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Passa il bilancio dell’austerity
Tagli alla spesa senza toccare i servizi. Pesa il patto di stabilità
Cagli L'amministrazione comunale non ha rispettato il patto di stabilità e per questo Cagli non fa più parte dei cosiddetti “Comuni virtuosi”. Lo ha affermato l'assessore alle Finanze, Massimo Ciabocchi, che giovedì ha illustrato in consiglio comunale il bilancio di previsione per il 2010. Un documento che deve tenere conto anche delle sanzioni previste per il mancato rispetto del patto.
“Abbiamo ritenuto necessario dar atto allo sforamento del patto - ha affermato Ciabocchi - causato dalla volontà di non mandare sul lastrico decine di piccole aziende che hanno prestato servizi per il Comune e che rischiano la chiusura a causa di una normativa scellerata che comporta l’allungamento dei tempi di pagamento alle imprese fornitrici di beni e servizi pur in presenza, e qui è il grande paradosso, di risorse pronte e disponibili”. L'assessore ha voluto anche precisare che tutta l'amministrazione si è confrontata più volte con il sistema bancario ed imprenditoriale prima di prendere la decisione, “sensibilizzati - ha continuato Ciabocchi - dalle lacrime di disperazione dei titolari di imprese sull’orlo del fallimento”.
E proprio l'applicazione delle sanzioni ha ridimensionato la spesa corrente entro i 5.561.431,09 euro, senza tuttavia ridurre i servizi individuali e sociali e mantenendo inalterate le imposte e le tariffe. Un altro punto cardine del bilancio è la valorizzazione della cultura, del turismo e di tutte le manifestazioni istituzionali. E' previsto il rafforzamento dell'assistenza sociale, dell'intero sistema sanitario e dei servizi educativi. Non mancano poi interventi di manutenzione alle strade, al verde pubblico, agli immobili di proprietà e alle vie interne. “Gli interventi - ha concluso Ciabocchi - verranno finanziati con l’impiego degli oneri di urbanizzazione, con l’alienazione di alcuni immobili e con l’attivazione di finanziamenti con leggi speciali regionali e comunitarie”. Un bilancio approvato dal consiglio ma che ha sollevato numerosi dubbi tra le file dell'opposizione.
IRENE OTTAVIANI
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