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sabato 12 novembre 2011

Fotovoltaico, decreti e regole non rispettate




Fotovoltaico, decreti e regole non rispettate
Il comitato: proliferazione d’impianti

Cagli “Nell’ultimo periodo - scrivono gli aderenti al comitato contro il fotovoltaico a terra - di Cagli si assiste impotenti alla proliferazione di impianti fotovoltaici su suolo agricolo sia per effetto degli incentivi statali sia per la bassa redditività dell’uso agricolo delle aree, sia per la manovra speculativa di quanti ruotano intorno a questo business. La speculazione è riuscita ad aggirare le norme sulla salvaguardia del paesaggio con il risultato che le Marche hanno permesso la localizzazione di pannelli fotovoltaici in spregio a ogni vincolo monumentale, paesaggistico, storico-culturale. Tutto ciò in contrasto con l’art. 9 della Costituzione in cui si dice che la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione” e con l’art. 12 del D.L. 387/2003 che subordina la costruzione di impianti fotovoltaici alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. A ciò va aggiunto che gli impianti realizzati in zone agricole da società o soggetti che non svolgono attività agricole violano la L. R. Marche 1990 n. 13 in base alla quale “le zone agricole sono destinate esclusivamente all’esercizio delle attività dirette alla coltivazione dei fondi, alla silvicoltura, all’allevamento del bestiame e ad altre attività produttive connesse, compreso l’agriturismo. Urge quindi un provvedimento per la regolamentazione degli impianti fotovoltaici a livello locale, onde ottenere il giusto equilibrio tra utilizzo della fonte solare fotovoltaica e tutela del paesaggio, e che incentivi l’installazione di tali impianti su tetti di capannoni industriali e artigianali, in aree degradate”.

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