Bruno Cagli, «Io e Rossini»
Nel salone degli Stemmi del Palazzo pubblico di Cagli, nelle Marche, il 29 dicembre è stata conferita la cittadinanza onoraria al musicologo e scrittore Bruno Cagli, presidente e sovrintendente dell' Accademia nazionale di Santa Cecilia. Dopo la cerimonia della consegna, Cagli ha tenuto una lezione su Gioacchino Rossini, attraverso una particolare angolatura che è quella della famiglia Cagli, di antica origine ebraica: celebri pittori, ma anche impresari teatrali nel corso dell' Ottocento. Fu il padre di Rossini, Giuseppe, come dettagliatamente descritto nella biografia rossiniana di Vittorio Emiliani, ad aprire i portoni del ghetto di Pesaro agli ebrei all' arrivo dei Francesi, subendo poi il carcere duro con il ritorno dei pontifici. Una interpretazione, quella del genio musicale di Rossini, che Bruno Cagli ha sapientemente sviluppato con un respiro internazionale in 37 anni di ininterrotta direzione artistica della Fondazione Rossini. Nel 1971, e fino al 2008, mettendo tutta la sua passione nel prestigioso incarico, il musicologo ieri festeggiato da tutti ha plasmato una nuova, avvincente lettura della partitura del grande pesarese. La sua sagacia rossiniana, il suo coraggio nel proporre differenti e innovativi punti di vista abbinati ad una profonda conoscenza della musica e delle tecniche lo hanno portato ad assumere, accanto al ruolo a Pesaro, incarichi sempre più prestigiosi da direttore artistico: all' Accademia Filarmonica Romana, al Teatro dell' Opera di Roma, al Festival Verdi di Parma, per poi diventare nel 1990 presidente e sovrintendente dell' Accademia nazionale di Santa Cecilia.
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