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venerdì 4 novembre 2011

“Andiamo al referendum”

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“Andiamo al referendum”
Ferrovia Fano Urbino, Gambioli contro la Svim: incapace di giudicare
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Cagli “I sostenitori della pista ciclabile che dovrebbe essere realizzata al posto della ferrovia Fano Urbino si rifanno allo studio della Svim Spa che, anteponendo al ripristino una serie di “strozzature” (impedimenti fisici, ambientali e paesaggistici), ne sentenzia la morte”. Il segretario regionale del Pri Giuseppe Gambioli non condivide: “Si tratta della stessa Svim, ente al 100 per cento della Regione Marche, che in questi giorni è a un passo dal baratro per l’enorme quantità di debiti che ha contratto. Si parla di 6 milioni d’euro da pagare entro il 2011, di regolarizzare i conti con 30 contrattisti che sono ricorsi al giudice del lavoro e di quantificare le perdite che si avranno dalle società satellite (vedi la Scarm srl) che sono tutte in liquidazione. Quello che sorprende e fa restare stupefatti è che questo ente pubblico, nato per intercettare i finanziamenti europei con progetti di vario tipo, ha chiesto e ottenuto dalla Regione contributi sempre più consistenti per coprire le spese di gestione ma a progetti realizzati quasi nulla, con spreco di denaro pubblico”. Dunque le indicazioni di un ente siffatto non possono essere credibili secondo Gambioli: “Il Pri, a differenza della Svim Spa, è per il ripristino della ferrovia Fano e Urbino e chiede al governatore Spacca di rivedere la decisione presa a favore della pista ciclabile e soprattutto chiede una progettazione sul trasporto pubblico seria, come stanno facendo le regioni limitrofe. La Regione Marche non dovrebbe inventare nulla, basterebbe riprendere i lavori iniziati già prima dell’ultima guerra mondiale che pensava ad una Pedemontana ferrata che dall’Appennino marchigiano arrivava fino a Sant’Arcangelo di Romagna. Oggi invece si sentenzia la morte definitiva della Fano Urbino e si mette a rischio anche la chiusura del tratto Pergola Fabriano poiché la Regione continua a non investire sul trasporto ferroviario. Ai cittadini non resta che il referendum”.

“Politica contro il progresso”
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Cagli “Le Marche - aggiunge Gambioli - non hanno una società ferroviaria regionale mentre l’Abruzzo sta espandendo la sua politica di trasporto addirittura nelle Marche con l’apporto economico anche di privati. Nelle Marche al posto di potenziare il trasporto ferroviario, magari collegando le città della costa con Roma attraverso la Vallata del Metauro si pensa alle piste ciclabili. Mentre altrove si svolgono convegni sulla valorizzazione delle ferrovie turistiche e treni storici, da noi, Urbino viene isolata negandogli una ferrovia che fino a pochi anni fa era funzionante”.

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