Gambioli tuona a difesa del decreto Ronchi
Il segretario Pri torna alla carica sui nuovi conferimenti nella discarica cittadina
Cagli “Il  decreto Ronchi - scrive il segretario regionale del Pri  Giuseppe Gambioli - secondo il presidente Ricci è sbagliato, non  migliora i servizi e vuole espropriare gli enti locali. Nulla di più  falso. Fino ad ora abbiamo avuto una serie di finte privatizzazioni con  aziende che al posto di dare un servizio trasparente ed economico, sono  state fonte di clientelismo, di lottizzazione dei partiti e di bilanci  fallimentari. Più volte si sono fatte delle operazioni di salvataggio di  aziende come Acquagest, poi messa in liquidazione, Megas, Natura e Sis,  con aggravio sulla collettività senza migliorare il servizio. L'ultima  operazione scandalosa e piena di ombre è quella di pareggiare i conti  lasciati in rosso da Natura con lo stratagemma di portare 90 mila  tonnellate di fanghi industriali nella discarica di Cagli. Una  scempiaggine che metterà in crisi la raccolta dei rifiuti urbani su  tutta l'area del Montefeltro.  Oltre ai problemi economici non certo  secondari si deve registrare un fallimento anche sulla gestione dato che  a tutto oggi la raccolta differenziata nei comuni del Montefeltro è  alla scandalosa quota del 14 per cento, inferiore alla Campania, e fatto  ancor più grave quello di smaltire nelle nostre discariche fanghi  industriali  provenienti da altre zone. In questo modo i cittadini  vengono beffati due volte: pagano più tasse  per una raccolta dei  rifiuti inadeguata e, per cattiva gestione, “pagano” l'acquisizione di  fanghi non nostri. L’indicazione della Comunità europea che impone la  gara pubblica per il futuro gestore costringe a mettere in campo  strategie di gestione valide, trasparenti ed economiche e portare un  cambiamento virtuoso ad una situazione che penalizza i cittadini e si  vorrebbe che restasse tale. Il Pri è quindi fortemente contrario al  monopolio esistente di queste aziende lontane dalla trasparenza e dagli  standar nazionali e considera una vera sciagura se si realizzasse un  grosso monopolio regionale al fine di evitare la gara pubblica e  continuare con lo status quo”.
 
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