La cultura a Cagli: chi paga chi?
di Lucio Palazzetti
Non sono poche e neppure di poco conto
le iniziative che vedono la luce grazie all’impegno che
l’Amministrazione Comunale, ma in particolare l’Assessorato alla
Cultura, hanno saputo concentrare nei settori dello spettacolo e della
conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico ed
architettonico. E’ superfluo elencarle tanto vengono pubblicizzate.
Senza contare poi l’attenzione prestata
alle attività culturali provenienti dalle associazioni locali alle
quali, se non il sostegno economico, non sono mai stati fatti mancare il
patrocinio e la disponibilità delle strutture, ai quali si aggiunge
l’ultima iniziativa di destinare alle associazioni culturali locali
l’uso di due sale del mezzanino del Palazzo Mochi Zamperoli, una
iniziativa che rappresenta certamente un passo avanti verso un maggiore
coordinamento fra le varie associazioni culturali di Cagli.
Quello che però viene da chiedersi è se
la cittadinanza apprezzi pienamente queste cose e addirittura se la
stessa Giunta approvi unanimemente queste iniziative. Questo dubbio ci
viene quando dobbiamo constatare come la città intera non sia
adeguatamente pronta a contenere queste cose a causa di alcuni problemi
noti da tempo ed irrisolti:
- la mancanza di manutenzione delle strade, piene di buche ed in condizioni igieniche talvolta inaccettabili, al punto da dover fare intervenire i Vigili del Fuoco, una volta a Natale, per lavare certe strade che, però, sono in quelle condizioni tutti i fine settimana;
- l’insufficienza ormai cronicizzata dei parcheggi, ma soprattutto la mancanza di qualsiasi iniziativa capace di educare i cittadini ad un uso più civile dei veicoli nella circolazione e nella sosta nel centro abitato;
- l’incapacità di coordinare le esigenze degli operatori commerciali e dei pubblici esercizi, coinvolgendoli in queste iniziative non come vittime di necessarie temporanee limitazioni, bensì come protagonisti e fruitori del ritorno economico che queste iniziative possono produrre su questi settori, se gestite opportunamente;
- l’inadeguatezza di alcuni locali pubblici all’accoglienza dei forestieri, abituati ormai a trovare ovunque locali eleganti e puliti, dotati di servizi igienici dignitosi, gestiti da personale educato, gentile, ben vestito, professionalmente impeccabile.
Quindi ben vengano queste iniziative che
danno lustro e fama alla nostra città perché, oltre al contenuto
culturale, producono un richiamo di pubblico non residente che può e
deve portare benefici all'economia locale; ma gli operatori devono saper
cogliere queste opportunità, e le loro associazioni di categoria, forti
delle loro esperienze, dovrebbero saper indirizzare i loro associati in
questo percorso di guerra per uscire dalla crisi, non guidandoli contro
corrente, altrimenti i soldi spesi nel settore della cultura a qualcuno
potrebbero sembrare solo soldi sprecati.
Fonte: http://dentrovivereacagli.blogspot.it/2013/01/la-cultura-cagli-chi-paga-chi.html
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