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mercoledì 14 settembre 2011

E ADESSO UNA GRANDE ASSEMBLEA PUBBLICA. ( e intanto basta con la politica delle toppe )

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E ADESSO UNA GRANDE ASSEMBLEA PUBBLICA. ( e intanto basta con la politica delle  toppe )

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Domani scade il quindicesimo giorno di apertura del Pozzo del Burano. Dal Servizio Acque della Provincia ( ma non solo da questo ufficio ) fanno capire che probabilmente non sarà l’ultimo. Chissà perché la cosa non ci sorprende.



Come non ci ha sorpreso il seppur imbarazzato ed inquietante silenzio dei sindaci e degli amministratori del nostro entroterra: sindaci di Cagli e Cantiano in primo luogo, ma anche amministratori della Comunità Montana ed esponenti politici locali del Pd impegnati in Provincia ed in Regione. Che con un documento colpevolmente tardivo, uscito ben dieci giorni dopo l’apertura del Pozzo, dicono che è tutto sotto controllo. Per poi ammettere, però, che si, molte cose promesse nel 2007 non sono state fatte e che forse le cause dell’emergenza idrica, più che nella meteorologia, vanno ricercate li.



E dieci giorni per non scrivere nulla o quasi ( con rispetto parlando ) nonostante tutto non ci sorprendono per una ragione molto semplice che non vuol essere una battuta: anche mettere “toppe” stanca. Stanca ad esempio dover rattoppare le lacerazioni profonde che dalla Regione infliggono alla sanità e al diritto alla salute dei cittadini dell’entroterra, e cercare di cavalcare, ad esempio, la difesa dell’Ospedale, come se le responsabilità fossero di altri.



Stanca nei territori dover rattoppare le profonde inquietudini provocate da posizioni quantomeno contraddittorie, se non apertamente ostili, rispetto alla lotta per l’acqua pubblica, contro la privatizzazione, per i referendum ( stendendo anche un velo pietoso sulle dichiarazioni rilasciate da molti esponenti a fine 2007 rispetto alla nascente Marche Multiservizi e alla gestione del Servizio Idrico Integrato ), quasi riuscendo alla fine, a tempo ormai quasi scaduto, nell’impresa disperata di cavalcare, nei territori, i referendum.Provando persino a mettere il cappello su quei referendum e sulla vittoria dei sì.



Stanca dover rattoppare la sbrigatività con la quale, senza batter ciglio, nel nostro entroterra si chiudono due strade in un colpo solo, in piena stagione turistica, con le nostre montagne pronte ad offrire ristoro, svago, bellezza, cultura, storia.



E verrebbe di dire che anche questo è un segno della trascuratezza, della noncuranza e della supponenza con cui si guarda all’entroterra: fare e disfare in Regione, non fare e comunque disfare in Provincia, e caso mai lasciare ad altri, come sempre, il tentativo di rimediare e lo sterile esercizio di spiegare ciò che è sempre più difficile spiegare: di mettere, appunto “toppe”, mentre altrove si continua a procedere con noncuranza.



Ed è anche per questo che rinnoviamo l’invito a tutte le forze politiche ed ambientaliste che da subito hanno reagito a questo ennesimo atto di protervia, ad andare in tempi rapidi ad un grande momento pubblico; un’assemblea popolare che rimetta al centro della vita dei cittadini i valori della partecipazione, della trasparenza, della condivisione.



Un’assemblea alla quale non potranno sottrarsi gli amministratori locali, provinciali e regionali: amministratori ai quali rivolgere domande vere sperando di ricavarne risposte vere. E ai quali ricordare le cose dette, scritte, gli impegni presi anche nel corso di svariate tornate elettorali. Perché così funziona in democrazia, e perché vincere questa battaglia significa far vincere l’idea che il territorio non sia il luogo delle predazioni e dei saccheggi, ma il luogo, i mille luoghi della cura, dell’attenzione, del rispetto. Il luogo dove i cittadini incontrano quotidianamente la civiltà e la propria storia.





tonino matteacci

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