Escursionista ferito in un forra del monte Nerone  
Da
 quanto si sa, stavano riarmando gli attacchi a un passaggio dentro una 
forra. Quando uno dei quattro escursionisti è caduto e si è fatto male 
ed è stato necessario chiamare aiuto. I vigili del fuoco di Cagli stanno
 cercando di raggiungere le quattro persone dalle 16 di oggi, ma la 
forra tra Serravalle di Carda e Pianello, sul monte Nerone, è per 
definizione una zona impervia, alla quale bisogna arrivare con tutto il 
necessario. Ancora un po’ servirà ai vigili del fuoco di Cagli, quindi, 
(aiutati da quattro colleghi specializzati di Fano e Pesaro) per 
raggiungere le quattro persone, poi almeno un paio d’ore saranno 
necessarie per portare il ferito e i suoi compagni fuori da lì. Solo 
raggiunto il ferito, i vigili del fuoco saranno in grado di capire se è 
necessaria un’ambulanza. Intanto, però, sul posto è arrivato anche il 
Cai, che si trovava in zona. Per la difficoltà a raggiungere la forra, 
ma pure perché si è ben presto fatto buio, l’elicottero, invece, non è 
potuto intervenire. Le operazioni di recupero, quindi, si preanunciano 
ancora lunghe (forse non si rientrerà prima della mezzanotte), ma con la
 prima neve che ha imbiancato le cime, è impossibile aspettare il giorno
 ed è necessario intervenire in modo tempestivo.  

 
   Qualche imprudenza e un soccorso durato ore. Ecco l’intervento in forra  
Un momento del salvataggio in forra
 
I vigili del fuoco sono rientrati poco prima delle due. Ma per il 
soccorso erano usciti verso le 16. Il recupero dei sei escursionisti 
bloccati alla forra della Trilla, tra Serravalle di Carda e Pianello, è 
stato proprio complicato. Perché uno dei sei correntisti era ferito 
(ieri ha subito interventi ad arti e anca), ma anche perché sono state 
necessarie ore per raggiungere il gruppo, al buio e al freddo. I sei 
appassionati di torrentismo, che domenica stavano riarmando una forra, 
hanno rischiato l’ipotermia e persino la morte, a sentire i volontari 
del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico che li hanno 
riportati in superficie calando una barella fin dove i vigili del fuoco 
non sono riusciti ad arrivare. È stato un recupero lungo e rischioso, 
reso difficile dal territorio impervio, ma anche dalla notte coperta e 
senza luna, rischiarata dai fulmini che minacciavano neve, date le basse
 temperature. Condizioni non ideali, secondo i volontari del Cnsas, per 
avventurarsi in forra, in un periodo in cui la portata d’acqua è 
notevole, fa presto buio e con le previsioni meteo sfavorevoli. La 
portata del torrente che percorre la forra, domenica, era di circa25 
metrial secondo. Condizioni meteo e il breve tempo disponibile hanno 
reso impossibile far alzare in volo un elicottero: il pilota ha ritenuto
 opportuno non decollare. Allora è stata attivata la squadra forre del 
Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico delle Marche che, come 
ormai da tempo avviene, allerta anche la componente umbra. La squadra 
forre (più di trenta tecnici di due regioni, compresi un medico e un 
infermiere) si è messa in contatto con la persona che aveva dato 
l’allarme per avere le informazioni fondamentali per impostare una 
corretta strategia di intervento: i membri della comitiva bloccata erano
 privi di teli termici, fonti di calore e, a parte uno, di 
illuminazione.
A preoccupare di più i volontari è stato il rischio di veloce 
peggioramento dello stato clinico del ferito, per lo shock, i sospetti 
traumi, ma anche per l’ipotermia che può arrivare in condizioni così 
critiche, soprattutto se l’abbigliamento non è idoneo per affrontare una
 forra con acqua nel periodo invernale. Aspettare il giorno dopo, 
insomma, sarebbe stato impossibile. Secondo i volontari del soccorso 
alpino, alla base dell’incidente ci potrebbe essere la possibile 
inesperienza del ragazzo, che avrebbe perso il controllo della corda 
durante la calata, precipitando sulle rocce da un’altezza di almeno6 
metri. La prima squadra ha raggiunto il ferito alle 19 e confermato 
l’esigenza di immobilizzare il ragazzo e l’evacuazione dalla forra con 
la barella stagna.
Alle 21 hanno cominciato a uscire i ragazzi incolumi, ormai in difficoltà per il freddo e l’umidità.
La barella con il ragazzo all’interno, sotto la supervisione del 
medico e dell’infermiere del soccorso alpino e speleologico,  ha 
cominciato la discesa dopo le 22, percorrendo 7 salti verticali di cui 
uno di 16 e un altro di28 metri.
ELISA VENTURI 
 
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