Lavinia e Giacomo, Caligola parte da dove tutto è iniziato
Il teatro di Cagli pronto a ospitare un'altra anteprima
Non poteva che essere qui. Non ne hanno dubbi, Lavinia e Giacomo mentre lo dicono sicuri ed emozionati. Volevano che Caligola partisse da Cagli, tanto che non hanno ancora fissato altre date, perché più che il cammino, per questi due giovani cagliesi, è importante la partenza.
Sulle assi del palcoscenico di Cagli è nato il loro amore per il teatro, da quel palco vogliono far partire il primo progetto di una compagnia che nasce da un gruppo di amici, pur se tutti (tranne loro) professionisti e già molto noti tra gli addetti ai lavori. Cagliprimaateatro, il 2 marzo, presenta "Sono ancora vivo", opera prima della compagnia Teatro Ardito, sogno nel cassetto di Giacomo Tarsi e Lavinia Mochi, partiti dal teatro di Cagli, tornati a casa con una produzione fatta in "famiglia", grazie all'appoggio dell'Istituzione Teatro e all'affetto di una città che i suoi figli li lascia andare, ma è felice di riabbracciarli quando tornano.
"Il teatro regala emozioni - spiega Giacomo -. E non c'è niente di più bello che regalare emozioni a un pubblico che già conosci, fatto di familiari, amici di infanzia, gente che ti ha visto crescere e alla quale hai voglia di mostrare cosa hai imparato, cosa sei diventato in quel periodo forzato lontano da Cagli". Ci saranno con professionalità e competenze, su quel palco. Ma anche con un po' di "pancia" e i genitori e gli amici più di loro, forse, con le immagini delle prime recite negli occhi, quando era solo un gioco. "Forse perché abbiamo iniziato da bambini, percepiamo la recitazione come una cosa facile, come accadeva allora", spiega Giacomo.
A Lavinia è mancato il fiato quando, ieri, si è ritrovata sul palco del teatro comunale. "Ho percorso la strada in automatico - ha detto -, come ho fatto tante volte e, senza pensare, mi sono trovata sul palco e ho guardato là davanti. Ho smesso di respirare".
Era l'anno della maturità per Lavinia, quando andava a scuola, studiava e provava. Tanto che, una sera, sdraiata sopra il palco, si è addormentata. Fissava quelle assi, Giacomo, mentre spostava pesanti tappeti e pensava a quante storie e quante persone avevano graffiato quel legno prima di lui. Da ieri, sopra quelle assi provano Caligola, mostrando, fieri, il "loro teatro" al resto della compagnia che, con loro, a Roma, prova già da settimane uno spettacolo non facile, ma che i cagliesi non potranno che applaudire.
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