Fotovoltaico, un esposto alla Soprintendenza
Impianto di Sant'Angelo in Maiano, il centrodestra accusa il Comune: deturpa il territorio e danneggia le attività ricettive
Cagli L'alleanza di centrodestra dice no all' impianto fotovoltaico di  Sant'Angelo in Maiano. Secondo Gambioli (Pri), Carloni e Briscolini  (Lega) e Reali (Pdl), il via libera dato la scorsa settimana dal Comune  alla realizzazione di un mega impianto fotovoltaico compromette il  paesaggio che si trova alle pendici del monte Catria e, di conseguenza,  anche le strutture ricettive della zona. Ci siamo incontrati con i  rappresentanti delle associazioni di volontariato di Acquaviva e alcuni  operatori turistici che hanno investito nella zona nel settore degli  agriturismi e bad & breakfast per discutere le problematiche delle  nuove fonti di energia rinnovabile. Non siamo pregiudizialmente contro  lo sfruttamento delle rinnovabili, ma pensare di stravolgere il nostro  paesaggio con impianti di grossa potenza è incomprensibile. L’impianto  previsto sulla Piana di Maiano sarebbe addirittura uno tra i più grossi  delle Marche e trasformerebbe il bellissimo paesaggio, ricco dal punto  di vista storico-naturalistico, in una zona industriale, affossando  l’economia locale che in questi anni è cresciuta e si è specializzata  proprio valorizzando le bellezze naturali e la storia locale. Questa  zona di pregio naturalistico ha grande valore anche dal punto di vista  storico- archeologico. Sia nel secolo scorso che di recente, sono stati  rinvenuti diversi siti archeologici dell’età del bronzo, del ferro e  dell’epoca romana. Nel 2009 la Soprintendenza Archeologica ha effettuato  uno scavo in località Pian della Torre, dove è stato individuato uno  stanziamento dell’età del ferro ancora in fase di studio, e diversi  altri siti archeologici sono stati individuati e segnalati  dall’Archeoclub di Cagli. Per questo motivo il centrodestra, insieme ai  rappresentanti delle associazioni di Acquaviva, ha deciso di presentare  un esposto alla Soprintendenza Archeologica delle Marche. Da quanto è  emerso dalla documentazione – conclude l'alleanza - sembra che questa  Soprintendenza, guarda caso, sia l’unica a non essere a conoscenza del  progetto.
 
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