Domenica 16 dicembre, il vescovo di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola Mons. Armando Trasarti, insieme all'Ufficio diocesano per i problemi sociali ed il lavoro, ha incontrato gli Amministratori Pubblici ed i politici della Diocesi in occasione del Natale. Presenti i sindaci dei Comuni di San Costanzo, di Montefelcino, di Orciano, di Piagge, di Serrungarina, gli Assessori del Comune di Fano Severi e Del Vecchio, i consiglieri comunali Cecchi, Benini e Torriani, il Consigliere provinciale Domenico Papi, già sindaco di Cagli, e altri rappresentanti di partiti e movimenti politici. Dopo l'introduzione di don Piergiorgio Sanchioni, direttore dell'ufficio per i problemi sociali ed il lavoro, e sotto il coordinamento di Gabriele Darpetti, l'intervento del Vescovo si è incentrato sul tema: "La comunità cristiana cosa chiede ai politici del nostro territorio?"
"Se vogliamo insieme – ha detto mons. Trasarti - come Chiesa locale e Istituzioni, accompagnare i cittadini verso un cambiamento ho ipotizzato di utilizzare sei verbi utili a dispiegare una progettualità comune. Questi sei verbi sono: ascoltare, condividere, agire, rinunciare, proporre, concorrere". Mons. Trasarti ha poi sviluppato questi temi, sinteticamente così riassunti:
ASCOLTARE
Ascoltare in maniera diretta, le persone, perchè ogni situazione è diversa dall'altra e merita la dovuta attenzione; Ascoltare i cittadini tramite personale preparato (assistenti sociali, ecc.) Il tempo dedicato all'ascolto gratuito e senza riserve è prezioso e va preservato. Inoltre anche in periodi di tagli e restrizioni economiche da parte dei Comuni, non diminuire mai il personale destinato al rapporto con le persone.
CONDIVIDERE
Condividere la soluzione dei problemi con gli addetti ai servizi, e non "improvvisare" mai. Condividere con le consulte dei cittadini, perchè la partecipazione di tutti alle scelte ed alle priorità, in situazione di carenza di risorse adeguate per affrontare tutti i problemi, è quanto mai necessaria. Condividere con le categorie e l'associazionismo di volontariato, perchè ci sono istanze che non sempre vengono rappresentate dai singoli cittadini, e ci sono "visioni di insieme" che non sempre un territorio piccolo può cogliere nelle sue complessità.
AGIRE
Inoltrare celermente le istanze ai livelli superiori. Quando il problema da affrontare non è nei "poteri" del Comune, non accontentarsi di dire che "non è di mia competenza", ma interessare il "livello superiore" in grado di fare qualcosa. Attivare seriamente le cose che si possono fare direttamente: a) sostenendo la famiglia, soprattutto quelle numerose b) organizzando buone pratiche di auto-aiuto replicabili c) promuovendo cooperative e imprese sociali d) garantendo l'integrazione dei cittadini immigrati e) costruendo percorsi formativi ad ogni livello (di cultura generale, di livello professionale per imparare arti e mestieri, di cittadinanza attiva, anche verso gli stranieri).
RINUNCIARE
Rinunciare ai piccoli o grandi privilegi del potere. Rinunciare alle raccomandazioni, perchè la pratica delle raccomandazioni è una condizione che umilia le persone che la cercano e quelle che la subiscono. Rinunciare ad usare linguaggi negativi,del tipo che "va tutto male o che non cambierà mai niente". Un linguaggio negativo "toglie speranza" verso cambiamenti positivi. Induce alla rassegnazione, alimenta lo sconforto e fa molto più danno di quello che si possa pensare. Rinunciare a considerare la politica "un mestiere", dimenticando che si è stati eletti per un servizio, e che a un certo punto bisogna "passare la mano".
PROPORRE
Proporre criteri di meritorietà, perchè oggi più che mai, se vogliamo ridare a giovani una speranza di cambiamento in meglio il merito deve tornare ad essere il primo criterio, per tutto. Proporre nuove soluzioni fuori dagli schemi attuali per dare un contributo a risolvere i tanti e nuovi problemi con sforzo maggiore di creatività. Proporre pratiche di cooperazione per riportare la gente a stare insieme, a collaborare, a cooperare.
CONCORRERE
Concorrere a selezionare una classe dirigente (all'interno dei partiti) motivata e preparata. Concorrere a dare spazio ai giovani ossia a rendere i partiti e le Istituzioni "scalabili" più facilmente dai giovani che vogliono misurarsi nella vita politica e in esperienze amministrative. Concorrere a creare un nuovo patto intergenerazionale impostato su una attenzione equamente suddivisa tra politiche per i giovani e politiche per gli adulti e gli anziani. Concorrere a diminuire i casi di "disgregazione famigliare" con una collaborazione tra Diocesi e Comuni. Come è già avvenuto in altre parti d'Italia, è possibile operare per la formazione delle coppie al matrimonio, organizzando momenti di preparazione al rito religioso o civile. Concorrere a preservare i beni comuni per salvaguardare le risorse naturali del territorio, e le sue bellezze artistiche ed architettoniche, perchè sono un patrimonio che dobbiamo preservare e trasmettere intatto alle future generazioni, e possono essere anche fonte di occupazione e di reddito. Concorrere a ridurre le diseguaglianze, perchè purtroppo le diseguaglianze stanno aumentando in maniera esponenziale. Questo non ci può lasciare indifferenti. I più poveri, i più emarginati non possono essere lasciati soli. Nelle conclusioni, Mons. Trasarti ha auspicato la possibilità di poter disporre di un "Osservatorio comune delle tendenze e delle possibilità" tra i sindaci e amministratori del nostro territorio ed i responsabili dei principali "uffici" della Diocesi. Sarebbe il modo migliore per rendere "strutturale" una modalità di intervento congiunto, ma anche di confronto e di arricchimento reciproco.
Redazione Fanoinforma.it
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