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giovedì 9 dicembre 2010

Pianello, un crocevia di tutte le civiltà

I tre ricercatori Dromedari, Gabriele e Maurizio Presciutti

Pianello,
un crocevia
di tutte le civiltà

Tre anni di ricerche sul campo e negli archivi sul piccolo borgo vicino a Cagli. Un lavoro documentarista portato avanti da Giuseppe Dromedari, Gabriele e Maurizio Presciutti
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Pianello (Pesaro - Urbino), 9 dicembre 2010 - E’ facile fare la storia con il 'copia e incolla'. Oggi è ancor più semplice: si va su internet, magari nel motore di ricerca dei libri di Google e si iniziano ricerche un po’ dove capita. Poi si clicca qua e là e qualcosa viene fuori. Ma tutto questo — che a quanto si racconta, pare essere il metodo più diffuso per le ricerche nelle medie e superiori, se non per le tesi di laurea — a cosa serve? Chi trae vantaggio da questa approssimazione continua, dalla quale sembriamo non uscire più? In fondo a dolersene sono in pochi: tanti sono assuefatti dalla cultura del 'tirar via', altri non leggono proprio quel che capita sotto mano. Dunque... lo scenario è sconfortante, soprattutto per la storia locale.

Ci sono però eccezioni che meritano grande attenzione. Non solo quella del pubblico che magari compra un libro (perché in tanti si ostinano a ritenere che le pubblicazioni di storia locale debbano essere distribuite gratis... chissà perché), ma anche del mondo accademico. Con il volume dal titolo esaustivo "Pianello di Cagli - Viaggio nella storia di una vallata", gli autori Gabriele e Maurizio Presciutti e Giuseppe Dromedari hanno fatto quello che tanti ricercatori — specialmente in materie locali — tralasciano: la ricerca sul campo. La nostra provincia ha avuto un esempio grandioso di ricerca incrociata tra archivi e campo, lo storico Leonardo Moretti purtroppo prematuramente scomparso a 55 anni nel febbraio 2009 e poi Delio Bischi, senza dimenticare altri nomi illustri che ci mancano, come Franco Negroni. Venuti meno loro, c’era da temere che a parte Daniele Sacco, pochissimi come Edmondo Luchetti sono disposti a fare ricerche lunghe per anni prima di scrivere una riga.

La sorpresa che gli appassionati di storia locale si aspettavano la annunciamo oggi: i cugini Presciutti e Dromedari hanno scritto un volume curatissimo, con ricerche approfondite sul campo e negli archivi, hanno consultato una biblioteca intera di volumi e hanno curato un notevole apparato iconografico che comprende oltre a foto inedite e rilievi, anche illustrazioni di Maurizio Romagnoli, Franco Barbieri e Francesco Ambrogiani.


"La nostra curiosità nei confronti di Pianello è sedimentata nel nostro passato comune — raccontano Dromedari e i cugini Presciutti —. Da ragazzi, negli anni Sessanta e fino a metà degli anni Settanta, abbiamo trascorso gli anni più belli sempre all’aperto a Pianello. Eravamo tanti ragazzi, giocavamo, facevamo battaglie, conoscevamo il territorio come pochi. Non ci ponevamo tante domande. Ma allontanandoci per ragioni di lavoro, sono sorti interrogativi sull’origine di Pianello, volevamo capire se le leggende potevano anche diventare storia. Così prendendo spunto da un incontro con il ricercatore storico Nando De Rosa, ci siamo divisi il lavoro e abbiamo scritto il lavoro che presentiamo dopodomani, sabato 11, alle ore 17,30 nella sala parrocchiale di Pianello. Sarà l’occasione per ascoltarci, ma anche per comprare il libro che abbiamo appena stampato. Costa 15 euro, e nelle 252 pagine chi è vissuto o vive in questa vallata troverà una miniera di notizie".

Non a caso il libro si apre con la preistoria e le genti umbre, perché in questo territorio — è certo — c’erano abitanti prima della fine del terzo millennio avanti Cristo. Gli aspetti naturalistici (come lo straordinario arco di Fondarca a Pieia, riprodotto qui sopra) meritano una pubblicazione a parte, ma i Presciutti e Dromedari aprono il capitolo (di interesse immenso anche turisticamente) dei sentieri antichissimi. Sono tratti che anche oggi potremmo rifare a piedi. Si tratta dei percorsi noti ai romani già dall’epoca degli scontri con i Celti, e proprio qui avvennero (fanno notare gli autori) contaminazioni proprio tra Etruschi, Umbri e Celti. I rituali antichi, proprio dei Celti che erano soliti tagliare le teste, si fondono con le tracce del cristianesimo.

Le invasioni barbariche fanno il resto: rimescolano i popoli, aprono la strada alla affermazione anche amministrativa della Chiesa e proprio queste zone si trovano nel 'Corridoio bizantino', l’esigua 'striscia di territorio rimasta sempre in mano bizantina e da questi strenuamente difesa per non perdere il collegamento fra Ravenna e Roma attraverso l’Appennino' (pag. 61). I riflessi delle popolazioni in transito, rimangono incuneati anche tra le pieghe del dialetto mentre ci si avvia (tra il X e XII secolo dopo Cristo) al fenomeno dell’incastellamento', la nascita di presidi fortificati le cui tracce sono state abbondantemente fotografate e segnalate dagli autori, i quali si sono anche spinti oltre, facendo ricostruzioni virtuali in tre dimensioni.

Su un aspetto in particolare hanno poi lavorato i cugini Presciutti e Dromedari: le mappe satellitari di Google Earth con le carte storiche. Sembra fantascienza, ma quando Dromedari mostra l’aderenza tra sentieri pedonali antichissimi ancora leggibili e le carte dei secoli passati, pare quasi il ricercatore di un film hollywoodiano, che ha anche intuito dove potrebbero trovarsi ancora edifici di cui si conosce l’esistenza ma non l’esatta posizione. Il capitolo delle lotte con la vicina Cagli, fanno sognare come il destino poteva mutare gli eventi: Pianello dominatrice del territorio e Cagli centro minore. E’ andata diversamente e questo territorio si affermò di più come luogo di monaci ed eremiti. Dei toponimi nati e svaniti, i Presciutti e Dromedari documentano tutto. Fino al Medioevo. E poi? Beh, è storia 'recente'...
Giovanni Lani

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