| Ferrovia Fano Urbino, Gambioli contro la Svim: incapace di giudicare | 
Cagli “I sostenitori della pista ciclabile che dovrebbe essere  realizzata al posto della ferrovia Fano Urbino si rifanno allo studio  della Svim Spa che, anteponendo al ripristino una serie di “strozzature”  (impedimenti fisici, ambientali e paesaggistici), ne sentenzia la  morte”. Il segretario regionale del Pri Giuseppe Gambioli non condivide:  “Si tratta della stessa Svim, ente al 100 per cento della Regione  Marche, che in questi giorni è a un passo dal baratro per l’enorme  quantità di debiti che ha contratto. Si parla di 6 milioni d’euro da  pagare entro il 2011, di regolarizzare i conti con 30 contrattisti che  sono ricorsi al giudice del lavoro e di quantificare le perdite che si  avranno dalle società satellite (vedi la Scarm srl) che sono tutte in  liquidazione. Quello che sorprende e fa restare stupefatti è che questo  ente pubblico, nato per intercettare i finanziamenti europei con  progetti di vario tipo, ha chiesto e ottenuto dalla Regione contributi  sempre più consistenti per coprire le spese di gestione ma a progetti  realizzati quasi nulla, con spreco di denaro pubblico”. Dunque le  indicazioni di un ente siffatto non possono essere credibili secondo  Gambioli: “Il Pri, a differenza della Svim Spa, è per il ripristino  della ferrovia Fano e Urbino e chiede al governatore Spacca di rivedere  la decisione presa a favore della pista ciclabile e soprattutto chiede  una progettazione sul trasporto pubblico seria, come stanno facendo le  regioni limitrofe. La Regione Marche non dovrebbe inventare nulla,  basterebbe riprendere i lavori iniziati già prima dell’ultima guerra  mondiale che pensava ad una Pedemontana ferrata che dall’Appennino  marchigiano arrivava fino a Sant’Arcangelo di Romagna. Oggi invece si  sentenzia la morte definitiva della Fano Urbino e si mette a rischio  anche la chiusura del tratto Pergola Fabriano poiché la Regione continua  a non investire sul trasporto ferroviario. Ai cittadini non resta che  il referendum”.
| “Politica contro il progresso” | 
Cagli  “Le Marche - aggiunge Gambioli - non hanno una società ferroviaria  regionale mentre l’Abruzzo sta espandendo la sua politica di trasporto  addirittura nelle Marche con l’apporto economico anche di privati. Nelle  Marche al posto di potenziare il trasporto ferroviario, magari  collegando le città della costa con Roma attraverso la Vallata del  Metauro si pensa alle piste ciclabili. Mentre altrove si svolgono  convegni sulla valorizzazione delle ferrovie turistiche e treni storici,  da noi, Urbino viene isolata negandogli una ferrovia che fino a pochi  anni fa era funzionante”.
 
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