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mercoledì 13 ottobre 2010

“Rischiamo la chiusura”

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“Rischiamo la chiusura”
La Comunità montana del Catria e Nerone senza più fondi
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Cagli La Comunità montana del Catria e del Nerone vive ancora una situazione di stallo. Dopo l'azzeramento del Fondo nazionale della montagna da parte del governo, il presidente Massimo Ciabocchi ora attende l'intervento della Regione Marche, un intervento risolutivo per le sorti dell'ente ma che, tuttavia, non sembra arrivare. “Dal Governo non ci aspettiamo più nulla – ha affermato Ciabocchi - mentre dagli incontri che abbiamo avuto come Giunta dell’Uncem regionale con l’assessore Canzian e il presidente Spacca sembrava che si sarebbe trovata una soluzione alle problematiche finanziarie del 2010. Invece dalla proposta di legge della giunta regionale, concernente l'assestamento di bilancio 2010, gli unici contributi che sono previsti per le Comunità montane sono 100 mila euro per un'ente che doveva esser già chiuso dal 2009, ovvero la Comunità montana di Fossombrone e 83 mila euro per la Comunità montana di Novafeltria, che addirittura non è più nelle Marche per sua volontà”.

E le restanti nove Comunità montane della regione? Come faranno senza contributi? “Ci siamo sempre arrangiati, ma questa volta è molto più complicato soprattutto per la mia cm che, a seguito della chiusura di quella di Pergola, si è vista assegnare quattro dipendenti in più senza la relativa copertura finanziaria. Inorridisco quando sento dire che la Comunità montana di Fossombrone non chiude perché i Comuni non vogliono il personale, due pesi e due misure”.

Cosa si aspetta adesso dal Governo e dalla Regione? “Da un Governo centrale di destra mi aspettavo una manovra finanziaria come quella estiva che non guardava in faccia i cittadini e tagliava a prescindere, ma da un governo regionale di centro-sinistra mi aspettavo un confronto serio con tutti i territori e una condivisione di intenti, invece mi sembra che la linea è sempre la stessa a caduta. Le Comunità montane sono una risorsa per le zone montane dove i cittadini che dovrebbero essere premiati perché qui ci vivono, ricevono quei servizi di qualità che negli ultimi dieci anni siamo riusciti ad associare e rendere efficientissimi, in alcuni casi anticipando i tempi come nel caso del Catasto e della rete Wireless. Ora che il Governo obbliga i Comuni sotto i 5 mila abitanti ad associare i servizi, le Comunità montane che già lo facevano da anni rischiano di chiudere”. Da alcune indriscrezioni sembra, tuttavia, che questi enti non verranno chiusi. “Tutto è possibile, anzi auspicabile, purchè ci sia una previsione finanziaria altrimenti sarebbe inutile lasciare in piedi l’ente per poi farlo morire di fame”.

Ciabocchi: “Vogliamo maggior attenzione”

Cagli Sulla tematica del destino delle Comunità montane, Ciabocchi affronta anche l’aspetto strettamente politico. “Mi auguro - dice - che il mio partito, il PD, su questo la smetta di tenere la testa sotto terra come uno struzzo. Al candidato alla segreteria pesarese Marchetti ho già espresso le mie perplessità e mi auguro che ricordi ai nostri amministratori che anche i territori montani hanno contribuito ad eleggere il presidente Spacca e la sua giunta e quindi meritano maggiore considerazione e rispetto”. Dalla proposta di legge della giunta sull’assestamento del bilancio 2010 ci sono 1.250.000,00 euro destinati ai territori della Valmarecchia per il distacco, cosa significa? “Significa che chi lascia le Marche si prende pure i soldi e chi invece si sacrifica per la regione si prende i pesci in faccia, forse se il territorio del Catria e Nerone guardasse all’Umbria cambierebbe qualcosa? Chissaà”.
irene ottaviani,

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