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martedì 10 gennaio 2012

“Un parcheggio a Porta Massara”




“Un parcheggio a Porta Massara”
E’ la richiesta di Gambioli contro voci per un uso diverso

Cagli A Cagli non si è riusciti ancora a realizzare un parcheggio funzionale che serva in modo efficace il centro storico. E’ l’accusa alla giunta del capogruppo consiliare del Pdl Giuseppe Gambioli. “L'area polifunzionale Sant'Emidio sorta recentemente alle porte di Cagli - rileva Gambioli -, che avrebbe dovuto funzionare soprattutto come parcheggio è poco utilizzata per il semplice fatto che non si è realizzato ancora un percorso pedonale che faciliti la risalita verso il centro storico e l'attraversamento della provinciale strada Flaminia, dotando l’area stessa di un impianto di illuminazione. Il parcheggio pubblico sorto nell'area ex Agip non sarà sufficiente alle esigenze del centro storico, comunque si sollecita la consegna all'Amministrazione comunale, poiché non si comprende questo lungo ritardo, visto che sono mesi che la infrastruttura è ultimata”. Con un’interpellanza Gambioli chiede al sindaco di utilizzare esclusivamente come parcheggio l'area di Porta Massara dove la palestra pubblica comunale è stata demolita per la presenza di una copertura fatta di lastre di amianto, riservando appunto tutto lo spazio disponibile alla realizzazione di posti auto disposti su più piani perché lo spazio si presta tale opera. Gambioli chiede al sindaco anche “se è vera la voce che nell'area di Porta Massara si vorrebbero costruire manufatti che non hanno nulla a che fare con i parcheggi. Sarebbe uno scandalo”.

g.b.,

lunedì 9 gennaio 2012

Lettera a Claudio Del Monaco. di Marco Moscardi




Lettera a Claudio Del Monaco. di Marco Moscardi  

Caro Claudio, quante bugie... Ho ancora nella mente poco più di un anno fa l’ultima volta che ci siamo visti nel mio Studio io, te e Daniela...

Caro Claudio quante bugie.
Quando ti scrivo questa mia lettera stai lottando per cercare di vivere in quel letto di ospedale a Treviso.
Quanto fango e quante bugie si stanno dicendo in queste ore su di te. Certo correre dietro ai sogni senza senso, fuori da ogni realtà, della tua ultima avventura amorosa ti ha portato fuori strada e speriamo non ti risulti fatale.
Ma passare una fase difficile non significa essere stato sempre ai margini della società.

Vorrei per questo e per testimoniare quanto di buono hai fatto in questi ultimi anni, ripercorre con te questi ultimi 15 anni vissuti fianco a fianco per fissare bene nella memoria quello che abbiamo fatto assieme.
Sei sbarcato a Cagli, nella mia Città, in qualità di docente della locale Accademia Lirica Internazionale fondata da me, da tuo zio Alberto, dal Maestro Melani e dall’ex Presidente della Accademia di Osimo Mencaccini. Una Accademia che aveva a quel tempo raggiunto altissimi livelli. Docenti come il M° Bavai, studenti da tutto il mondo che frequentavano corsi stabili di tecnica vocale, arte scenica, bel canto e regia in una cornice storica di grande prestigio, calcando inoltre il palcoscenico del Teatro di Cagli dove tuo padre debuttò nel 1939 in Cavalleria Rusticana.
Anni di grande spinta e fervore artistico.

Istituiamo la Fondazione Mario Del Monaco con tuo zio Alberto e con alcuni amici di Roma, inauguriamo Teatri, organizziamo concerti, riceviamo patrocini ministeriali. Nel frattempo la chiamata dai tuoi amici di Belgrado che ti invitano a ritornare. Siamo a Natale del 2000 in casa mia quando arriva la chiamata. Il 12 gennaio del 2001 io e te partiamo per Belgrado, i soli due italiani su quell’aereo da Roma con soli 10 passeggeri a bordo.

Il mio amore per la Jugoslavia, per quello che aveva rappresentato nel panorama mondiale, mi aveva portato negli anni ‘80 un po’ in tutte le città poi trovatesi divise in Croazia, Slovenia, Macedonia, Montenegro, ma mai ero stato a Belgrado, la Capitale. Poi non avevo ben chiaro ancora quel passaggio artistico e sentimentale della tua vita, Direttore Artistico del Teatro Nazionale nell’allora Jugoslavia, dal 1992 al 1996 in pieno embargo, con le guerre ai confini. Quando il tuo amico poi diventato mio caro, ha convocato una conferenza stampa per il tuo arrivo non avrei mai pensato di trovare tanti giornalisti, televisioni e radio presenti. Un vero successo che ti ha spinto a preannunciare un concerto di tre tenori italiani da li a pochi giorni. In un mese, prima in Italia poi a Belgrado, abbiamo organizzato un concerto memorabile al Sava Center, a scopo umanitario, con quasi 3.000 spettatori presenti e paganti, trasmesso in diretta televisiva dalla seconda rete nazionale, poi replicato più volte in TV. La presenza dell’ambasciatore italiano ed il patrocinio del nostro Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi coronarono la stupenda serata. Io devo ringraziare poi te che hai permesso che in quella serata venisse eseguito dal tenore Lando Bartolini, con grande successo, un mio brano scritto in onore di tuo padre “Il Principe”.

Il rientro a Belgrado non poteva essere più trionfale. Su quella scia sei tornato a vivere li, io ho aperto una attività di consulenza alla internazionalizzazione delle imprese italiane ed abbiamo iniziato quella bellissima avventura insieme durata almeno fino al 2007/2008. La costruzione della collaborazione fra il Teatro di Belgrado e quello di Padova, di Monselice, di Jesi, le tue regie a Belgrado, i nostri cantanti in quella città. Poi quando portavo imprenditori italiani in Serbia tu eri l’uomo dell’accoglienza per farli sentire a casa, per portarli all’opera, per dare quel valore aggiunto culturale ai loro viaggi di lavoro. Tu uomo che si adatta a tutte le situazioni, che sa stare al mondo, un uomo veramente charmant a quegli incontri ufficiali, mondani, in Ambasciata. Che nostalgia ripensare a quei tempi.

Poi l’amore che ti acceca, che ci coinvolge artisticamente e personalmente noi tutti tuoi amici in Fondazione e quando ci travolge tutti ci costringe poi a staccarci da te e ti costringe a non avere con noi, tuoi veri amici, più alcun rapporto. Con grande rammarico ci siamo fatti tutti da parte: la mia famiglia, gli amici che ti avevo fatto conoscere, coloro che nella Fondazione ti avevano seguito e guidato.
Ho ancora nella mente poco più di un anno fa l’ultima volta che ci siamo visti nel mio Studio io, te e Daniela e vi ho invitato, mio malgrado, a non coinvolgermi in quello che stava diventando un vostro sistema di vita che non faceva parte ne del mio, ne veramente del tuo modo di essere. Ma tu avevi una spinta forte: l’amore. Pensavo già da allora che quella storia non avrebbe portato nulla di bene a te ed agli altri intorno a te. Ma mai avrei pensato che si arrivasse a questo tragico epilogo.

Però non è giusto che chi non ti conosce o chi non ha vissuto da vicino questa parte della tua vita, getti fango su di te, disegnandoti come un uomo che vive di espedienti. Sono tutte stronzate, cattiverie giornalistiche o messe in giro da chi non ti ha mai capito fino in fondo. Come mi dicevi sempre, quel cognome non era facile da portare, ti apriva strade, ma creava anche un impegno pesante, ti falsava i rapporti con gli altri, specialmente con le cantanti o presunte tali, che non sapevi se si avvicinassero per te o per quello che rappresentavi.

Una nota leggera su questa tragedia
Per dare quella veste teatrale alla tragedia che si è consumata, che piace tanto a voi Del Monaco, ti volevo far sapere che mentre avvenivano a Jesolo i tragici fatti, in Teatro a Cagli si esibiva la Banda Cittadina e stava eseguendo un brano dalla Cavalleria Rusticana, presentato in quella sede come omaggio al grande tenore Mario del Monaco per il suo debutto a Cagli. Il legame con questa Città è così forte e forse condiziona i vostri destini?

Per tutto questo Claudio vivi e riscatta questa brutta storia per te e per tutti noi.
Auguri ed arrivederci a presto.
Il tuo vero amico Marco


Cagli, 7 gennaio 2012

marco moscardi

Cabello sbaglia il rigore, poi si rifà con gli interessi




L’attaccante regola una Fortitudo stravolta dal mercato. Ai locali non è bastato il cuore.

FABRIANO - IL NUOVO ANNO e i nuovi innnesti non portano fortuna alla Fortitudo che, di fronte al pubblico amico, perde di misura contro una Cagliese vogliosa di fare bene. La società fabrianese nel mercato riparatorio di gennaio ha inserito in rosa il bomber Bonsignore, l’esperto Fiumana e due ottimi centrocampisti Biondi e Didonato, sperando di poter riportare i cartai ad una posizione di classifica a loro più consona. La Fortitudo, come al solito, ci ha messo molto impegno riuscendo nei primi 45’ ad imbrigliare il gioco ospite, anche se Tamburini si è superato sventando un calcio di rigore. Poi, nella ripresa, dopo il gol della Cagliese, la squadra locale ha reagito prontamente rendendosi pericolosa con Bonsignore e con Piermattei che ha colpito una traversa clamorosa (miracolo di Gerbino). Per contro, la Cagliese dopo una partenza un po’ stentata, ha preso in mano la situazione, sbagliato un penalty e, nella ripresa ha approfittato dell’unico svarione difensivo uscendo dal Comunale con i tre punti.
Inizio blando con alcune occasioni per parte, poi al 34’ Latini atterra in area Maggioli, batte il rigore Cabello e Tamburini respinge da gran campione. Nella ripresa al 22’ errore incredibile di Mandolini e Cabello realizza il gol vittoria. La reazione dei locali non si fa attendere e, dopo una rete annullata a Bonsignore, al 35’ un gran tiro dai sedici metri di Piermattei, si stampa sulla traversa (gran balzo di Gerbino). Al 37’ Bonsignore s’invola in contropiede, ma il suo tiro finale finisce fra le braccia del portiere.


FORTITUDO - CAGLIESE 0-1

FORTITUDO (4-4-2): Tamburini 6.5; Fiumana 6, Mandolini 5, Latini 6, Vincioni 5.5.; Moretti 6 (22’ st Didonato ng), Biondi 6, Ciufoli 5.5 (13’ st Bonsignore 6); Piermattei 6, Rosetti 6 (45’ st Marziani n.g.). All. Polselli.
CAGLIESE (4-4-2): Gerbino 6.5; Giacchi 6, Gentili 6, Casavecchia 6, Bartoli 6 (46’ st Capodacqua ng); Maggioli 6, Painelli 6 (38’ st Pierpaoli ng), Bianchi 6, Cabello 6.5; Cossa 6, Serafini 5.5 (14’ st Brescini D. 6). All. Scardovi.
Arbitro: Cosignani di S. Benedetto 6.
Rete: 22’ st Cabello.
Note — Spettatori 200. Ammoniti: Painelli, Piernattei, Brescini.

giovedì 5 gennaio 2012

Popolazione in calo Cagli perde il primato




Popolazione in calo Cagli perde il primato


Autore: i.o.



Da cinque anni era in costante crescita

Cagli Dopo cinque anni consecutivi di aumento della popolazione, il 2011 ha segnato una leggera flessione nel registro delle nuove nascite. I dati comunicati nei giorni scorsi dall'ufficio anagrafe del Comune evidenziano una situazione analoga a quella fotografata in tutta Italia, con un numero maggiore di decessi rispetto alle nascite e un aumento della popolazione straniera. Dati che, tuttavia, andranno verificati in un secondo momento quando saranno pronti i risultati del censimento della popolazione che a Cagli si è concluso sabato 31 dicembre.

“La popolazione complessiva risulta essere di 9.113 abitanti di cui 4.354 maschi e 4.759 femmine. Un dato costante negli ultimi anni è rappresentato dalla negatività del saldo naturale della popolazione (la differenza tra nati e morti) dovuto ad un maggior numero di decessi rispetto alle nascite e positività del saldo migratorio (la differenza tra immigrati ed emigrati) dovuto al maggior numero di immigrazioni rispetto alle emigrazioni”.

Da gennaio a dicembre 2011 sono nati nel comune 71 bambini di cui 32 maschi e 39 femmine, mentre i decessi sono stati 132 (67 maschi e 65 femmine). Sale invece il numero di immigrati che raggiunge la quota di 199 unità (96 maschi e 103 femmine) mentre gli emigrati sono stati complessivamente 173 (87 maschi e 86 femmine). “La popolazione straniera ammonta a 822 persone con un incremento di 9 unità rispetto alle 813 persone del 2010”.

domenica 1 gennaio 2012

Bruno Cagli, «Io e Rossini»




Bruno Cagli, «Io e Rossini»

Nel salone degli Stemmi del Palazzo pubblico di Cagli, nelle Marche, il 29 dicembre è stata conferita la cittadinanza onoraria al musicologo e scrittore Bruno Cagli, presidente e sovrintendente dell' Accademia nazionale di Santa Cecilia. Dopo la cerimonia della consegna, Cagli ha tenuto una lezione su Gioacchino Rossini, attraverso una particolare angolatura che è quella della famiglia Cagli, di antica origine ebraica: celebri pittori, ma anche impresari teatrali nel corso dell' Ottocento. Fu il padre di Rossini, Giuseppe, come dettagliatamente descritto nella biografia rossiniana di Vittorio Emiliani, ad aprire i portoni del ghetto di Pesaro agli ebrei all' arrivo dei Francesi, subendo poi il carcere duro con il ritorno dei pontifici. Una interpretazione, quella del genio musicale di Rossini, che Bruno Cagli ha sapientemente sviluppato con un respiro internazionale in 37 anni di ininterrotta direzione artistica della Fondazione Rossini. Nel 1971, e fino al 2008, mettendo tutta la sua passione nel prestigioso incarico, il musicologo ieri festeggiato da tutti ha plasmato una nuova, avvincente lettura della partitura del grande pesarese. La sua sagacia rossiniana, il suo coraggio nel proporre differenti e innovativi punti di vista abbinati ad una profonda conoscenza della musica e delle tecniche lo hanno portato ad assumere, accanto al ruolo a Pesaro, incarichi sempre più prestigiosi da direttore artistico: all' Accademia Filarmonica Romana, al Teatro dell' Opera di Roma, al Festival Verdi di Parma, per poi diventare nel 1990 presidente e sovrintendente dell' Accademia nazionale di Santa Cecilia.