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Burano inquinato Altra morìa di pesci
Residenti protestano: “Inaccettabile”
Cagli Un altro scarico anomalo ha interessato le acque del fiume Burano, il secondo a distanza di pochi giorni e, anche questa volta, sono stati i residenti a lanciare l’allarme.
Una ragazza che è solita passeggiare in quel tratto di fiume, a ridosso della zona industriale Candiracci, ha raccontato di aver visto centinaia di pesci morti e di aver sentito un forte bruciore agli occhi che si è prolungato fino a sera. Una situazione inaccettabile secondo gli abitanti di Smirra che solo qualche giorno fa hanno dovuto assistere alla stessa scena. Era il 28 giugno quando il nucleo di tutela ambientale della polizia provinciale aveva accertato nelle acque del fiume Burano una grave forma di inquinamento dovuta ad uno scarico anomalo.
Circa cinque quintali di pesci morti e un paesaggio incontaminato deturpato per sempre. Qualche giorno dopo la polizia aveva individuato i colpevoli e inviato comunicazione di notizia di reato al magistrato di turno, provvedendo alla stesura di tre verbali amministrativi e tre penali. Poi, non si è saputo più nulla. I cittadini non hanno avuto risposte e, come se non bastasse, hanno visto ripetere lo stesso reato.
“E' impensabile che a meno di un mese dalla scorsa catastrofe questo accada di nuovo – ha affermato Francesco Veterani di Accadueo -. E' criminale il comportamento di simili irresponsabili e, proprio per questo, chiediamo che vengano fatti i nomi pubblicamente di coloro che si sono resi colpevoli di un così grande atto terroristico contro la natura, contro il fiume e contro noi tutti”.
i.o.,
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