Un onore un po’ troppo grosso. Lo sussurrava il maestro Antonio Cerretini mentre accarezzava, magari per controllarlo, il premio simbolo de Il Cagliese mentre, sul palco del teatro comunale, si è trovato tra le mani la targa che eleggeva lui a Cagliese 2011. Segno che, quando quel premio lo ha realizzato per la prima volta, non lo ha certo fatto pensando che un giorno sarebbe toccato anche a lui. Ha la sua firma, infatti, la scultura ormai simbolo del premio pensato dall’associazione Giochi storici (e che ha trovato la collaborazione di gran parte delle associazioni cagliesi), come ce l’hanno anche l’oca del palio che i quartieri si contendono ogni anno o come il monumento al donatore che fa bella mostra di sé nel parco di Cagli nuova, che ben si vede arrivando dal centro storico o la stella cometa che ha contribuito a fare di Cagli la città dei presepi. Ma come la portano una serie infinita di angoli cagliesi che Tonino, negli anni, ha abbellito o restaurato, sempre mettendosi al servizio della sua città, senza farsi troppo vedere. Anche per questo il premio sembra pensato su di lui, che continua a lavorare in silenzio, anche adesso, che ha posato la fiamma ossidrica per colori e pennelli e ha fatto della casa di riposo “un piccolo Louvre” come lo ha definito Valentino Ambrosini, salito sul palco per rendergli omaggio. E Tonino da quel palco ha voluto anche fare una promessa. “Continuerò – ha detto – a lavorare per Cagli ogni volta che ce ne sarà bisogno”. E certo la città non intende rinunciare al suo genio artistico. Come ogni anno, però, Il Cagliese è anche l’occasione per ricordare qualcuno che non c’è più. Il premio alla memoria 2011 è stato per Paolo Ginevri, cagliese non di origine, ma perché ha dato alla città più di quanto ha potuto. “Ho capito cosa lo zio avesse fatto per Cagli – ha detto la nipote che ha ritirato il premio – quando la gente mi fermava per strada. Ma oggi, l’ho di certo capito meglio”. Cordialità e disponibilità le qualità riconosciute al “dottorino” ai tempi in cui il medico condotto arrivava in tutte le famiglie. Con una passione per la formazione dei giovani che lo portò a dare vita all’opera Don Orione, che a lungo ospitò i giovani dei dintorni per farli studiare. Ad aprire e chiudere la manifestazione (al freddo per la mancanza di gasolio per i riscaldamenti), l’esibizione dei cori polifonico Città di Cagli e di Piobbico, nell’edizione in tricolore, omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
CERCA NEL BLOG
venerdì 4 marzo 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento.