se esiste un Dio lo avete già tradito
paolo ercolani
Il male umanamente più turpe, quello che Kant chiamava «male
radicale», si ripresenta ancora una volta con l’atto di violenza da
parte di un adulto, di un «testimone di Dio» (quale Dio, verrebbe da
chiedersi, con portatori della sua Parola di tal fatta…), su una
creatura giovanissima.
Siamo a Fano, nelle Marche, in provincia di Pesaro e Urbino, dove
sembra che alla fine degli anni novanta reiterati casi di pedofilia
siano stati immancabilmente nascosti dalle autorità ecclesiastiche (alle
forze di polizia), quando era Vescovo del capoluogo di provincia il
Cardinal Bagnasco.
Il Portavoce del Vescovo di Fano, Fossombrone, Cagli, comuni che
sorgono sulla Flaminia che dall’Adriatico si staglia in direzione Roma
(il cuore dello Stato Pontificio, insomma), è stato arrestato perché
colto in flagrante presso una spiaggia di Fano, mentre molestava una
ragazzina di 13 anni. Baci, palpeggiamenti, il seno scoperto. Stavolta,
però, non nel buio mefitico di una sacrestia, ma incredibilmente davanti
ai bagnanti allibiti. Il bagnino ha chiamato le forze dell’ordine, che
hanno immediatamente arrestato Giangiacomo Ruggeri, 43enne subito
scoppiato in lacrime, che si è difeso come un «bambino» che non sapeva
bene cosa stesse facendo, riferisce il corrispondente de La Stampa di
Torino,
Al disgusto e allo sconforto generato da simili turpitudini che
abitano il proscenio umano, non può accompagnarsi la meraviglia,
purtroppo. Sì, perché oltre ai filosofi, ci ha pensato Sigmund Freud,
padre di quella psicoanalisi non a caso tanto avversata e persino odiata
dalla Chiesa, a insegnarci un paio di cose fondamentali sulla natura
umana (pochi decenni dopo quello che Darwin ci aveva insegnato sulla
natura animale e vegetale). Essa, la natura umana, non è la casa del
bene, non è quel luogo armonico e irenico, oltre che trasparente, che ci
viene raccontato dalle anime belle, ma è anche terreno fertile per
pulsioni nere e disumane, ospite inquieto ed inquietante di istinti
brutali e distruttivi.
E del resto, per i dubbiosi della scienza psicoanalitica, c’è il
teatro oggettivo della storia umana a testimoniare di guerre continue,
prevaricazioni, uccisioni, stupri, desideri di possesso e annichilimento
da parte dell’uomo verso il suo «fratello». Insomma, la teoria della
natura umana anche corrotta e malvagia è ampiamente dimostrata da quel
laboratorio empirico che è la storia, che non a caso portò il teologo
Sergio Quinzio, in un suo splendido libretto di molti anni fa, a parlare
di «confitta di Dio», intendendo non tanto un essere personificato e
divino, quanto il messaggio di amore, fratellanza, carità e rispetto del
prossimo e della vita umana in tutte le sue forme di cui si è fatta
portavoce unica la Chiesa (non solo cattolica).
Ma sin qui, appunto, siamo all’interno di una lezione che, seppur
rimossa e vissuta con disagio dall’homo religiosus, non presenta
elementi di sorpresa e meraviglia, poiché tanti sono stati i pensatori
che, puntualmente messi all’indice, ne hanno scritto con passione e
tormento al tempo stesso.
Occorre un ragionamento ulteriore, un’analisi che spinga oltre la
palla, che ci faccia fare un passo avanti nella comprensione di ciò che
non si vuole comprendere. Questo passo va fatto per entrare nel cuore
della «santità» della Chiesa.
Ed è entrando nel cuore che possiamo far emergere le due
contraddizioni fondamentali di questa istituzione secolare. Una
afferente alla natura umana, l’altra al terreno dell’oggettività
politico-sociale.
In estrema sintesi, la contraddizione umana: sempre Freud, e gli
studi maggiormente analitici e clinici che a lui si sono ispirati, hanno
dimostrato in maniera ragionevolmente inoppugnabile che l’uomo è un
contenitore di istinti e pulsioni, anche sessuali, legati alla sfera che
rende possibile il perpetuarsi di quella Natura di cui noi siamo
ingranaggi e strumenti. Pulsioni e istinti, insomma, fanno parte di
un’energia talmente forte e pervasiva, potremmo dire cosmica, che
quell’individuo che decidesse di rimuoverli, reprimerli, o che non
imparasse a incanalarli e viverli in maniera adulta, se li vedrebbe
esplodere in modo incontrollato e incontrollabile, in una forma a quel
punto patologica e presumibilmente foriera di violenza e malessere nei
confronti di altri individui (più deboli e indifesi, o semplicemente
sottomessi, emotivamente o socialmente).
Quanto questo problema riguardi un’istituzione che per scelta e
dottrina ha deciso di coltivare uomini e donne che si privano, e quindi
reprimono, dei fortissimi e quotidiani istinti fisiologici di cui siamo
portatori, è cosa fin troppo agevole da considerare. Un luogo,
un’istituzione come la Chiesa, composta da individui maschili e
femminili comunque portatori di una sessualità con tutti gli annessi che
ne derivano, non può che rappresentare il luogo della pentola a
pressione di cui parlavamo, ossia di una realtà in cui persone
innaturalmente represse, controllate e insoddisfatte subiscano il peso
inaffrontabile della natura, cedendo non tanto al peccato quanto alla
violenza brutale di un’energia che fuoriesce incontrollata e perversa,
laddove innaturalmente compressa e rimossa per anni. La dice lunga, a
tal proposito, la cronaca del fattaccio di Fano, che parla di un
sacerdote che si comportava come un «bambino»…
All’aspetto umano, va comunque aggiunto quello politico-sociale.
Cioè quello che ha a che fare con un’istituzione bloccata e incapace di
redimersi, pronta a chiedere scusa con enfasi pari soltanto al ritardo e
alla reiteratezza (pensiamo al caso Galileo, le cui scuse mezzo
millennio dopo servono a ben poco, calcolando che la Chiesa rifiuta
ancora le conquiste della scienza, come abbiamo visto).
Chi non ricorda le scuse, ancora una volta, contrite e tormentate
di Benedetto XVI soltanto l’anno scorso, quando emersero casi di
pedofilia all’interno della Chiesa cattolica in tutto il mondo. Le sue
parole furono inequivocabili e durissime, e naturalmente gli organi di
informazione gli diedero uno spazio enorme. Già, peccato che veniamo a
scoprire che ancora una volta, alle parole espresse con enfasi e
passione, non seguono i fatti. Il regolamento interno all’istituzione
ecclesiastica non è mutato, tanto che né il Vescovo ne alcun altro
prelato è tenuto a denunciare alle autorità civili il prete pedofilo.
Prete pedofilo che, in mancanza della pena giuridica, subisce bene che
vada quella ecclesiastica. Una pena orribile: il trasferimento ad altra
parrocchia (gli si spezza il cuore, possiamo immaginare)…
Del resto, il caso del sacerdote di Fano la dice lunga ancora una
volta: arrestato solo perché colto in flagrante dai bagnanti, perché
stando alla cura di santissima romana Chiesa era potuto arrivare a
ricoprire incarichi assai rilevanti, fino a divenire il portavoce del
Vescovo.
Filosofi, psicoanalisti e scienziati hanno provato ad aprire occhi e
menti. Senza contare quel magnifico verso di una canzone di Guccini, in
cui, con fare arrabbiato e sconsolato, il cantautore quasi vomitava che
«se c’è, come voi dite, un Dio dell’infinito, guardatevi nel cuore, lo
avete già tradito!»
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