Giacinta CHIAPPINI
Nata
a Civitanova Marche (MC), non aveva ancora compiuto due anni quando
lo zio, Achille Chiappini, venuto a trovare il padre di lei che stava
male, la portò a Cagli, dove egli risiedeva con la moglie e dove
prestava servizio nella locale Caserma dei Carabinieri con il grado di
maresciallo. Di lì a pochi giorni il padre morì; allora la madre, dopo
aver sistemato le cose a Civitanova, la raggiunse per prenderla e
trasferirsi entrambe a Roma dove il fratello di Giacinta, già sposato,
risiedeva. Dovevano stare a Cagli pochissimo, circa tre mesi. Nel
frattempo andarono ad abitare nella casa di Maria Vivani, soprannominata
“Maria del Disegno” perché disegnava corredi, capi di abbigliamento,
ecc.; ma come fu, come non fu, allo scadere dei tre mesi la madre decise
di non trasferirsi, così rimasero a Cagli dove ancora Giacinta si trova
e dove abita la stessa casa che Maria Vivani, in seguito, le lasciò in
eredità.
A Cagli ha frequentato le scuole
elementari e medie, poi è andata in Urbino per frequentare l’Istituto
Magistrale; lì ha alloggiato presso il collegio “Laura Battiferri”
gestito dalle suore “Maestre Pie Venerini” e nel 1962 si è diplomata.
Per guadagnare qualcosa e, soprattutto,
per potersi preparare all’esame di concorso seguendo le lezioni di un
professore pesarese, andò a lavorare come istruttrice nel collegio
“Zandonai” di Padre Damiani a Pesaro. Furono tre anni duri, difficili ma
anche proficui, perché finalmente, nel 1967, vinse il concorso
magistrale ed entrò di ruolo.
Ha insegnato per alcuni anni in frazioni
dei Comuni di Cagli e di Acqualagna, poi, dal 1979, a Cagli capoluogo,
fino al 1999, quando è andata in pensione.
Cattolica praticante ed impegnata in
parrocchia, da anni è catechista e fa parte di alcune associazioni di
volontariato. E' anche “priora” del “Terz’ordine domenicano” di Cagli.
Ha molti hobby; anzi, troppi, dice lei.
Soprattutto le piace molto leggere e viaggiare; ha visitato tantissime
nazioni europee ed extraeuropee. Adora i paesi del Medio Oriente: caldi,
con le loro atmosfere, la loro confusione, i loro colori; Israele, la
Giordania, la Libia, il Marocco, la Tunisia, le sono entrati veramente
nel cuore, per non parlare dell’Egitto con la sua affascinante civiltà.
Forse è una questione di geni, di DNA, essendo sua madre nata a Tunisi
da genitori siciliani.
La città che comunque ama di più è Roma.
Ha lì la sua famiglia: le due nipoti, splendide che ama molto e di cui è
orgogliosa. La grande, Guglielmina, è insegnante di lettere in un
istituto tecnico; l’altra, Maria Grazia, è medico e dirige il reparto di
emodialisi presso l’Ospedale “Fate bene fratelli”, sull’Isola Tiberina.
Con loro, o qualche volta da sola, va sempre alla ricerca di luoghi
“insoliti”, “particolari”, poco conosciuti, lontani dai consueti giri
turistici.
Da quando è in pensione frequenta
l’UNILIT, l’Università della Terza Età, della quale fa parte del
Comitato Operativo; è per lei un modo piacevole di incontrare persone,
di seguire lezioni interessanti, di mantenersi in contatto con la vita
sociale cittadina.
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