Accertato lo scarico anomalo
Nel Burano inquinato. Intervento dell’azienda Le Group
Cagli Continuano senza sosta le indagini del nucleo  operativo di tutela ecologica e ambientale della polizia provinciale. E'  stato finora accertato che tra il 28 e il 29 giugno scorso c'è stato,  nella zona industriale Candiracci di Smirra, uno scarico anomalo nelle  acque del fiume Burano che ha causato la morte di circa cinque quintali  di pesci. “Un danno ambientale molto grave”, sostiene il responsabile  del nucleo - il laboratorio zooprofilattico ci farà pervenire i  risultati delle analisi dei campioni soltanto la prossima settimana,  quindi è ancora presto per dire quali sostanze abbiano causato il danno  ambientale e, soprattutto, per collegare lo scarico anomalo a qualche  azienda del luogo”. Si indaga a tutto campo. Intanto gli agenti della  polizia provinciale e l'Arpam hanno controllato, una ad una, le aziende e  le attività cagliesi. La “Le Group Srl”, una delle aziende che si trova  in quella zona, ci tiene a precisare la sua estraneità ai fatti facendo  presente che gli agenti, durante i controlli di questi giorni, non  hanno riscontrato nessuna anomalia. “La nostra azienda – precisa Le  Group – si attiene scrupolosamente alla normativa sul carico e scarico  dei rifiuti industriali, così come prescritta dalle leggi in vigore.  L'impianto di depurazione permette il trattamento di tutti i liquidi e  le acque di lavorazione, le quali vengono depurate di ogni componente  nociva, cosicchè lo scarico delle acque non può comportare e non ha mai  comportato alcuna forma di inquinamento”. Il sistema di depurazione  della Le Group è stato costantemente monitorato dagli organi competenti,  anche con ricorrenti prelievi di campioni, e il risultato è sempre  stato eccellente. “Tutti i prelevamenti – ha aggiunto l'azienda – hanno  portato all'accertamento della piena conformità, del rispetto di tutti i  parametri di natura chimica, batteriologica e fisica, nonché  dell'assenza di componenti nocive o inquinanti. Eseguiamo anche  autocontrolli attraverso un nostro laboratorio interno”.
Irene Ottaviani,                                                                                                                                                                                           



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