Cagli La ferrovia per Fabriano non si deve dimenticare
Autore: m.c.
Fonte: Il Resto del Carlino
CAGLI _ Sono ormai poche le testimonianze rimaste della ferrovia che un tempo collegava Urbino con Fabriano attraversando vari paesi del nostro entroterra. L’intero tracciato ferroviario, inaugurato nel settembre del 1898, rimase attivo fino alla primavera del 1944, anno della distruzione del tratto Pergola – Cagli - Fermignano. Poi negli anni Sessanta avvenne il definitivo smantellamento. Ma qualcuno non ha mai dimenticato questa ferrovia, un vero appassionato che ha conservato ricordi d’infanzia, foto, oggetti, da qualche giorno ha dato alle stampe un prezioso libro di ricordi dal titolo “Pergola, Cagli, Fermignano: una ferrovia che non c’è più”. Un lungo racconto di elementi tecnici con distanze, orari e passaggi dei vari treni, curiosità, foto e tanti bellissimi acquerelli che fedelmente riproducono come un tempo erano le stazioni di Frontone, Cagli, Acqualagna e Urbania, distrutte dagli eventi bellici. "Un piacevole ricordo – afferma l’autore Giovanni Camborata - di questo tratto ferroviario mai più ricostruito per non farlo dimenticare a tutti coloro che hanno vissuto e visto ed in particolare per far conoscere ai giovani e raccontare loro che un tempo, in questo sempre più dimenticato entroterra pesarese, passavano treni, esistevano stazioni ed i collegamenti tra Urbino e Fabriano erano davvero molto più comodi in ogni periodo dell’anno. Era la vera “pedemontana” che con due semplici rotaie e pochi metri di larghezza, collegava Urbino con Fabriano. Un sogno cullato da decenni nel poterla rivedere ricostruita come un tempo perché sono nato nella vecchia stazione di Acqualagna e mio padre Ugo ne era capostazione, poi dopo la guerra fu il responsabile del tratto prima del definitivo smantellamento. Anch’io ho intrapreso la professione di ferroviere e dopo varie città ho concluso la mia carriera, prima di essere collocato a riposo, come capostazione di Pesaro. Con questo mio libro desidero far rivivere, almeno nei ricordi, questo tratto che se fosse stato ricostruito sicuramente lo spopolamento di molti paesi oltre il Furlo, sarebbe stato molto più contenuto e forse ci sarebbe stata anche qualche opportunità di lavoro in più. Invece dalla fine degli anni Quaranta queste zone hanno conosciuto e in parte conoscono ancora, problemi di viabilità precaria, collegamenti viari e servizi pubblici solo verso la costa e pochissimi verso Roma, Lazio ed Umbria. Certamente con la ferrovia Urbino – Fabriano ed il proseguimento verso S. Arcangelo, Urbino e zone limitrofe avrebbero sofferto meno problemi d’isolamento e logistici, probabilmente ci sarebbe stato un diverso sviluppo di attività nei momenti del boom e credo che molti residenti di allora non avrebbero emigrato. Sentir parlare di convertire i tratti rimasti in piste ciclabili significa cancellare tanti anni di storia e ritengo che tutto questo sia una vera assurdità".
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