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mercoledì 16 marzo 2011

Gambioli, “Salviamo i piccoli ospedali”

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Gambioli, “Salviamo i piccoli ospedali”
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Sulla sanità marchigiana regna una confusione totale e sta provocando grande apprensione a quelle comunità che beneficiano del servizio dei piccoli ospedali. L’Assessore alla sanità Almerino Mezzolani va in giro per i comuni delle Marche a sostenere che con la riorganizzazione della funzione ospedaliera non cambierà nulla mentre nelle Linee d’Indirizzo, approvate il 17 gennaio, si parla di riconversione dei piccoli ospedali in Residenze Protette (PR) e Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). A chi toccherà questa trasformazione? Quali ospedali si salveranno? La Sanità non ha subito quel processo di risanamento finanziario che viene propagandato, nel 2010 il debito si è attenuato grazie ad alcune vendite d’immobili, ma non sono stati risolti quei nodi strutturali che continuano tuttora a produrre criticità e aumento della spesa. Le liste d’attesa, la mobilità passiva, la spesa farmaceutica, la riorganizzazione della rete ospedaliera ed amministrativa restano ancora al palo (abbiamo più del doppio degli amministrativi della Lombardia: 22 ogni mille abitanti contro 10, con un’efficienza molto inferiore). Uno studio della CGIL prevede che si potrebbero risparmiare 20 milioni di euro riducendo la mobilità passiva, 15 milioni con la distribuzione diretta dei farmaci, 10 milioni con una ri-allocazione del personale. Il PRI chiede la sospensione del Piano Sanitario regionale poiché non da risoluzioni dei nodi strutturali della sanità marchigiana e sposta il problema dei tagli sui piccoli ospedali che ormai, ridotti all’osso, non possono subire più alcuna riduzione, pena la loro chiusura. In questo malaugurato caso al posto di avere un risparmio economico, avremo un aumento dell’inefficienza e quindi della mobilità passiva, delle liste d’attesa e anche dei costi dei medicinali e dei trasporti ospedalieri. Si aggraverebbero proprio quelle criticità che si vorrebbero ridurre, senza contare i disagi sociali per popolazioni collocate in zone già disagiate e che ora beneficiano dei servizi di questi ospedali. I piccoli ospedali, soprattutto quelli a ridosso dell’Appennino, al contrario di quanto si è cercato di propagandare, ora sono fonte di risparmio e se organizzati al meglio, superando la duplicazione all’interno di un’area vasta, fungeranno da valido supporto per un’offerta di “eccellenza” che tuttora manca nelle Marche. Dall’Assessore alla sanità Mezzolani ci aspettiamo altre risposte, vogliamo sapere come saranno ridotti gli sprechi veri e non basta tranquillizzare i cittadini sul futuro dei piccoli ospedali, quando nelle Linee d’Indirizzo si scrive il contrario e già sono iniziati sibillinamente alcuni tagli. In questi ultimi decenni le scelte strategiche sulla sanità sono state fallimentari, si sono uccisi i piccoli ospedali pensando di risparmiare, si è realizzato un ospedale “mostro” a Torrette di Ancona che non si riesce a gestire mentre la spesa continuata a crescere.

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