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mercoledì 19 ottobre 2011

Bic e fotocopie la costante di 40 anni di Centro. Rischia di chiudere il negozio di Maidani, un pezzo di storia locale

Bic e fotocopie la costante di 40 anni di Centro. Rischia di chiudere il negozio di Maidani, un pezzo di storia locale       

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Bic e fotocopie. Sono la costante di 40 anni di attività nel centro storico partita da Palazzo Berardi, Mochi, Zamperoli. Ora quella che chiamare una copisteria è riduttivo rischia di sparire. A fine anno Ermes Maidani chiuderà. E anche se spera di poter cedere l’attività, per ora c’è gente che si informa ma che, poi, non sembra concretizzare. “Il centro storico - spiega - è cambiato molto e in diversi modi e così è cambiato anche il commercio, con il quale adesso una famiglia fatica a vivere senza un altro stipendio. Il rischio è che si perda il lavoro del commerciante come si sono persi molti tipi di artigianato. Ma quando mancano i negozi il centro è destinato a morire, per questo servirebbero incentivi all’apertura. Io sono stato il primo a fare le fotocopie a Cagli negli anni Sessanta. A quei tempi le fotocopiatrice ce le davano in affitto ed erano tanto grandi da occupare metà negozio. Le prime fotocopie le abbiamo fatte quando c’era ancora la matrice che si buttava a ogni copia. I negozi erano ancora pochi, c’erano un paio di alimentari e poco più. Poi c’è stato il boom economico e di negozi ne sono nati un’infinità, ma ne sono rimasti pochi. I soldi sono diminuiti, fare il commerciante è diventato meno redditizio e quindi parecchi hanno chiuso, più o meno quello che si rischia anche adesso”. Tanto che se l’attività non riesce a venderla in parte è proprio per questo: perché mancano i soldi, anche se l’attività di Ermes è ormai più che consolidata. “Ci sono clienti che vengono qui da quarant’anni, ai quali se ne aggiungono sempre di nuovi, favoriti, intanto, dalla vicinanza del Comune e poi anche da quella del teatro”. Negli “anni d’oro” del teatro, sono stati molti i nomi noti che hanno sceso il gradino per entrare in negozio. “È difficile fare nomi, ma attori, musicisti e cantanti ne sono venuti tanti a fotocopiare gli spartiti, per esempio”. Ma il tempo ha cambiato molte cose, dentro e fuori dal negozio. “Una volta fare gli ordini era più semplice: prima prendevo le bic, adesso 50 tipi di penne, anche se le bic restano sempre le più affidabili”. Invece fuori il ritmo è quello di auto sempre di corsa con giovani che preferiscono il discount alla bottega sotto casa e così la clientela tende a invecchiare. Coi giovani che investono fuori, Cagli rischia davvero grosso. Intanto di perdere questo suo piccolo pezzo di storia.

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