Lettera di Trasarti dopo arresto Ruggeri: 'Dolore per nostro fratello sacerdote e vicinanza alla vittima'
Dopo
la notizia dell'arresto di don Giacomo Ruggeri che sconvolto la
cittadinanza fanese, mons. Armando Trasarti, di cui Ruggeri ne era il
portavoce, ha scritto una lettera che verrà letta domenica nelle chiese
della Diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola.
Immediata era stata la reazione del Vescovo dopo l'arresto del
portavoce con l'accusa di pedofilia nei confronti di una ragazzina
13enne di Orciano, dove Ruggeri era il parroco della chiesa di Santa
Maria: "Manifesto la mia solidarietà a chi è stato oggetto di abuso, con
l’impegno di essere disponibile all’incontro e all’ascolto. Le ipotesi
di reato contestate, che andranno opportunamente verificate dalla
competente Autorità giudiziaria, attengono comportamenti immorali su un
minore. Per tutti prego perché il Signore illumini e conforti."
Domenica verrà letta nelle chiese della Diocesi questa seconda lettera indirizzata ai fedeli: "Carissimi fedeli della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, proprio in questi giorni, 5 anni fa, scegliendo il mio motto episcopale "Ego sum nolite timere" (sono io, non abbiate paura), non avrei mai pensato di doverlo rileggere alla luce di quanto accaduto e mentre attendiamo che la Magistratura chiarisca la posizione di un nostro sacerdote don Giangiacomo Ruggeri. Santa Caterina da Siena nella lettera 291 al Papa Urbano VI scriveva: 'La giustizia senza la misericordia e' più ingiustizia che giustizia, è tenebra crudele la misericordia senza la giustizia è come mettere unguento su una piaga non pulita, non disinfettata.
L'unguento non farebbe che infettare ancor più la piaga. Solo unite, l'una e l'altra insieme, ridanno sanità e vità. Sento forte dentro di me lo strazio lancinante, un peso indescrivibile per quanto accaduto, lo sconcerto per le ipotesi di reato contestate e nel contempo il dolore per un mio e nostro fratello sacerdote, la vicinanza a chi è stato oggetto di abuso. Oggi, nonostante tutto, Gesù ci dice ancora, coraggio sono Io, non abbiate paura il Maestro ripete come allora queste parole straordinarie anche a noi Chiesa di Fano Fossombrone Cagli Pergola. Sentiamo il 'forte vento contrario', che scuote e mette in pericolo la barca, ma per il grande Mistero di cui siamo partecipi riconosciamo la Presenza del Signore che ci sprona ad aver coraggio perché Lui è con noi. Questa è l'unica certezza della Chiesa, situazioni come quella che stiamo vivendo ci ricordano in modo quasi prepotente che la nostra fragile umanità è stata scelta da Dio come via privilegiata della Sua presenza nella storia il mistero dell'Incarnazione ha sigillato questa scelta irreversibile, ma quando noi uomini e donne non assumiamo pienamente la nostra umanità, quando non 'facciamo pace' con i nostri limiti, quando pensiamo di sostituirci a Dio allora il cortocircuito è inevitabile.
Proprio domenica scorsa leggevamo nel Vangelo il comando dato da Gesù ai suoi discepoli di andare a predicare il Vangelo. Mi colpiva il fatto che Gesù non chiedesse a quel piccolo gruppo di uomini mezzi straordinari ma solo un bastone e un paio di sandali. Mezzi poveri ed essenziali perché il resto lo fa il Signore. Anche a noi è chiesto in questo momento e sempre di mettere la nostra fragile umanità al servizio del Vangelo, poveri e insignificanti, fragili e peccatori, ma resi forti e risanati dalla parola del Vangelo che custodiamo gelosamente. Questo è il tempo che ci è dato di vivere, e nonostante sia estremamente fragile perché affidato alla nostra umanità imperfetta, abbiamo ancora come Chiesa il compito di accogliere e annunciare il Vangelo anche in questa ulteriore fatica dobbiamo accogliere Dio nella nostra fragile barca sbattuta dalle onde della tempesta, solo così potremo avere la certezza di non affondare. Sentiamo - pieni di fiducia - la straordinaria forza dell'amore di Dio che rinfranca il cuore e anche in questo momento di prova riscopriamo un nuovo percorso di conversione, proviamo a rimpastare la nostra vita fidandoci unicamente di Lui che dopo 2000 anni sussurra al nostro cuore parole di speranza e di misericordia, "coraggio sono Io non abbiate paura".
Domenica verrà letta nelle chiese della Diocesi questa seconda lettera indirizzata ai fedeli: "Carissimi fedeli della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, proprio in questi giorni, 5 anni fa, scegliendo il mio motto episcopale "Ego sum nolite timere" (sono io, non abbiate paura), non avrei mai pensato di doverlo rileggere alla luce di quanto accaduto e mentre attendiamo che la Magistratura chiarisca la posizione di un nostro sacerdote don Giangiacomo Ruggeri. Santa Caterina da Siena nella lettera 291 al Papa Urbano VI scriveva: 'La giustizia senza la misericordia e' più ingiustizia che giustizia, è tenebra crudele la misericordia senza la giustizia è come mettere unguento su una piaga non pulita, non disinfettata.
L'unguento non farebbe che infettare ancor più la piaga. Solo unite, l'una e l'altra insieme, ridanno sanità e vità. Sento forte dentro di me lo strazio lancinante, un peso indescrivibile per quanto accaduto, lo sconcerto per le ipotesi di reato contestate e nel contempo il dolore per un mio e nostro fratello sacerdote, la vicinanza a chi è stato oggetto di abuso. Oggi, nonostante tutto, Gesù ci dice ancora, coraggio sono Io, non abbiate paura il Maestro ripete come allora queste parole straordinarie anche a noi Chiesa di Fano Fossombrone Cagli Pergola. Sentiamo il 'forte vento contrario', che scuote e mette in pericolo la barca, ma per il grande Mistero di cui siamo partecipi riconosciamo la Presenza del Signore che ci sprona ad aver coraggio perché Lui è con noi. Questa è l'unica certezza della Chiesa, situazioni come quella che stiamo vivendo ci ricordano in modo quasi prepotente che la nostra fragile umanità è stata scelta da Dio come via privilegiata della Sua presenza nella storia il mistero dell'Incarnazione ha sigillato questa scelta irreversibile, ma quando noi uomini e donne non assumiamo pienamente la nostra umanità, quando non 'facciamo pace' con i nostri limiti, quando pensiamo di sostituirci a Dio allora il cortocircuito è inevitabile.
Proprio domenica scorsa leggevamo nel Vangelo il comando dato da Gesù ai suoi discepoli di andare a predicare il Vangelo. Mi colpiva il fatto che Gesù non chiedesse a quel piccolo gruppo di uomini mezzi straordinari ma solo un bastone e un paio di sandali. Mezzi poveri ed essenziali perché il resto lo fa il Signore. Anche a noi è chiesto in questo momento e sempre di mettere la nostra fragile umanità al servizio del Vangelo, poveri e insignificanti, fragili e peccatori, ma resi forti e risanati dalla parola del Vangelo che custodiamo gelosamente. Questo è il tempo che ci è dato di vivere, e nonostante sia estremamente fragile perché affidato alla nostra umanità imperfetta, abbiamo ancora come Chiesa il compito di accogliere e annunciare il Vangelo anche in questa ulteriore fatica dobbiamo accogliere Dio nella nostra fragile barca sbattuta dalle onde della tempesta, solo così potremo avere la certezza di non affondare. Sentiamo - pieni di fiducia - la straordinaria forza dell'amore di Dio che rinfranca il cuore e anche in questo momento di prova riscopriamo un nuovo percorso di conversione, proviamo a rimpastare la nostra vita fidandoci unicamente di Lui che dopo 2000 anni sussurra al nostro cuore parole di speranza e di misericordia, "coraggio sono Io non abbiate paura".
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