“Rischiamo la chiusura”
La Comunità montana del Catria e Nerone senza più fondi
Cagli La Comunità montana del Catria e del Nerone  vive ancora una situazione di stallo. Dopo l'azzeramento del Fondo  nazionale della montagna da parte del governo, il presidente Massimo  Ciabocchi ora attende l'intervento della Regione Marche, un intervento  risolutivo per le sorti dell'ente ma che, tuttavia, non sembra arrivare.  “Dal Governo non ci aspettiamo più nulla – ha affermato Ciabocchi -  mentre dagli incontri che abbiamo avuto come Giunta dell’Uncem regionale  con l’assessore Canzian e il presidente Spacca sembrava che si sarebbe  trovata una soluzione alle problematiche finanziarie del 2010. Invece  dalla proposta di legge della giunta regionale, concernente  l'assestamento di bilancio 2010, gli unici contributi che sono previsti  per le Comunità montane sono 100 mila euro per un'ente che doveva esser  già chiuso dal 2009, ovvero la Comunità montana di Fossombrone e 83 mila  euro per la Comunità montana di Novafeltria, che addirittura non è più  nelle Marche per sua volontà”.
E le restanti nove Comunità  montane della regione? Come faranno senza contributi? “Ci siamo sempre  arrangiati, ma questa volta è molto più complicato soprattutto per la  mia cm che, a seguito della chiusura di quella di Pergola, si è vista  assegnare quattro dipendenti in più senza la relativa copertura  finanziaria. Inorridisco quando sento dire che la Comunità montana di  Fossombrone non chiude perché i Comuni non vogliono il personale, due  pesi e due misure”.
Cosa si aspetta adesso dal Governo e dalla Regione? “Da un Governo centrale di destra mi aspettavo una manovra finanziaria come quella estiva che non guardava in faccia i cittadini e tagliava a prescindere, ma da un governo regionale di centro-sinistra mi aspettavo un confronto serio con tutti i territori e una condivisione di intenti, invece mi sembra che la linea è sempre la stessa a caduta. Le Comunità montane sono una risorsa per le zone montane dove i cittadini che dovrebbero essere premiati perché qui ci vivono, ricevono quei servizi di qualità che negli ultimi dieci anni siamo riusciti ad associare e rendere efficientissimi, in alcuni casi anticipando i tempi come nel caso del Catasto e della rete Wireless. Ora che il Governo obbliga i Comuni sotto i 5 mila abitanti ad associare i servizi, le Comunità montane che già lo facevano da anni rischiano di chiudere”. Da alcune indriscrezioni sembra, tuttavia, che questi enti non verranno chiusi. “Tutto è possibile, anzi auspicabile, purchè ci sia una previsione finanziaria altrimenti sarebbe inutile lasciare in piedi l’ente per poi farlo morire di fame”.
Ciabocchi: “Vogliamo maggior attenzione”
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