CAGLI _ Per i 150 anni dell’Unità d’Italia, mentre tutti inneggiano alle  vicende storiche che unirono il nostro Paese, non va dimenticato che un  ruolo importante lo ebbero anche le tavole imbandite dove spesso si  discutevano piani e strategie d’azione per le battaglie del nostri  Risorgimento. Oggi nell’era digitale della TV, per Cristina Parodi la  frase del giorno è “cotto e mangiato…” che ripete ad ogni sua ricetta  che sforna in televisione all’ora di pranzo ed è il caso di dire che a  Cagli è stato rinvenuto un prezioso volume che fa sussurrare ai  buongustai un'altra curiosa frase……..”scritto e mangiato”. Si tratta di  un rinvenimento davvero unico il prezioso libro che ha trovato tra le  sue vecchie cose in cantina, Sauro Ragni un pensionato che ci ha  consentito di sfogliarlo e curiosare tra le oltre 250 pagine del  “Manuale del cuoco e pasticcere di raffinato gusto moderno”. Un libro  ancora ben conservato scritto da Vincenzo Angioletti ed edito a Pesaro  il 30 settembre del 1832 dalla casa editrice Nobili con il patrocinio  del canonico dell’allora seminario della città, Filippo Monacelli. C’è  in prima pagina anche una nota di merito dell’allora Arciduchessa  d’Austria, una sorta di nobili credenziali nei confronti dell’autore che  descrive diverse centinaia di ricette con nozioni fondamentali della  cucina locale e nazionale del tempo. Si leggono appropriate spiegazioni  di termini  usati per descrivere pietanze o dolci, sia per quelli che  derivano da parole in francese che in italiano. Importanza particolare  viene data al capitolo che riguarda “Le Regole del cuoco” con  descrizione di comportanti ed organizzazione del menù giornaliero per  prelati e nobili del tempo. Anche attenzioni e capitoli con “Accenni  alla cucina economica”, dove vengono descritte le varie spezie, molto  comuni in quei tempi per preparare ….”salse di erbe o di legumi in ogni  modo”. Vere chicche per vegetariani o oggi, per amanti del ….”mangiar a  base di verdure”. Tante le ricette dei piatti del tempo per preparare  carni con abbacchi, bolliti, cacciagione, pesce, fino a quelli…”composti  d’ogni sorte, sia di grasso che di magro”. Anche i contorni non sono  stati dimenticati con la descrizione di….”verdure ed insalate di tutte  le qualità” fino al ……”modo di conservar sano ogni alimento”. Non  c’erano a quei tempi frigo o conservanti e la descrizione di certe  prassi e metodi naturali per conservare i cibi, sono davvero curiosi ed  interessanti. Infine anche una descrizione di piatti e ricette da  prepararsi nelle quattro stagioni dell’anno a secondo degli ingredienti  reperibili dalla primavera, all’estate, autunno ed inverno. Dolci molto  particolari e non vi erano ancora panna o gelati per guarnirli, il tutto  veniva ….”sfornato” con le poche ed uniche dolcezze del tempo. Un  manuale che sicuramente molti cuochi e ristoratori pesaresi potrebbero  avere il desiderio di consultare e curiosare, per rispolverare le  particolari ricette dell’800. Anche se, sicuramente, quei genuini sapori  di allora non sarà più possibile imitarli.
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giovedì 24 marzo 2011
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