Le questioni legate alla sanità, alla salute dei cittadini e ai servizi territoriali che questo diritto dovrebbero garantire, meriterebbero
più rispetto e più attenzione; e molta più chiarezza e sollecitudine nell’informazione al cittadino.
Si ripete invece una vecchia storia: mentre imperversa il dibattito sul futuro Ospedale Unico ( Pesaro-Fano ), con grande dispendio di interventi, prese di posizione, polemiche, documenti firmati da amministratori, pareri di esperti nonché prese di posizione più o meno ufficiali dei maggiori partiti, viceversa le popolazioni dell’entroterra vivono nell’incertezza, nell’apprensione e nella confusione riguardo al
futuro del proprio fondamentale diritto alla salute, e si vedono obbligate a ricorrere, per l’ennesima volta, agli strumenti tipici di chi vede venir meno l’efficacia e la credibilità della rappresentanza politica sul proprio territorio:
I COMITATI E LA RACCOLTA DELLE FIRME QUALE STRUMENTO DI PROTESTA E DI PROPOSTA.
La situazione sta assumendo aspetti paradossali: da una parte con l’approvazione della delibera n. 17/2011 la giunta regionale ha dato l’avvio al processo di riorganizzazione del servizio sanitario
ma ancora non si sa bene quali ospedali riconvertire, quali reparti accorpare ed in quali strutture, quale riorganizzazione interna del personale applicare.
Di certo ci sarà un taglio di 10 milioni di euro in un anno ed è altrettanto certo che sarà applicato un blocco del turn over al 70% in tutte le strutture: è prevedibile quindi che per colmare il deficit strutturale sarà necessario ricorrere a straordinari e ferie non godute, e di certo permarranno comunque difficoltà a garantire standard di assistenza ottimali. Tutti questi elementi “certi” stanno creando non poche preoccupazioni e malumori all’interno delle stesse organizzazioni sindacali.
Ma nonostante queste uniche, preoccupanti certezze, non c’è struttura ospedaliera che ( da ultimo Pergola ) non abbia avuto garanzie circa il proprio futuro:
a tutti si promettono salvaguardia, tutela, addirittura potenziamento. Come è possibile? MAGIA?
Tanto più che nelle linee di indirizzo si parla di riconversione dei piccoli ospedali in Residenze Protette ed in Residenze Sanitarie Assistenziali ( strutture queste destinate a pesanti tagli come già successo a Urbania, S.Angelo in Vado e Macerata Feltria dove l’impossibilità di assumere personale ha portato alla riduzione dei minuti di assistenza ad utente senza minimamente riconsiderare i piani di lavoro con la conseguenza che un operatore deve governare 20 ospiti non autosufficienti ).
Intanto, per quanto riguarda l’ Ospedale di Cagli, l’unico dato certo è che dal giugno 2010 il reparto di Chirurgia è stato ridotto a soli 5 posti e trasferito in quello di Medicina, ultimo atto di una lenta ed inesorabile opera di spoliazione ed indebolimento.
Sinistra Ecologia Libertà , zona Catria-Nerone, nel ribadire il proprio sostegno e la condivisione degli obiettivi del Comitato per la difesa dell’Ospedale e dei servizi sanitari, nonché la recente raccolta delle firme, ritiene che sia necessario, quale segnale forte per le popolazioni
, l’immediato ripristino dei 20 posti di chirurgia; ritiene altresì necessario che le forze politiche e gli amministratori dei comuni interessati ribadiscano il proprio impegno ad esercitare ogni forma di pressione ed ogni iniziativa allo scopo di garantire
i servizi ospedalieri di Chirurgia, Medicina, punto di primo intervento e laboratorio analisi, e migliorare tutti i servizi ambulatoriali e rafforzare i servizi sanitari sul territorio.
Le popolazioni dell’entroterra sanno bene che, soprattutto nell’ultimo decennio, la parola
RAZIONALIZZAZIONE è stata sinonimo di indebolimento, trascuratezza, emarginazione, abbandono; non vorremmo che in questo caso significasse soppressione dei Poli Ospedalieri come se fossero le zone interne ad arrecare costi, debiti, sprechi alla sanità marchigiana.
Se da una parte è, a certe condizioni, comprensibile puntare a strutture ospedaliere di eccellenza, non è però possibile ed accettabile trasformare tutti i Poli Ospedalieri in reparti di lungodegenza.
Ed è forse giunto il momento, ragionando anche sul destino delle Comunità Montane, di organizzare, utilizzando ogni leva politica,
iniziative serie e concrete a difesa e a tutela di territori che sembrano non interessare più a nessuno, destinati, sembrerebbe, a non dar fastidio in cambio di qualche briciola.
L’entroterra sta pagando un prezzo altissimo, forse decisivo per la propria sopravvivenza, a politiche di tutela, salvaguardia e rilancio
ampiamente insufficienti, quando non del tutto deboli ed al di sotto delle aspettative e delle possibilità.
Lo testimoniano le condizioni di degrado e a volte di abbandono e saccheggio della
viabilità ( la SP3 da Cantiano ad Acqualagna sta assumendo caratteri di pericolosità per non parlare dei collegamenti con l’Umbria sull’altro versante: Bocca Trabaria chiusa da 120 giorni e nessun ente che si prenda la responsabilità di far riaprire il tratto chiuso ), e oltre alla viabilità le
strutture scolastiche sempre in bilico tra chiusure e mantenimento, stesso destino per
uffici e servizi pubblici, la gravissima
situazione occupazionale è a tutti nota, ora pure
la sanità.
Non vogliamo davvero credere che nel nostro futuro ci siano solo brutte distese di pannelli, discariche inquietanti, rotatorie sbilenche, cave.
Sinistra Ecologia Libertà, comitato zona del Catria e Nerone, si impegna a proporre e lanciare, nelle prossime settimane e mesi, partendo dalle questioni della sanità, una serie di iniziative per la difesa e il rilancio dei nostri straordinari territori con tutte quelle forze politiche e sociali che riterranno utile mettere insieme le forze.