Il piano di contenimento elaborato dalla  Provincia per evitare che alcuni animali, in particolare il cinghiale,  si diffondano in modo irreparabile nelle campagne dell'entroterra, ha  suscitato polemiche tra i cacciatori di Cagli e Acqualagna. Mauro  Damiani, coordinatore e consigliere del Pdl di Acqualagna, si è  confrontato più volte con coloro che si trovano a cacciare  periodicamente nelle zone di Cagli e limitrofe, raccogliendo dure  critiche nei confronti del nuovo piano provinciale.  “Questo genere di interventi - afferma Damiani - sono lodevoli quando  hanno la peculiarità di un vero provvedimento tecnico fondato su solide  basi scientifiche. Il cinghiale viene numericamente ridotto con le  braccate e fin qui non ci sarebbe nulla di strano, già lo si fa durante  la stagione venatoria, però farlo in questo periodo è da veri  incompetenti. In questa stagione infatti tutte le femmine stanno  partorendo ed esse, non appena sentono avvicinarsi i cani, lasciano soli  i loro piccoli. Queste femmine, che cadranno sotto i colpi della  Provincia, non torneranno più dai loro figli, ed essi inevitabilmente  moriranno di stenti”. Damiani, che parla a nome di molti cacciatori  dell'entroterra, recentemente si è confrontato con il vice coordinatore  nazionale dei giovani del Pdl, Mirco Carloni e con il senatore Franco  Orsi. Tutti concordano nell'affermare che la fauna sia stata  amministrata male. E' di qualche mese fa la notizia di una vera e  propria invasione di cinghiali vicino ad una casa nei pressi del fiume  Bosso, poco distante dal centro storico di Cagli. Una vera e propria  emergenza che, secondo gli stessi cacciatori, potrebbe essere  controllata con modalità diverse. “Si potrebbe aprire la caccia un mese  prima e allungare i giorni di battuta da tre a quattro, in questo modo  si consentirebbe ai cacciatori di abbattere più capi di cinghiale nel  momento giusto”.
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venerdì 26 marzo 2010
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