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mercoledì 10 febbraio 2010

SE ARLECCHINO FA IL LECCHINO



E’ davvero tutto in maschera il Carnevale dell’enigmista “Leone da Cagli”


Che derivi da "carnem levare", togliere la carne a indicare la subentrante Quaresima, che provenga da "carrus navalis", carri a forma di navi in antiche processioni, sta di fatto che a Carnevale ogni scherzo vale. Un "vale" riveduto e corretto in "Vale" a Fano un paio d'annetti fa, allorché sfilava un superbo Valentino Rossi di cartapesta, anzi, di corta ... pista, ovvero quel medesimo circuito che s’accorcia sotto la sua moto e dove lui manda fuor di geometria i cilindri coi suoi rombi.
Sinonimo di maschera, il Carnevale è parente stretto della enigmistica che, come etimo insegna (sostantivo àinigma dal verbo ainìttomai), si caratterizza nel parlare in modo oscuro, coperto, e dunque mascherato. E a proposito, si possono scomporre le otto lettere della parola "maschera" e ricomporle in "marchesa" o "marasche" (le viscioline dal sapore dolce e acidulo e di cui al delizioso Maraschino). Al plurale s'otterrebbero invece sia "marchese" che quel "cashmere" che sta per cachemire. Comico Ferrini a parte (ricordate la Signora Coriandoli?), davvero sorprendenti si dimostrano gli anagrammi di "Coriandoli". Lo dimostrano sia il verbo “riciondola” (di cui al dente da togliere) che il sostantivo "ladrocinio" (di cui alla parcella di chi lo ha tolto), senza da ultimo trascurare quel corroborante "Cordialino" che serve a tirarci su, specie di fronte a drastiche mutazioni lessicali come quelle testé proposte. A giocare a nascondino con nomi di maschere famose contenute in frasi fatte, non c'è che da accontentarsi d'un magro raccolto, e cioè: - Troppi complimenti non far, lecchino! - (Arlecchino); - Sconcertante come neghino la verità! - (Meneghino); - Vi son pulci nella scatolina! - (Pulcinella); - Correr per selve al suon del flauto: Pan tal oneroso compito avea! - (Pantalone). Tra i proverbi meno noti sul Carnevale merita citazione l'assai poco confortante "Carnevale o Quaresima per me è sempre la medesima", dove soltanto l'immancabile pignolo pretende che si specifichi se trattasi di costanti rinunce o incessanti bagordi, passando così da stupido proprio per darsi arie da homo sapiens.


Leone Pantaleoni

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