Importante tesi di una giovane architetto di Cagli 
Binario tra l’ex Fornace Volponi e il complesso di S. Chiara 
Carla Gambioli di Cagli è una ragazza che si è laureata a  Firenze in Architettura con 1 10 e lode con una tesi che parte  dall'iniziativa de Comune di Urbino di creare un collegamento  meccanizzato costituito da un binario percorso da due vetture, tra l'ex  Fornace Volponi e l'ex Convento di S. Chiara. Nello specifico - spiega  la laureanda Gambioli - la tesi consiste nella progettazione delle tre  stazioni previste dall'Amministrazione comunale rispettando il tracciato  da questa stabilito. La prima stazione dovrebbe sorgere nel centro  storico a fianco dell'ex Convento, la seconda in posizione intermedia e  in collegamento con il nuovo parcheggio e la terza nei pressi dell'ex-  Fornace Volponi.
Nel progetto ho cercato di ricreare la  dimensione illusoria intellettuale dello studiolo in cui la vista sul  paesaggio, visibile dalla loggia, viene progettata unitamente a questo  spazio e al racconto delle sue tarsi.
Il rapporto tra lo studiolo e il paesaggio si ritrova nel mio intervento in cui all'interno delle stazioni, grazie all'uso di geometrie pure, si è immessi in una dimensione illusoria, emblematica, quasi ludica che dialoga e ha ragion d'essere solo in relazione ai paesaggi a cui si contrappone. Come nello studiolo la vista sul paesaggio non è trovata, ma viene scelta, indirizzata e progettata . Il gioco sotteso tra le due dimensioni, come in un congegno, si attiva solo attraverso il visitatore che guarda. Infatti il suo sguardo viene indirizzato verso S. Bernardino o S. Chiara utilizzando lo stesso espediente con cui la facciata dei torricini si volge verso la strada per Roma, cioè attraverso una rotazione rispetto al retrostante. Riferendomi quindi alla rotazione della facciata del palazzo il lato del prospetto principale di ciascuna stazione si piega in corrispondenza del manufatto a cui fa riferimento. In questo modo le stazioni rafforzano un dialogo antico, quello tra S. Bernardino, luogo di sepoltura del Duca Federico, e S. Chiara, dove venne sepolta la moglie di Battista Sforza. Si educa lo sguardo del distratto passante verso emergenze antiche che proprio attraverso il rapporto visivo ancora dialogano.



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