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Fotovoltaico, parola alla giunta
Oggi la decisione sul progetto Piquadro. Controffensiva del comitato
Cagli L’acquisto del progetto di impianto fotovoltaico realizzato dalla società Piquadro Solar, che interesserà una superficie di 56.134,48 metri quadri capace di produrre 7.074,37 KWp nell’area di Sant’Angelo in Maiano da parte del Comune di Cagli, sembra cosa fatta. Questa mattina una riunione di giunta darà certamente il via libera a un’iniziativa contestatissima che con ogni probabilità verrà giustificata dall’amministrazione con la necessità di fare cassa con l’obiettivo di sostenere servizi pubblici messi in crisi dai tagli del governo.
La notizia che già correva tra i cagliesi è stata resa ufficialmente nota da un intervento del consigliere del Pdl Anacleto Pierfranceschi che né il sindaco Patrizio Catena, nè il suo vice Alberto mazzacchera, hanno smentito, limitandosi invece a confermare che la giunta questa mattina delibererà sul tema.
Non si arrendono però i componenti del comitato Terra Vivente che per dare il senso di quale area l’impianto andrà a deturpare, propone una breve storia della zona. “La Piana della Torre, nel territorio di Sant’Angelo in Maiano - scrivono - è un vero gioiello del passato. Vi sorse, tremila anni fa, il villaggio dei primi Cagliesi. Oggi quel villaggio è svelato da cerchi grandi e piccoli che si mostrano in più punti della piana nelle fotografie scattate dal cielo. In questo luogo sono stati rinvenuti oggetti archeologici, conservati nel locale museo, e soprattutto le statuette di Coltona, cedute per pochi soldi nel secolo scorso. La zona è particolarmente interessante anche sotto il profilo geologico. Qui passa il confine tra l’area appenninica e l’area pedemontana, qui hanno il loro spartiacque i bacini degli affluenti minori del Burano. Un’area quindi che dovrebbe essere valorizzata per i suoi aspetti ambientali e culturali. E in che modo verrà valorizzata quest’area? A Cagli l’Amministrazione Comunale intende seppellirla sotto una vasta distesa di pannelli fotovoltaici . La cosa è molto grave perché, se il progetto venisse proposto da un privato, costui si attirerebbe subito l’opposizione della cittadinanza, per la devastazione di un patrimonio comune per la realizzazione dei suoi propri interessi; ma, se a proporlo, è l’Amministrazione Comunale, la cosa è, a dir poco, scandalosa. Come può un Ente Pubblico pensare di devastare il proprio territorio , anziché erigersi a paladino in difesa della sua straordinaria bellezza? E per di più incurante del pericolo che corrono nel tempo i suoli agricoli insidiati da impianti fotovoltaici (riduzione dell’attività fotosintetica e della biodiversità, con progressivo impoverimento di carbonio nel suolo e di biomassa emergente; progressiva desertificazione della superficie ecc.). Non sarebbe più proficuo regolamentare la realizzazione di impianti fotovoltaici, escludendo rigorosamente quelli progettati su terreni agricoli e in zone protette da vincolo monumentale? E ricercare siti più idonei, come in prossimità di discariche o di cave abbandonate, su tetti di capannoni industriali o artigianali? Non ha pensato l’attuale Amministrazione Comunale che , se il progetto venisse realizzato, si attirerebbe il biasimo dell’intera cittadinanza e passerebbe agli annali come l’Amministrazione che, incurante della tutela e della bellezza del paesaggio, ne ha decretato lo scempio?”
Silvia Sinibaldi,
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