionale: il Pontevecchio si gode il quinto posto

BASKET PONTEVECCHIO - PALL. CAGLI 73-58
PONTEVECCHIO: Capponi 13, Alunni 16, Anastasi 3, Rombi, Burini, Tonzani 22, Gionangeli, Scorsoni 11, Rufini 4, Fiorini 4. All. Agostinelli
CAGLI: Barzotti 7, Fumelli 2, Bendelli 11, Pieri 9, Conti 16, Mensà 2, Brozzi , Lepri 8, Tassi 3, Rosa. All. Rinolfi
PARZIALI: 26-19, 10-14, 20-14, 17-11.
Pesante successo della Ponte Vecchio contro Cagli che, complice la sconfitta di Assisi dopo un overtime a Pesaro, vale il quinto posto.
Nonostante la partenza del bomber Beltramini Cagli si conferma squadra ostica e coriacea, mai doma e sempre combattiva, avendo fatto sudare alla Ponte Vecchio le proverbiali sette camicie, almeno nei primi trenta minuti.
L’inizio è un soliloquio ponteggiano che vede Alunni mettere a segno due triple e Scorsoni segnare con continuità dalla media distanza. Il 15-6 dei primi minuti sembrerebbe presagire una serata tranquilla per la Grifo Latte Prontogreen, che deve ben presto fare i conti col rientro cagliese, propiziato dalle scorribande di Conti e dalla fisicità dei propri lunghi nel pitturato. L’ingresso in campo di un Lepri decisamente solido ed efficace sotto canestro porta equilibrio e conferme all’attacco marchigiano, che si tramuta in tenuta difensiva sugli esterni avversari, spesso fuori giri quando coach Rinfolfi ordina di tagliare i blocchi e di mandare il palleggiatore sul fondo. La partita si scalda e gli ospiti acquisiscono l’inerzia della partita, sembrerebbero poter addirittura superare gli avversari sul finire del secondo quarto quando un paio di iniziative personali di Capponi e Scorsoni consentono ai rossoverdi di chiudere sul più tre.
L’inizio del terzo periodo sembrerebbe presentare lo stesso tema tattico, con Pieri a rendersi pericoloso a rimbalzo d’attacco sfruttando i propri centimetri quando viene schierato da numero tre. La partita cambia nel momento in cui la Ponte decide di intasare con maggiore concretezza ed attenzione l’area. Privati delle soluzioni in post basso e degli spazi da attaccare in penetrazione gli uomini di Rinolfi perdono qualche punto di riferimento offensivo, mentre sull’altra metà campo due canestri tanto difficili quanto importanti di Alunni portano il vantaggio dei padroni di casa ad aggirarsi sulla doppia cifra.
Cagli non demorde e ci prova con la zona 3-2 prima e con la box-1 poi, ma deve fare i conti con la fatica e con una difesa avversaria sempre più chiusa. Sale poi in cattedra un ottimo Tonzani, preciso e puntuale nelle chiusure ed efficace sotto canestro sia sugli scarichi che a rimbalzo d’attacco: saranno 22 a fine partita i punti messi a referto.
Il vantaggio locale arriva a sfiorare i venti punti, mantenendosi pressappoco costante da metà quarto periodo fino alla sirena finale.


venerdì 29 marzo 2013

"Risposte subito o invadiamo il consiglio regionale"

 
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"Risposte subito o invadiamo il consiglio regionale"
C'è rabbia. Ma c'è più che altro tanta delusione nelle parole dei sindaci della comunità montana del Catria e Nerone (mancavano Mochi per Piobbico e Panico per Cantiano) riuniti ieri in un lungo consiglio comunitario. Che ben presto è diventata un'assemblea aperta a chi manifestava per salvare l'ospedale Celli e che è servita per votare un documento unitario, pur se di un piccolo territorio.
"Non ci sentiamo lontani dai cittadini" è stata la premessa del presidente Massimo Ciabocchi che ha aggiunto: "continueremo a chiedere impegno alla Regione per chi ancora continua a scommettere su questo territorio. Non è ammissibile che si dia uno schiaffo a questi cittadini, usando atti di indirizzo non condivisi".
Spiegando che, se sacrifici si devono fare, che si facciano con criterio, visto che gli indici (posti letto per mille abitanti) sono squilibrati tra le province e quella di Pesaro e Urbino è quella con l'indice più basso.


Per questo trattamento non equo, ma anche per il metodo e le procedure utilizzate dalla giunta regionale nei confronti di cittadini e istituzioni locali, il consiglio comunitario, all'unanimità, ha votato un documento con il quale non solo respinge la proposta della Regione che fa diventare l'ospedale di Cagli Casa della Salute, ma chiede, tra l'altro, un riequilibrio dei posti letto, punti di intervento H24 e la diagnostica per immagini dove ci sono strutture ospedaliere, posti letto per medicina e lungodegenza.


In sostanza i comuni del territorio, delusi e amareggiati, vogliono di più di quanto gli era stato promesso da una giunta regionale della quale si fidavano. "Chiediamo la tempestiva apertura di un tavolo di confronto con gli enti locali" e gli amministratori si impegnano, inoltre, a "opporsi in ogni sede a decisioni contrastanti" con questo documento. Nel quale precisano: "Qualora le nostre richieste non fossero accolte, pretendiamo che la giunta regionale presenti le proprie dimissioni".


"Il problema di metodo c'è ed è serio - aggiunge il sindaco di Cagli Patrizio Catena -. Ma questo indirizzo non è ancora un atto ufficiale, quindi è impossibile ricorrere". E ammette l'errore: "Mi sono fidato di persone che sono state poco oneste con me. Per questo, per quanto mi riguarda, si ricomincia dai 30 posti letto post-acuzie e lungodegenza certi e si ricomincia a ragionare sugli acuti. Niente di meno".
"A me dispiace per questa situazione - ha aggiunto il sindaco di Apecchio Orazio Ioni - ma pensate che ad Apecchio è così da sempre. Noi dobbiamo fare 70 o 90 Km ogni volta che abbiamo bisogno di un ospedale. Ne avremmo uno, quello di Città di Castello, che è a 25 Km, ma è in un'altra regione". Dimostrando che il territorio è già allo stremo e, non c'è spending review che tenga, chiedere di più è disumano.
Ma una possibilità la Comunità montana, al "suo" partito (sono Pd la maggior parte dei sindaci e il presidente) la vuole dare: attenderanno segni fino all'11 aprile, data del prossimo consiglio regionale. Se niente cambierà, i sindaci, consiglieri provinciali e regionali e cittadini del territorio sono pronti a invadere il consiglio.
"Io sarò con voi" ha detto Ciabocchi invitando i sindaci a portare il documento approvato in tutti i tavoli istituzionali, per aprire quella discussione costruttiva che finora è mancata, "se è possibile, altrimenti alziamo le barricate".
Almeno per ora, questo territorio ha l'appoggio di parte dei consiglieri regionali, ai quali Spacca ha lasciato intendere, neppure troppo velatamente, che o si vota il Piano così com'è o si va tutti a casa. Una minaccia che fa sorridere, visto che da ogni parte si chiedono già le dimissioni di questa giunta.


Traversini, oltre ad autosospendersi, ha presentato un'interrogazione per capire come mai l'ospedale di Cagli sia stato escluso tra quelli da "tutelare", visto che ha i requisiti richiesti. E ai cittadini ha precisato: "L'atto deve passare attraverso la Commissione sanità per un parere. La giunta sta provando a evitare questo passaggio, ma il consiglio ha già minacciato ricorso". Meglio il commissariamento e meglio andare tutti a casa, la risposta che arriva da più parti di una regione che ha al nord il suo Mezzogiorno.




Tagli alla sanità, Foschi e Baldelli (Pdl): "Spacca e la sua giunta si dimettano"

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Tagli alla sanità, Foschi e Baldelli (Pdl): "Spacca e la sua giunta si dimettano"

"A casa Spacca e la sua giunta". Non usano mezzi termini Elisabetta Foschi, consigliere regionale Pdl, e Antonio Baldelli, capogruppo provinciale Pdl, che stamattina in conferenza stampa hanno chiesto pubblicamente le dimissioni del governatore Gian Mario Spacca.
Inaccettabile per i due esponenti politici le disposizioni del Piano sanitario regionale, che prevedono il ridimensionamento degli ospedali di Cagli e Fossombrone. Le strutture, assieme ad altre 11 nella nostra regione, dovrebbero essere convertite in case della salute, con un forte ridimensionamento dei posti letto, la probabile chiusura del punto di primo intervento e della lungodegenza. Il tutto permetterebbe all'ente un risparmio di 188 milioni di euro. "I tagli sono difficili - ha detto pochi giorni fa l'assessore alla Sanità Almerino Mezzolani - ma ce li impone la spending review".

L'opposizione in consiglio provinciale e regionale alla riforma è forte, soprattutto perché la nostra provincia ne esce particolarmente penalizzata. Lo fa notare la Foschi, cifre alla mano: "A livello nazionale i posti letto per ogni mille abitanti sono diminuiti da 4 a 3,7. Quando il limite era ancora 4 il nostro territorio ne aveva 2,9 contro i 5,17 di Ancona, i 4,13 di Macerata e i 4,07 del Piceno".

"Oggi che la percentuale è diminuita, a noi rimangono 2,69 posti letto ogni mille abitanti, mentre Ancona ne ha 4,68, Macerata 3,65 e il Piceno 3,73. Notiamo - continua il consigliere - una penalizzazione della nostra provincia, quando le strutture di Jesi, Ancona, Osimo, Senigallia e Fabriano vengono potenziate".

Anche Baldelli va giù duro: "Spacca ha detto che si dimetterà se la riforma non passa così come l'hanno scritta. Noi chiediamo che si dimettano se la riforma passerà, perché nega il diritto alla salute del nostro entroterra. Queste disposizioni contrastano con tutte le promesse fatte in passato".

Intanto ieri sera (mercoledì 28 marzo) a Cagli si è svolta un'assemblea infuocata organizzata dal Movimento civico per la difesa dell'ospedale. Nella seduta si è ribadita la richiesta di difendere l’esistente con i posti letto per la lungodegenza come a Sassocorvaro e di almeno un punto efficiente di pronto intervento.

A Fossombrone, invece, sabato mattina (30 marzo) si riunirà un consiglio comunale straordinario e monotematico per discutere la riconversione della struttura e decidere il da farsi.

Un'altra, forte voce di dissenso contro il ridimensionamento dei piccoli ospedali, arriva dai sindacati Cgil e Fp di Pesaro e Urbino, che scrivono in una nota: "Chiediamo alla Regione di riaprire un confronto a tutto campo per riqualificare il Servizio sanitario invece di affossarlo. La Cgil e la Fp Cgil di Pesaro Urbino ritengono i contenuti dei documenti relativi alla riconversione degli ospedali di polo e alla riduzione dei posti letto inaccettabile nei suoi contenuti e per gli effetti che esso produrrebbe".

"In primo luogo perché l’Area vasta di Pesaro Urbino aveva ed ha già un rapporto posti letto per abitante ampiamente rispondente ai parametri nazionali (2,95 posti letto per mille abitanti). Ai nostri occhi risulta particolarmente stridente prevedere un ulteriore taglio di 95 posti letto sull’Area Vasta 1, a fronte del dato oggettivo che l’Area è con quella di Fermo già ad oggi pienamente in linea nel rapporto posti letto/numero abitanti così come previsto dalla normativa nazionale in vigore. Pur condividendo l’obiettivo, più volte da noi manifestato, di una riconversione delle funzioni dei piccoli ospedali in direzione di una loro maggiore efficienza riteniamo che il progetto presentato dalla Regione sulle Case della Salute sia inadeguato ai bisogni e irrealistico nella sua applicazione".

"La sostanziale cancellazione dei posti letto e delle relative attività negli ospedali di Cagli e Fossombrone, solo parzialmente compensati da un incremento nell’ospedale di Urbino, unita alla cancellazione di altri 39 posti letto per acuti nell’ospedale Marche Nord, rischia di compromettere seriamente la sanità che conosciamo nel nostro territorio provinciale".



Gegè Telesforo e “Nu Joy Band” al Teatro Comunale di Cagli

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Gegè Telesforo e “Nu Joy Band” al Teatro Comunale di Cagli

Gegè Telesforo e ”Nu Joy Band”
Una nuova formazione per un concerto carico di energia e di nuove sonorità.
Formazione
GeGé Telesforo – voice, percussion
Greta Panettieri – voice
L.A. Santoro – voice
Domenico Sanna – acoustic and electric piano
Giuseppe Bassi – doublebass
Roberto Pistolesi – drums
Le voci di GeGé, Greta e L.A. Santoro si fondono con la ritmica e le armonie dei nuovi brani: eleganza, atmosfera, groove, potenza.
Tradizione e contemporaneità del jazz unite in un concerto che sale fino ad un finale travolgente.
Biglietti
Settore A 15 euro Rid 13 euro
Settore B 12 euro Rid 10 euro
Loggione 8 euro

Organizzato in collaborazione con FanoJazz Network
Rassegna Jazz’in Provincia 2012/2013
Fano Jazz Network
fa parte del circuito Marche Jazz Network
Istituzione Teatro Comunale di Cagli
Comune di Cagli Assessorato ai Beni e Attività Culturali

Inizio spettacolo ore 21.15

C Regionale, Pontevecchio supera Cagli

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C Regionale, Pontevecchio supera Cagli

Il Loreto Pesaro espugna Fano e vince matematicamente la regular season. Falconara espugna Fermignano e conquista la certezza del secondo posto nella stagione regolare. Definita anche la terza piazza che va al Montemarciano che supera sul proprio terreno l'Urbania. Tutto deciso anche per la quarta posizione che va al Bramante Pesaro che batte Assisi dopo un supplementare. Pontevecchio sale al quinto posto con la vittoria contro il Cagli.

Tamponamento a Cagli

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Tamponamento a Cagli

È stato trasferito all'ospedale di Ancona con l'eliambulanza. L'incidente stradale che ha coinvolto il ragazzo di 16 anni è successo attorno alle 17, in via Mameli, nella zona nuova di Cagli.
La vicenda è ancora da chiarire, ma dalla ricostruzione fatta grazie ai testimoni, un'automobile guidata da un 42enne di Acquaviva stava procedendo per via Mameli, quando ha girato a destra e lo scooter che lo seguiva, con il 16enne a bordo, l'ha tamponata.
Pochi istanti e tanto sangue, nei racconti dei testimoni, che hanno allertato il 118 e il ragazzo è stato trasportato in eliambulanza prima ancora che sul posto arrivasse la polizia stradale per i rilievi. Da quanto raccontano i testimoni, il ragazzo aveva il casco in testa, era cosciente e ha parlato con i soccorritori.


Il 118 è intervenuto anche attorno alle 22 quando, in duomo, durante la celebrazione della santa messa In Coena Domini, una suora adoratrice del preziosissimo sangue, si è sentita improvvisamente male.





L'ospedale morto in Processione

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L'ospedale morto in Processione

Aggiungere una confraternita a quelle che saranno in processione la sera del Venerdì santo, per portare l'ospedale morto, vicino al Cristo morto. È una delle proposte uscite dall'assemblea pubblica convocata mercoledì sera dal comitato per la tutela dell'ospedale di Cagli e dei servizi socio-sanitari e alla quale ha partecipato molta gente, compresi tanti giovani.


"Il nostro primario ci ha detto che entro questa settimana la dottoressa Capalbo (direttore dell'Area Vasta 1 di Urbino, ndr) farà sapere cosa hanno deciso", ha detto una dipendente dell'ospedale, creando non poco allarme tra i presenti.


Al Ridotto, pieno come poche volte, mercoledì, in mezzo ai cittadini, c'erano dipendenti dell'ospedale, membri delle associazioni del territorio, rappresentanti politici. Ma non, come è stato sottolineato più volte, i rappresentanti delle istituzioni, Comune di Cagli in testa.


È stato il presidente del Comitato Sergio Castellucci a dare per primo i numeri, quelli di una struttura che funziona e lavora bene, con quello che ha: 115 interventi di Ortopedia, 605 di Oculistica, 220 di Chirurgia, 500 interventi ambulatoriali, tra quelli snocciolati dall'ex primario di Chirurgia che, ha detto, "Dal 2001 abbiamo capito che qualcosa non andava. Da quando io e i miei collaboratori siamo andati in pensione e nessuno è stato sostituito".


"L'ospedale è stato svuotato pian piano - ha aggiunto- con un metodo a dir poco staliniano: ci fanno scomparire togliendoci, un pezzo, alla volta il necessario per vivere". Il Pronto soccorso manca ormai da anni, anche se attivo resta un punto di primo intervento: neppure per quello c'è posto nel piano, che trasformando Cagli e Fossombrone in case della salute, in pratica, lascia i medici di famiglia a occuparsi dell'emergenza diurna e una guardia medica di quella notturna.


Un po' poco per un ospedale di confine, che serve un territorio vasto e dalla viabilità difficile. Un ospedale senza il quale la mobilità passiva non può che aumentare. È la consigliere regionale Elisabetta Foschi a dare le cifre: "Questi tagli scellerati dovrebbero portare un risparmio di 18 milioni, ma 27 sono quelli che costa, ora, la mobilità passiva. Potenziando queste strutture, quindi, si potrebbe risparmiare più di quanto si risparmierebbe chiudendo". Con un avvertimento: "I posti letto a Cagli ci sono, ma sono gestiti dal privato".


"Se l'idea fosse di sostituire la sanità pubblica con quella privata - ha sottolineato Vincenzo Mei, segretario del Comitato - allora sì che avremmo un grosso problema. Dobbiamo tirare fuori le unghie".


Tra le proposte c'è persino un referendum per uscire dalle Marche. Poi, un picchetto permanente dei cittadini all'interno dell'ospedale, uno sciopero del personale compreso quello del Distretto sanitario, un pullman per andare a protestare ad Ancona assieme a Fossombrone, una serie di lettere da mandare contemporaneamente in Regione e, poi, far dimettere tutti i consigli comunali del territorio, a eccezione dei sindaci, così da non far commissariare i comuni ma da allarmare il prefetto. Fino a chiedersi se ci sono gli estremi per un procedimento civile e penale, visto che in ballo c'è il diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione.


Per Giacomo Rossi, del Fap, "ormai il danno è fatto. E la colpa è anche dei politici cagliesi: qui avete avuto presidenti del consiglio regionale, consiglieri regionali, assessori provinciali e altro ancora. Avete, ancora adesso, espressioni importanti di Pd e Udc, insieme nella maggioranza del governo della Regione. Qui si poteva fare di più. Invece Cagli non è riuscita a farsi capofila della protesta.


Ora, tutti questi politici, chiedano con forza le dimissioni della giunta regionale".


Giunta di una regione "che è la più vecchia d'Italia. Noi siamo nella provincia più vecchia e io faccio il medico di famiglia a Cantiano che è ancora più vecchia - ha detto Alessandrini -. Ci hanno distrutto un pezzo alla volta, in cambio di tante promesse.


Noi medici non sappiamo dove mandare le persone. E non abbiamo ancora capito cosa dovremo andare a fare in questa Casa della Salute. La situazione è già pessima: mi chiedono i campioni perché non possono pagarsi le medicine. A chi ne ha bisogno, si danno due pannoloni al giorno, ma le persone normali, in bagno ci vanno cinque o sei volte! E Cardiologia all'ultimo piano?! D'estate prendi a fuoco quando fai la prova sotto sforzo!".





Due cagliesi conquistano Gubbio

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Due cagliesi conquistano Gubbio

Si sono lasciati dietro oltre 170 partecipanti. Così due cagliesi, ciascuno per la sua categoria, hanno vinto l'ottava edizione del torneo Città di Gubbio, valevole come prima tappa del circuito Umbria Tennis.


Massimo Mencarelli non era tra i favoriti, ma si è classificato primo nel torneo di IV categoria, Mirko Mogiatti è risultato il migliore tra gli n.c.


Nessuno dei due è tesserato a Cagli: questo l'unico rammarico di una coppia che si è tolta qualche soddisfazione, in un torneo vicino, ma per niente facile, che alla fine ha visto scontrarsi, dal 13 al 24 marzo, 175 iscritti, molti giovani, provenienti dai tennis club di tutto il centro Italia.


"Non ero tra i favoriti - confessa Massimo -. Mi sono trovato contro atleti forti e tutti, tranne uno, più giovani di me. Ma il mio gioco, fatto soprattutto di difesa, alla fine, su quel terreno e in quelle condizioni, ha pagato: loro si stancavano di più". Perché in un gioco in cui le partite possono durare ore, l'età e il fisico contano parecchio. Ma Massimo, per anni allenatore, quando gioca usa anche tecnica ed esperienza.


"Così andavo avanti, partita dopo partita: ho vinto tutti i set di tutte le sette gare disputate e ho giocato la finale contro un ragazzo di Foligno, ex III categoria".


Il lavoro non gli consente di partecipare a molti tornei e un infortunio lo ha tenuto fermo per un po'. Ma Massimo, nella squadra cagliese che per ben due volte arrivò a disputare le finali regionali, assicura che parteciperà almeno a quelli più vicini. Per ora con la tessera del Ct Cantiano (Mogiatti è tesserato a Fabriano), ma con la voglia di tornare a difendere i suoi colori. "Sarebbe stato bello se avessero vinto non solo due cagliesi, ma tesserati a Cagli".


Quando il "pallone" crollò sotto il peso della neve, iniziò a zoppicare anche la società giallorossa. Ma una manciata di tennisti, Cagli, la vanta ancora. E si fa valere.





Cagli e il Venerdì santo senza luce, aspettando Pasqua

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Cagli e il Venerdì santo senza luce, aspettando Pasqua

Un silenzio strano. Che parla con immagini e odori: quelle delle candele che illuminano, ma non troppo, la fredda (a volte pure piovosa e ventosa) notte del Venerdì santo. Quelli del balsamo che tocca il Cristo, del legno e delle pietre.


In un giorno, il Venerdì santo, che non vede il sole: si va a casa quando sorge, si prega in chiesa per ore, si esce in processione quando è già buio.


Cagli, da secoli, si prepara così alla Pasqua. Il Venerdì santo inizia il mattino alle 5, prosegue con la liturgia della Croce e le Sette parole, termina con la processione del Cristo morto, accompagnato dalle confraternite: scalzi per penitenza, incappucciati perché la solidarietà non si ostenta.


Giuseppe Aguzzi, priore responsabile della statua del Cristo Morto, è da poco nonno per la seconda volta, ma il primo nipote è già coinvolto nella confraternita, come accade ai figli dei confratelli, che certi odori e atmosfere li respirano da sempre. Difficile pensare di farne a meno per tutti i cagliesi, che in questo periodo tornano nella città di origine e che mal sopportano chi non rispetta quell'ingombrante silenzio di una giornata fatta per pensare e pregare.





"Da secoli i riti del Venerdì santo si ripetono immutati - spiega Aguzzi -. Lo testimoniano drappi, macchina per il trasporto delle statue e la statua stessa del Cristo morto, tutti risalenti ai primi anni del XVI secolo. Dalla chiesa di San Giuseppe, dove ha sede, la confraternita del SS Crocefisso e di San Giuseppe inizia a preparare la Settimana santa, ricoprendo le pareti con teli del XVII secolo tinti con 'succo d'erba' e decorati con fregi e medaglioni al cui centro sono riportate frasi dell'Antico Testamento". La chiesa si veste di blu per fare penitenza: i drappi sono tornati a Cagli sabato, assenti da anni per essere restaurati. Di recente restaurati anche i teli di velluto nero con ricami in filo d'argento che risalgono al 1600 e che ornano il catafalco che accoglierà Cristo.


Sono le 5 del Venerdì santo: è buio quando, nella chiesa di San Giuseppe, la statua di Gesù lascia l'urna sotto l'altare maggiore e viene portata al cospetto di alcuni confratelli, nella sacrestia.


Ha le braccia distese lungo il corpo e le mani girate verso l'alto a mostrare le ferite dei chiodi della crocefissione. Su quelle ferite ci sono batuffoli di cotone imbevuti di balsamo. Ora quel corpo, come fosse stato vivo, è pronto a ricevere il saluto della folla. Compiti delicati, che le stesse mani (o quelle degli eredi) svolgono da decenni.


A quella del Cristo si uniscono le altre statue, in una processione che arriva al duomo: sopra la mensola più alta dell'altare maggiore, i confratelli compongono il Calvario.


Poi, il giro nelle chiese sedi delle confraternite di Artieri, Buona Morte, Buon Consiglio e Misericordia: ognuna espone fuori della porta vessilli e croce.


Sono le 7 quando si torna a casa. Il sole è sorto e si attende che tramonti ancora: il pomeriggio inizia con i canti della Schola Cantorum (la musica é di Antonio Roselli, maestro di cappella fino al 1972).


Al “Gesù morì”, il campanone della Cattedrale dà tre lunghi rintocchi.


Si smonta il Calvario, inizia la processione di ritorno verso San Giuseppe, dove la statua di Cristo si ferma, ruota fino a porsi di fronte alla statua della Madonna addolorata e viene portata nell'interno della chiesa (sulle ferite, come era usanza, trovano posto batuffoli di cotone immersi nel balsamo), mentre la Madonna raggiunge San Bartolomeo, dove si trovano le statue in legno degli apostoli: si compie, così, la narrazione evangelica.


Cristo è morto e i cagliesi vanno a cena, anche se è vigilia: si mangia poco e in fretta, alle 21 inizia la processione.


Le Confraternite arrivano in silenzio e si sistemano: sono quasi 500 i confratelli scalzi e senza identità. La luce è quella delle lanterne, la musica triste e lenta è della banda. Quando il tamburo inizia a battere, i confratelli prendono posto e poi si parte, col grande carro preceduto da un sacerdote.


La gente si accalca negli incroci delle vie e attende che le Confraternite passino e che arrivi il carro con le statue scese dal Calvario, il silenzio é totale, rotto dal suono della banda e dalle voci della preghiera.


Il giro è lungo e il carro difficile da manovrare. Ma la fatica e il dolore non si sentono. Sono parte di quello strano silenzio, che va vissuto con il cuore.



Consiglio comunitario sull'ospedale


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Consiglio comunitario sull'ospedale

Il prossimo atto del Comitato coincide con il consiglio comunitario convocato d'urgenza. Così come d'urgenza è stata convocata la cittadinanza, che oggi sarà davanti alla comunità montana del Catria e Nerone per farsi vedere.


Oggi giovedì 28 alle 15.30, nella sede della Comunità montana in via Alessandri, il presidente Massimo Ciabocchi ha convocato i sindaci del territorio per un consiglio con l'ospedale all'ordine del giorno. L'ultimo punto, infatti, prevede l'opposizione alla proposta regionale di riorganizzazione sanitaria relativa alla trasformazione dell'ospedale di Cagli, ma a servizio di tutto il vasto e complicato territorio, in Casa della Salute. Una struttura, cioè, destinata a ospitare i medici di famiglia e poco più.


Proprio con questa occasione i cittadini, riuniti ieri sera (mercoledì) a Cagli dal Comitato per la tutela dell'ospedale e dei servizi socio-sanitari hanno deciso di far coincidere il primo atto di una nuova era, nella quale hanno scelto di mettere da parte educazione e self control per difendere l'ospedale in ogni modo (in previsione anche una petizione, picchetti e la richiesta di dimissioni della giunta regionale da far firmare a tutti i consigli comunali del territorio, oltre alla richiesta di immediate dimissioni di tutti i consigli stessi, sindaci esclusi, così da non far commissariare i Comuni).


Mentre prosegue anche l'azione istituzionale: il presidente Ciabocchi, forse, riferirà dell'incontro avuto stasera (mercoledì 27), tra gli altri, con il presidente del consiglio regionale delle Marche Vittoriano Solazzi.



mercoledì 27 marzo 2013

"Basta bugie sugli ospedali". Il parere dell'Udc Marcello Mei

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"Basta bugie sugli ospedali". Il parere dell'Udc Marcello Mei

"Forse l’assessore non si è accorto di quello che sta succedendo in giro. I cittadini non credono più ai giri di parole, alle mezze verità che da anni vengono propinate". Si riferisce all'assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani, il presidente provinciale dell'Udc Marcello Mei, anche quando aggiunge: "Ancora insiste, dopo i drastici tagli decisi dalla Regione Marche riguardo gli ospedali minori l’assessore continua a dire che i piccoli ospedali non chiudono".


Ma, da quanto in questi giorni trapelato, a Sassocorvaro, Fossombrone e Cagli non sono più previsti posti letto di Medicina e di Chirurgia, le funzioni “per acuti” in queste strutture di fatto vengono cancellate.


"Certo le strutture, i muri, restano e forse anche le scritte sopra i portoni di ingresso, ma i servizi, nemmeno quei pochi fino a ora rimasti, non ci saranno più. Non essendovi funzioni per acuti, anche i Punti di Primo Intervento verranno meno. Si addebita tutto al pesante taglio di finanziamenti da parte dello Stato eppure pochi mesi or sono sembra siano stati dati ai direttori di area premi di ben ventimila euro per il raggiungimento degli obiettivi, ma quali obiettivi? Forse il miglioramento dei servizi? Oppure il gradimento della utenza? Non certo, ma il taglio delle spese. Non occorreva certo un manager per dimezzare il numero dei pannoloni per gli anziani o per chiudere dei reparti".


Precisando che: "togliere completamente le funzioni per acuti e di conseguenza togliere anche i punti di primo intervento significa abbandonare una grossa fetta di cittadini residenti nelle zone dell’entroterra. Hanno idea di quanto costa a una famiglia accompagnare un familiare in ospedale sulla costa, assisterlo nei giorni di degenza o andare a far visita a un anziano in ospedale partendo da Serravalle di Carda, da Cantiano, da Cagli, da Piobbico o Apecchio? Si rendono conto che senza un punto di primo intervento per qualsiasi problema sanitario dai confini con l’Umbria bisognerà arrivare fino al mare con tutti i disagi, i costi e soprattutto i rischi?".







Una giornata intensa per Cagli

Una giornata intensa per Cagli

Che giornata  sabato a Cagli. Il progetto di Cagli Prima A Teatro è molto utile per la cittadina. E' unaa risorsa!! Anche sabato sono giunte a Cagli molte persone attratte dal debutto teatrale. La formula di creare un progetto in sinergia con più iniziative è vincente: residenza degli artisti e tecnici, spettacolo in anteprima, incontro nel pomeriggio al ridotto e giornata FAI! Tutta la cittadina era piena di visitatori, gli esercizi commerciali, i ristoranti i bar lavoravano a pieno ritmo. Una giornata piena grazie alla CULTURA!
Coronato dai numerosi applausi per la Wertmuller, accolta con calore sia nel Ridotto che al termine della sua “passeggiata” nel Novecento.

Prossimo appuntamento con il fascino e la magia del pianoforte di Ramin Bahrami domenica 14 aprile 2013  alle ore 17.30 con  il concerto "Il Flauto di Bach"   del celeberrimo pianista insieme al flautista Massimo Mercelli,  virtuoso dello strumento, fine conoscitore della musica contemporanea, fondatore e direttore artistico dell'Emilia Romagna Festival.
 Info: www. www.cagliteatriemusei.blogspot.it  e.mail: cagliteatriemusei@virgilio.it


martedì 26 marzo 2013

Sordini e il Gruppo del Cenobio in mostra a Milano

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Sordini e il Gruppo del Cenobio in mostra a Milano


Ci saranno anche opere di Ettore Sordini, originario di Cagli e scomparso di recente, nella mostra "Nel segno del segno. Dopo l'informale. Il Gruppo del Cenobio".


A Milano, nella Galleria Gruppo Credito Valtellinese, si apre domani 27 marzo e resta fino al 27 aprile.


Questa è la prima mostra organica sul sodalizio artistico che, preparato e in gestazione dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento, si formò e si sciolse a Milano giusto mezzo secolo fa, tra il 1962 e il 1963 e i cui presupposti si sono poi sviluppati nelle esperienze individuali dei singoli artisti.
Il gruppo prese il nome, che si prestava ai loro obiettivi di ricerca e produzione comune, dalla galleria milanese il Cenobio di Cesare Nova e Rina Majoli, in via San Carpoforo, nei pressi di Brera, che, con ambizioni culturali e non solo mercantili, dal 12 dicembre 1962 ospitò la prima mostra di un nucleo di giovani pittori nati tra la fine degli anni Venti e quella dei Trenta che vivevano le aperture e le difficoltà del "dopo l'Informale", comportanti cambiamenti epocali, in un contesto di ridiscussione statutaria dei linguaggi artistici che li segnarono profondamente: assieme a Ettore Sordini, Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Angelo Verga, Arturo Vermi e Raffaele Menster, che presto abbandonò il gruppo.


Accompagnavano in catalogo il sestetto poesie di Alberto Lùcia e una singolare pagina tratta da "L'Isola dei Beati" di August Strindberg scelta, a sottolineare metaforicamente la loro autonomia, dagli stessi artisti. Che si ripresentarono l'anno successivo, ancora con un testo di Lùcia, prima ancora a Milano, dal 15 al 31 maggio nella Galleria L'Indice, titolazione che consentì ai cinque di ribadire ironicamente la loro posizione alternativa (“Il Cenobio all'indice", appunto), e subito dopo, dal medesimo 31 maggio del 1963, a Firenze alla Saletta del Fiorino, ultima mostra del gruppo ancora unito, che chiude un'esperienza breve e intensa, per aprire vie diverse e parallele, che in molteplici casi sono riuscite a intersecarsi, segnando ulteriori tappe sul percorso, mai interrotto, della ricerca del loro ideale di concezione dell’arte.
Itinerari che la mostra documenta in maniera sintetica, con sette opere per ciascuno dei cinque artisti esposte accanto a quelle, cinque per ciascuno del biennio comunitario e a tre per artista relative ai loro avvii nella seconda metà degli anni Cinquanta.


Settantacinque, quindi, le opere in totale, quindici per ogni artista. Inoltre, per dare il sapore della particolare Milano di quegli anni, irripetibile per fermenti e voglia di rompere gli schemi, sarà presentato, con immagini fotografiche storiche, un video realizzato appositamente per questa esposizione da Lucio La Pietra.

A proporla è la fondazione Gruppo Credito Valtellinese, per la cura di Luciano Caramel.










 

La Flaminia storica diventa una pista ciclabile naturale

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La Flaminia storica diventa una pista ciclabile naturale


Turismo ecosotenibile che coinvolga costa ed entroterra si può. Tutto nasce da un progetto "a due ruote" dell'Itc Battisti di Fano. L'iniziativa riguarda mobilità sostenibile e valorizzazione delle bellezze dei nostri luoghi. Come tappa che potrebbe dare il la a un vero e proprio "giro" cicloturistico, è prevista una prima iniziativa il 5 maggio con base a Pontericcioli. L'iniziativa è volta al recupero della vecchia Flaminia romana e prevede che i partecipanti potranno salire a Fano su un autobus con al seguito le biciclette e scendere nella zona di Cantiano per percorrere in bici i tracciati della storica consolare e fermarsi nei vari siti archeologici.


Ma i percorsi potrebbero anche essere inversi, in modo da poter giungere a Fano e lì pedalare in centro o verso il mare. Per questo l'iniziativa risulterebbe come un primo tentativo di istallare un servizio turistico vero e proprio, per il quale sono già stati ipotizzati alcuni itinerari lungo il tragitto Pesaro-Fano-Acqualagna-Cagli-Cantiano. Non facile, certo. Per riuscirci, si dovrà lavorare sulla logistica e su tutto quanto sarà necessario a residenti e visitatori (bike-sharing, segnaletica, mappe), con tanto di ipotesi di chiusura strada in zona Furlo in determinati orari del weekend.




Ospedale di Cagli, il Pd prende tempo

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Ospedale di Cagli, il Pd prende tempo

Hanno creduto ciecamente nel proprio partito e in chi ne fa parte.


Ma adesso che la proposta di Piano sanitario regionale non corrisponde per niente a quello di cui si era discusso, il sindaco di Cagli Patrizio Catena, il consigliere regionale Gino Traversini e parte del Pd provinciale, non risparmiano le critiche.


All'assessore Almerino Mezzolani per primo, che in questi giorni Catena e Traversini, li ha incontrati spesso. Come anticipato venerdì, oggi si è incontrato di nuovo il gruppo consiliare in Regione del Pd, compresi l'assessore Mezzolani e quello al Bilancio Marcolini, che avrebbero mostrato un'apertura, accettando di vedere in che punti e in che misura si potrebbe ridiscutere il Piano davanti alla Commissione regionale sanità e alla conferenza dei sindaci dell'Urbinate.


Fidarsi, ora, è difficile. Ma, intanto, qualche giorno in più potrebbe essere stato guadagnato, oltre a due nuove occasioni per spiegare le ragioni di un territorio troppo vasto per non essere in difficoltà, ma anche troppo poco popoloso per essere sentito.


Questa sera, intanto, Pergola si è riunita in un'assemblea pubblica con l'ospedale cittadino come unico tema. Segno che l'entroterra, proprio non ci sta.

Cagli in visita a Ponte San Giovanni


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Cagli in visita a Ponte San Giovanni

Nemmeno il tempo di festeggiare il successo sul campo assisate che la Grifo Latte Prontogreen dovrà scendere nuovamente in campo, nel turno infrasettimanale pre-pasquale, contro Cagli.
Due mesi fa la compagine PBA vinse dopo un’estenuante confronto, conclusosi dopo due overtimes, uno scontro destinato cambiare radicalmente la stagione ponteggiana, e che consentì ai ragazzi di Agostinelli di mettere dietro di quattro punti la squadra che occupava la rovente penultima piazza, nella fattispecie proprio Cagli. Da lì in poi Rufini e soci hanno avuto il merito di gestire con solidità un periodo difficile e falcidiato dagli infortuni, trovando vittorie importanti e convincenti che hanno allontanato lo spettro dei play-out prima, ed avvicinato, conquistandoli con soddisfacente anticipo, i play-off poi.
Cagli ha ceduto da qualche settimana il bomber Beltramini, bramoso di palcoscenici da finali play-off, alla corazzata Falconara, ma rimane comunque una formazione molto temibile che può contare sulle prestazioni dell’esuberante play Conti, difficilmente contenibile nell’uno contro uno dal palleggio, e di Pieri, probabilmente il miglior lungo dell’intero girone.
Sempre sotto canestro la stazza di Lepri completa una front-line competitiva, mentre sul perimetro l’intensità di Barzotti e Bendelli offre equilibrio offensivo e tenuta difensiva.
La compattezza del roster cagliese è stata recentemente dimostrata dalle vittorie su Fano ed Assisi, successi grazie ai quali la formazione di Rinolfi può ancora sperare, qualora vincesse tutte e tre le partite da disputare ( compreso lo scontro diretto con la nona in classifica Fermignano), di ottenere la salvezza diretta.
Alla luce di queste considerazioni la partita di giovedì sera, ore 21.15 al Palacestellini, si annuncia interessante e combattuta, con Cagli che cercherà con costanza il post basso, laddove sfruttare la qualità ed il maggior tonnellaggio dei propri lunghi, senza tuttavia disdegnare le scorribande in penetrazione di Conti, e la Ponte Vecchio che si dannerà viceversa l’anima per intasare il pitturato e ripartire in contropiede, alzando i ritmi di gioco e facendo valere la maggior profondità della propria panchina.
Massima concentrazione dei ponteggiani (privi di Olivieri) che, qualora totalizzassero nei prossimi due turni più punti di Assisi, guadagnerebbero la quinta piazza, altrettanto impegno sarà profuso da Cagli per i motivi sopraelencati, nella speranza flebile, ma non per questo irrealizzabile, di cogliere la salvezza diretta.



OSPEDALE CAGLI

                   OSPEDALE CAGLI

lunedì 25 marzo 2013

Pianello, Massa, Pieia: una Camminata per il primo aprile

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Pianello, Massa, Pieia: una Camminata per il primo aprile

Alla scoperta di Pianello. Passando per Massa e Pieia. La prima edizione della Camminata è prevista per il primo aprile, appena passate le feste di Pasqua.


D’altra parte, il percorso aiuta a smaltire: tre ore circa previste, con un dislivello di 400 metri. La merenda è al sacco, il ritrovo è a Pianello alle 14.30.


Il “giro” è di quelli da non perdere, in una natura pronta a sbocciare proprio in questo periodo.




L'allegra fin de siècle di Lina Wertmuller a Cagli

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L'allegra fin de siècle di Lina Wertmuller a Cagli
Piedi scalzi, immancabili occhiali bianchi e una grinta da lasciare senza parole. Così Lina Wertmuller, icona indissolubile del cinema italiano e internazionale, si è presentata sabato sera al teatro comunale di Cagli, protagonista dell’anteprima nazionale di “Un’allegra fin de siécle”, promossa da CagliPrimaaTeatro in collaborazione con Promo Music. Scritto, diretto e interpretato dalla Wertmuller, lo spettacolo ha regalato un viaggio a cavallo del secolo appena trascorso, raccontato e filtrato dallo spirito critico, riflessivo e a tratti dissacrante, della grande regista e sceneggiatrice italiana. Ad accompagnare la sua pungente e profonda ironia le musiche al pianoforte di Italo Greco e la voce dell’eclettica Nicoletta Della Corte. In un mosaico di emozioni, dove un po’ si ride, un po’ si riflette e, se ci si ferma a pensare, si finisce proprio per piangere, è emerso un quadro del ‘900 dalle sfumature tendenti al grigio, dominato da dittature, sopraffazioni, stragi, guerre e una progressiva perdita della speranza. Il tutto raccontato da un punto di vista umano. I più grandi personaggi del secolo scorso hanno sfilato sul palco del teatro comunale di Cagli con le loro contraddizioni, le loro intime debolezze e la loro personale storia di vita.
Da Vittorio Emanuele a Stalin, da Mussolini a Hitler, da Eva Braun alla Venere Nera passando per le soubrette di inizio '900. E poi ancora, da Marx a Freud, da Einstein a Tito, da Pol Pot a Bin Laden al centro della scena un’altalena di storie, in bilico tra il bene e il male, che ha profondamente influenzato gli equilibri e plasmato i contorni del capitolo di storia da poco archiviato. Un capitolo grigio, illuminato, nel finale, da due flebili barlumi di speranza, dalle storie di due bambini che, nonostante tutto, ci permettono ancora di sognare in questa “allegra fin de siècle”.
Prossimo appuntamento con il fascino e la magia del pianoforte di Ramin Bahrami domenica 14 aprile 2013 alle 17.30 con il concerto "Il Flauto di Bach" del celeberrimo pianista insieme al flautista Massimo Mercelli, virtuoso dello strumento, fine conoscitore della musica contemporanea, fondatore e direttore artistico dell'Emilia Romagna Festival.




Comunicato di SEL del Catria Nerone. Sanità e Case della Salute: Mezzolani si dimetta.

Comunicato di SEL del Catria Nerone. Sanità e Case della Salute: Mezzolani si dimetta.


La proposta di taglio dei posti letto  e la trasformazione degli Ospedali del nostro entroterra in Case della Salute, avanzata dall’assessore Mezzolani e dal Direttore generale Asur Ciccarelli, nell’ambito della più generale riorganizzazione della sanità regionale, rappresentano un autentico, violento attacco al diritto alla salute dei cittadini. Attacco che niente può giustificare.


 L’intera vicenda, nel suo dipanarsi già a partire dall’emblematica  ed inquietante questione della determina 240 del marzo del 2011, ci racconta un’avvilente storia dove arroganza e omertà si intrecciano sovente a scarsa lungimiranza, approssimazioni, supponente distacco dalle voci dei territori. Sia nel metodo che nel merito. La reazione di amministratori e dirigenti dello stesso Pd appare obiettivamente e colpevolmente tardiva, stante l’evidente volontà, più volte manifestatasi, dell’assessore Mezzolani di promettere nel tempo tutto ed il contrario di tutto a tutti, stante le mille prove date di scarsa volontà di apertura vera, di ascolto vero, di dibattito vero. Stante l’evidente volontà di rassicurare senza mai impegnarsi e la contraddittorietà degli atteggiamenti e delle decisioni. Stante l’evidente volontà di prender tempo, cercando di volta in volta accomodanti giochi di sponda, e presentare il conto a giochi fatti o quasi. Arroganza che, se ce ne fosse ancora bisogno, trova ulteriore conferma nella evidente volontà dell’assessore di non rispettare neanche la procedura che vorrebbe che il taglio dei posti letto fosse discussa e decisa annualmente nei Piani di Area Vasta approvati dalla giunta con il parere della Commissione Sanità e sentiti Comuni e province ( CAL ) e le categorie ( CREL ).


La verità è che gli ospedali di Cagli e Fossombrone si avviano a diventare, mestamente e dopo mille rassicuranti bugie, poco più che dei Poliambulatori, con l’eliminazione dei posti letto non solo per acuti, ma anche per post-acuzie e lungodegenze: privati cioè di ogni funzione di degenza ospedaliera, con un punto di primo intervento solo diurno assolutamente insufficiente e nessun laboratorio analisi  (solo un punto prelievi ). In questo quadro chiedere con forza le dimissioni dell’assessore Mezzolani appare una richiesta ovvia, inevitabile e persino insufficiente.


Sinistra Ecologia Libertà chiede parimenti la riapertura dell’intera partita della sanità regionale, ritenendo possibile oltreché necessario, in perfetta sintonia con quanto più volte affermato dal Comitato “La Salute ci riguarda “ "realizzare un progetto socio sanitario diverso condiviso quanto più possibile con cittadini, operatori sanitari, sindacati e amministratori, basato sulla massima integrazione e riqualificazione  dei servizi ospedalieri esistenti (anche attraverso l'innovazione tecnologica ), basato sulla eliminazione degli sprechi e dei doppioni, sulla definizione della mission e degli obbiettivi specifici di ogni singolo Ospedale, come è stato già fatto nella vicina Romagna (da alcuni definita integrazione selettiva )".


Invitiamo ad una mobilitazione forte e permanente, che non si riduca alla semplice resa dei conti all’interno del Pd, mobilitazione fatta di informazione, condivisione, se necessario presidi simbolici dei siti, manifestazioni presso le sedi istituzionali fino  alle dimissioni, come atto forte e di evidente gravità, dei consigli comunali interessati.


Rifiutando con energia l’ultimo atto di arroganza, ancorché di sottaciuto ricatto, ancora ieri operato a mezzo stampa dall’assessore Mezzolani quando ha affermato che l’alternativa a questa “riforma” è il Commissariamento. Prendere o lasciare.



Tradendo ancora una volta l’incapacità di certa classe politica a comprendere che ci sono tematiche che rappresentano veri e propri “nervi scoperti” nel comune sentire dei cittadini;  la sanità ( e quindi il diritto alla prevenzione e alla cura, ma anche tutto il discorso legato all’ambiente, ai depuratori, alle discariche etc.) così come l’acqua ed i beni comuni come beni universali e pubblici, non sono tematiche uguali a tante altre: coinvolgono sentimenti, fragilità, preoccupazioni, diritti fondamentali. La cui unica risposta sta nella buona politica capace di ascolto, trasparenza, condivisione e scelte responsabili.


Toni Matteacci

Responsabile SEL Catria Nerone

domenica 24 marzo 2013

Tre scosse di terremoto tra Marche, Emilia e Umbria

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Tre scosse di terremoto tra Marche, Emilia e Umbria

ROMA - Notte di paura per Emilia, Marche e Umbria. Due scosse di terremoto si sono verificate nelle province di Perugia e Pesaro-Urbino.Un'altra, pochi minuti dopo anche a Modena. Il sisma nelle Marche e in Umbira è stato avvertito dalla popolazione, gran parte della quale si è riversata in strada. Alle 2.38 della notte i sismografi dell'Ingv hanno registrato la prima scossa di magnitudo di 3.3. La seconda, registrata un minuto dopo, era di magnitudo 2.9.

Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione civile non risultano danni a persone o cose. Le località più vicine all’epicentro sono state Apecchio (Pu), Pietralunga e Città di Castello (Pg).

Pochi minuti dopo le scosse che hanno fatto sussultare umbri e marchigiani, anche nel modenese i residenti sono stati svegliati da un terremoto di magnitudo 3. Il sito dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia riporta - alle 4.08 - un movimento tellurico a 5 chilometri di profondità, con epicentro nell'area di Finale Emilia, città tra le più colpite dal sisma dello scorso maggio. Anche in questa zona non si sono registrati danni a persone o cose.

sabato 23 marzo 2013

"Il consiglio comunale di Cagli si dimetta per salvare l'ospedale"

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"Il consiglio comunale di Cagli si dimetta per salvare l'ospedale"

"Dimissioni immediate di tutto il consiglio comunale". La richiesta era già stata fatta nella seduta straordinaria dedicato all'ospedale dal consigliere di minoranza Anacleto Pierfranceschi ma a ribadirla, dopo la presa di posizione del sindaco di Cagli Patrizio Catena e l'autosospensione dal suo gruppo consiliare in Regione (ma non dal Pd) di Gino Traversini, è il movimento La Voce dell’Entroterra, per bocca di un altro consigliere di minoranza, Giuseppe Gambioli e di Marco Reali e Nadio Carloni.


"Prendiamo atto dell’intervento del sindaco di Cagli - spiegano - che chiede un incontro con il prefetto di Pesaro per lamentarsi del declassamento a Casa della Salute del nostro ospedale Celli. Un anno fa Catena aveva promesso, a seguito di nostre insistenti sollecitazioni, un’azione importante a difesa della struttura ospedaliera. Ora è troppo tardi, troppa acqua è passata sotto i ponti, la Regione ha deciso e l’iniziativa del nostro sindaco è solo di facciata.

Siamo comunque al suo fianco se vorrà organizzare una grande manifestazione che coinvolga i cittadini cagliesi sempre più allarmati".


"La Sanità - aggiungono - è un servizio indispensabile per queste zone già disagiate e l’assessore Mezzolani, se dovrà ridurre le spese sanitarie, come richiesto dalla spending review, non potrà effettuare altri tagli dal nostro piccolo ospedale ma eliminare quegli sprechi che ancora ci sono e in particolare ad Ancona. Basti pensare che spendiamo come personale amministrativo in percentuale il doppio della sanità lombarda che è tra le migliori d’Europa. E il declassamento del nostro ospedale addirittura aumenterà le spese sanitarie per un incremento della mobilità passiva, perché i cittadini saranno costretti a rivolgersi alle strutture ospedaliere di Gubbio e di Città di Castello.
La dimostrazione di una gestione fallimentare da parte della regione a danno dell’Entroterra che si perpetua negli anni e noi non possiamo avvallare".


Dalle Palme alla Veglia, Cagli aspetta Pasqua

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Dalle Palme alla Veglia, Cagli aspetta Pasqua


La Quaresima è quasi finita. E l'ultima settimana prima della Pasqua, per i cattolici si fa intensa, dedicata alla preghiera e al raccoglimento. Anche a Cagli.


La domenica delle Palme, le sante messe delle 11.30 sono anticipate dalla processione, divisa per le parrocchie di San Pier Damiani e Santa Maria Assunta.


La tradizionale Via Crucis, dal duomo ai Cappuccini, organizzata dall'associazione interparrocchiale Nella Rondini dell'Azione Cattolica, è martedì 26 marzo, con partenza alle 20.45.


L'ora di adorazione, invece, segue la celebrazione In Coena Domini in duomo (unica per le due parrocchie), giovedì 28 alle 21.


Gran parte della giornata di venerdì è affidata, invece, alla confraternite. Il primo appuntamento è molto presto: alle 5, il Cristo morto viene accompagnato dalla chiesa di San Giuseppe al duomo. E si finisce solo a tarda sera, con la processione per le vie della città dei confratelli a piedi nudi.


Sabato, la veglia di Pasqua è in duomo, unica per le due parrocchie.


venerdì 22 marzo 2013

L'ospedale di Cagli perde pezzi: tocca alla lungodegenza


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L'ospedale di Cagli perde pezzi: tocca alla lungodegenza

Il Pd provinciale si riunirà domani mattina. Il gruppo consiliare delle Marche si è visto oggi, aggiornando a lunedì la seduta e per domani è anche il faccia a faccia tra Almerino Mezzolani e il sindaco di Cagli Patrizio Catena, che ieri ha partecipato alla conferenza dei sindaci, tutti d'accordo nel contestare il comportamento dell'assessore regionale alla Sanità e la volontà di sacrificare gli ospedali dell'entroterra alla spending review.


"Solo una proposta elaborata dai nostri tecnici, che deve andare al confronto - secondo l'assessore regionale -, che è partita per i tavoli e che, per puro caso, ha incontrato per primo quello dei sindacati". Anche se, sollecitato, risponde che "i tempi saranno stretti, perché ci sono 188 milioni da recuperare entro la fine dell'anno o la nostra sanità regionale sarà commissariata".


Così, nella proposta da un paio di giorni nelle mani dei sindacati, si prevede che Cagli e Fossombrone, con un'altra decina di piccole strutture, diventeranno Case della salute. Niente di nuovo, se non fosse che in quest'ultima versione del progetto, Cagli e Fossombrone perdono anche la lungodegenza. In una logica (nazionale) che misura i posti letto sul totale degli abitanti, come se gli 80enni avessero la stessa probabilità di ricovero di una popolazione fatta di 20enni. Agli anziani con malattie croniche o destinate a peggiorare dovranno pensarci i medici di famiglia.


Nei presidi, infatti, restano le funzioni specialistiche e gli interventi programmati, oltre a un medico dalle 8 alle 20 e una guardia medica di notte.


Una doccia fredda, per il sindaco di Cagli Patrizio Catena. "Dopo le rassicurazioni di Mezzolani, Capalbo e Ciccarelli sul mantenimento di lungodegenza e post acuzie, speravamo di avere qualche posto letto per gli acuti. Invece neppure questo ci spetta più". Lasciandosi andare a uno sfogo: "La spending review non può tagliare tutti i servizi all'entroterra. Non si può fare bottino perché si rischia di andare a casa. Non si può togliere il diritto alla salute a chi si ostina a vivere nell'entroterra. Non dico che dovremmo essere premiati, ma neppure sempre la zona dove si può ridurre".


Assessore Mezzolani, ci trasferiremo tutti sulla costa? "Io mi auguro di no, ma prima di occuparmi di questo, devo pensare a salvare il nostro sistema sanitario. Ciascun territorio ha le sue ragioni, ma la spending review si deve fare".


Di revisione, in questi tagli destinati ad annientare, c'è poco. Non solo secondo chi vive nell'entroterra e sa che per raggiungere Cagli ci può volere oltre mezz'ora (in condizioni normali, di più con pioggia o neve). Perché a far storcere il naso è anche il modo: ancora una volta, le notizie sono passate dai sindacati alla stampa, senza passare per Partito e istituzioni locali.


Tanto che il consigliere regionale del Pd (ex sindaco di Cantiano ed ex presidente della comunità montana del Catria e Nerone) Gino Traversini si è autosospeso. "Non ho messo in discussione l'appartenenza al partito - ha detto -, ma mi sono autosospeso dal gruppo consiliare per due motivi: uno politico, l'altro di contenuto.


Un gruppo non può essere messo davanti a una decisione già presa, seppur ancora da discutere. Ogni proposta deve passare prima dal gruppo politico e uscire solo in un secondo momento: il rispetto dei ruoli e delle funzioni politiche è fondamentale".


Anche perché, se il voto e le istituzioni hanno ancora un senso, ciascuno degli eletti ha una manciata di elettori da rappresentare e ai quali rendere conto.


Per ora, la scelta di Traversini è un gesto senza conseguenze, ma reversibile soltanto se il gruppo riconosce la scorrettezza del gesto e avvia una discussione seria, con la consapevolezza che tagli sono necessari, ma che togliere all'entroterra il diritto alla salute è troppo. L'invito potrebbe essere a ravvedersi sul concetto di ospedali in territori marginali e di confine (sollevato in Regione proprio da Traversini), che permette a Pergola e Amandola di essere eccezione alla regola del Piano sanitario, ma escludendo tutti gli altri.


"C'è una ragione storica che spiega questa scelta - è la risposta di Mezzolani -. I piani precedenti hanno sempre tutelato questi ospedali (e quello di Novafeltria che ormai non è più nelle Marche): abbiamo solo mantenuto quel trend".


Sostiene che la volontà di costruire un nuovo ospedale tra Fano e Pesaro non c'entra nulla con le risorse ("qui si parla di investimenti, per i quali, comunque, i fondi non ci sono") che potrebbero essere invece utilizzate per l'esistente e liquida come una facile provocazione quella di ridurre i dirigenti anziché i posti letto: "Abbiamo già tagliato dove era possibile. Tanto che siamo l'unica regione, con la Lombardia, con una sanità ancora in piedi. Questo significa che azioni sono state fatte, nessuno ci ha regalato niente".


Ricordando che questa è la prima volta che al fondo sanitario si tolgono soldi, ricorda che "ci sono 310 posti letto da chiudere e 18 unità operative complesse, oltre a una drastica riduzione dei primari. Questo significa che non saranno penalizzati solo i piccoli ospedali, ma tutti gli ospedali".


In un sistema sanitario, quello dell'entroterra, che secondo Traversini, così viene smantellato. "Servono dei criteri - spiega - che vanno decisi insieme. Si gioca sulla pelle della gente se ci vogliono 45 minuti per arrivare all'ospedale". E un infarto stronca una vita in 5.


"Questa è una cosa intollerabile - aggiunge il sindaco -. A questo punto dobbiamo farci sentire in maniera pesante con iniziative pubbliche. Il benessere dei cittadini deve venire prima di tutto. Se un piano sanitario c'è, allora che usi per tutti le stesse regole: i posti letto per acuti sono stati concessi a zone con molte meno difficoltà di quante ne ha Cagli", tra l'altro ultima roccaforte prima dell'Umbria e del vicino e nuovo ospedale di Gubbio e Gualdo Tadino.


"Quello che sta girando in questi giorni è un provvedimento, ma se dovesse diventare delibera la impugneremo. La discussione doveva essere per gli acuti, invece ci troviamo a ragionare di lungodegenza: questo è un intollerabile passo indietro".