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martedì 4 gennaio 2011

L'artista cagliese Gabriele Mastini espone con una personale al Catalogo di Pesaro

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L'artista cagliese Gabriele Mastini espone con una personale al Catalogo di Pesaro
Autore: m.c.
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CAGLI _ A Pesaro presso la LIBRERIA “IL CATALOGO” Via Castelfidardo 58 dal 15 dicembre, è possibile ammirare i ritratti dell’artista cagliese Gabriele Mastini. La mostra “Oltre il realismo, dentro la persona”, permetterà di apprezzare i ritratti fotografici di Mastini, un personaggio molto conosciuto a Cagli per le sue innate doti artistiche che nonostante la sua riservatezza ma con un suo espressivo e particolare humor, da tempo è conosciuto dai cagliesi per una creatività molto particolare. Un talento nel realizzare dipinti, sculture e anche come autore delle ultime commedie dialettali interpretate da molti attori locali della compagnia teatrale “La Pioletta” che hanno registrato negli ultimi anni un caloroso successo di pubblico al Teatro Comunale di Cagli. E tra queste sue passioni artistiche da sempre vi è quella della fotografia. Da qualche tempo Gabriele Mastini ha smesso di fotografare natura, animali e jeunes filles en fleur (lo ha sempre fatto molto bene) e fa delle foto in cui trasforma la figura umana cercandone in particolari, in primissimi piani, in visoni materialmente 'trasversali', degli aspetti che diventano informali, con colori spesso esaltati dalle luci che sceglie. In altre mostre ha scelto colori smorzati, in tutti i toni del seppia. Stavolta la dominante è quasi sempre il rosso e l’effetto spiazzante e conturbante è ancora più forte.

U N I L I T

UNILIT - Sede di Cagli

U N I L I T

UNIVERSITA' LIBERA ITINERANTE






  • IL PROGRAMMA DELL'ANNO ACCADEMICO 2010-2011






  • IL PROSSIMO APPUNTAMENTO


    LUNEDI' 10 GENNAIO 2011
      dalle ore 16.00 alle ore 18.00.

    nell'Aula Magna della Scuola F. Michelini Tocci

    - Piazza San Francesco - CAGLI
    con:

    Ninel DONINI

    La casa dentro: difficoltà di svincolo
      unilitcagli.pu@libero.it
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    CAGLIESE VS castelfrettese

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    CAGLIESE VS castelfrettese
    giovedì 6 gennaio · 14.30 - 16.30
    Comunale di Cagli
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    lunedì 3 gennaio 2011

    Deposito presto trasferito

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    Deposito presto trasferito
    Rassicurazione
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    Cagli Una struttura fatiscente in via dell'Industria, oggi deposito di mezzi del Comune, che per ragioni tecniche e soprattutto a causa della copertura in eternit sta per essere abbandonata. Il deposito sarà presto trasferito nella zona artigianale di Candiracci non appena saranno terminati i lavori in corso.

    Questo tema è stato l’oggetto di una richiesta di chiarimenti del rappresentante del gruppo di minoranza Uniti per Cagli, Alberto Alessandri.

    Il consigliere infatti ha chiesto precisazioni sui tempi del trasferimento dei mezzi, sull'andamento dei lavori di adeguamento della nuova struttura che dovrà ospitarli e quando sarà possibile utilizzarla.

    Il sindaco Patrizio Catena ha risposto che il trasferimento sarà effettuato in tempi brevi, rassicurando il consigliere Alessandri: “E’ nostro interesse che avvenga il prima possibile, certamente all’inizio di questo nuovo anno. E’ un problema evidenziato da tempo, la cui soluzione non può essere rimandata”.
    g.b.,

    domenica 2 gennaio 2011

    PIEVE DI SANTO STEFANO DI ACQUAVIVA - SI POTREBBE ANCORA RECUPERARE

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    PIEVE DI SANTO STEFANO DI ACQUAVIVA - SI POTREBBE ANCORA RECUPERARE

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    Quella della Pieve di Santo Stefano è una brutta storia poiché lo stato di abbandono in cui versa fu determinato dall’azione volontaria di un parroco che nel dopoguerra decise di scoperchiare la chiesa.
    Un atto di follia che doveva indurre i parrocchiani ad utilizzare la nuova modesta chiesa costruita da poco a ridosso della strada provinciale. A nulla valse neppure la sentenza del pretore di Cagli.

    La pieve di Santo Stefano è più volte menzionata nei documenti del XIV secolo. Con il titolo di “ecclesia plebis de Acquaviva montis” la chiesa parrocchiale di Acquaviva è annotata nel Liber appassatus del 1339. Nell’elenco delle chiese del 1468, la parrocchia viene individuata come “plebs S. Stephani de ficaiolo” o “de figarola”.
    L’importanza delle pievi è notevole poiché in epoca medioevale spesso si costruiscono in prossimità di preesistenze romane lungo strade di comunicazione, e costituiscono elementi portanti della distrettuazione diocesana.

    Oggi si potrebbe immaginare di recuperare questa antica Pieve sull’esempio di tante chiese abbaziali francesi e inglesi che ormai prive delle coperture originarie hanno come tetto il cielo.
    Perciò, sacrificando parte degli edifici adiacenti (il cui recupero avrebbe costi ingenti e che se non consolidati costituirebbero in futuro un pericolo per l’incolumità delle persone) si potrebbe concentrare l’attenzione sui fabbricati di maggiore pregio e sulla chiesa e campanile. Andrebbero dunque consolidate le murature portanti della chiesa provvedendo anche alla copertura solo delle stesse e degli arconi in mattoni dell’aula. L’idea potrebbe essere in definitiva quella di ripulire il vasto complesso della parte di edifici di minore pregio per preservare quelli medioevali e per consolidare il corpo della chiesa mantenendolo, però, privo di tetto con un pavimento semplice ma adeguato al contesto e al contempo ragionato come pavimentazione esterna (dunque con gli scoli per le acque piovane, ecc.).
    Questo spazio (dotato dell’impiantistica necessaria) potrebbe così tornare ad essere nei mesi estivi un luogo sacro ma anche uno spazio per concerti sotto il cielo stellato (ma con l’acustica di uno spazio definito dalle murature verticali) e per incontri religiosi e culturali.

    La proprietà ancor oggi della Pieve spetta alla Parrocchia di Acquaviva. Ogni ragionamento in ordine al recupero (da quello più semplice senza il tetto a quello più costoso con una copertura) deve tenere conto del necessario coinvolgimento della Parrocchia. Per trovare le risorse finanziarie occorre tempo e determinazione ma non è in nessun modo cosa impossibile.

    PONT'AVERNA - IPOTESI PER IL SUO RIPRISTINO

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    PONT'AVERNA - IPOTESI PER IL SUO RIPRISTINO

    Ponte Taverna o, come scriveva il Gucci nel Seicento, Pont’Averna di epoca romana anche se più volte dovette essere rimaneggiato a causa delle alluvioni che ne intaccarono nei secoli la struttura, fu ingoiato dalle acque in piena il 5 ottobre 1976.
    Da tempo si ragiona di ricostruirlo con una struttura che, in ossequio ai criteri del restauro, si differenzi rispetto alle parti in muratura originali. Uno studio tecnico ha elaborato un rendering per aprire il dibattito e la riflessione. Indubbiamente un ponte pedonale e ciclabile riattiverebbe un percorso urbano caro ai cittadini lungo il fiume Burano che è stato interrotto dall’alluvione del 1976.
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