Struttura stabile per Croce Rossa, ma edificio da demolire. L’impegno del sindaco: in cerca di una nuova sistemazione        
Una mattina scandita dagli sms del dottor Di Priolo. Anima del comitato  locale della Croce Rossa che è arrivato giusto in tempo per consegnare  attestati e medaglie ai volontari che hanno festeggiato i 15 anni di  servizio. In una mattinata trascorsa tra lacrime e sorrisi, quelli che  sgorgano ogni volta che si ricorda Domenico Camborata. Un amico col  cuore grande, prima che un volontario. Prima con una santa messa a San  Bartolomeo dedicata a lui e al figlio Fabio, scomparsi a pochi giorni  l’uno dall’altro. E poi con una serie di immagini di alcuni dei servizi  fatti, anche come coordinatore provinciale, sempre tra i primi a partire  e sempre pronto, tanto che nessuna calamità, neppure i terremoti del  ‘97 e de L’Aquila, erano riusciti a coglierlo impreparato (a L’Aquila  era partito per primo dalle Marche) e con la dedicazione proprio a  Domenico della sala riunioni della Croce Rossa “quella sala - ha detto  il commissario locale Filippo Torri - dove pianifichiamo le attività,  dove abbiamo anche discusso e litigato, ma che, ogni volta ci ricorda  chi siamo: volontari”. Infine, a ricordare Domenico ci ha pensato anche  la consegna degli attestati a otto volontari che da 15 anni operano in  Cri: uno sarebbe stato per lui. A ritirarlo la moglie, il figlio e il  nipotino, che tra pochi giorni spegnerà la prima candelina. Presente in  gran parte il comitato fatto da 66 volontari del soccorso, 27 pionieri, 2  persone del corpo militare e 45 soci ordinari. Ma tra i numeri del  comitato a servizio dei cinque comuni del comprensorio ci sono anche 85  famiglie alle quali vengono distribuiti i viveri, 35mila chilometri già  fatti nel 2011 in 383 servizi a fronte di 23.500 fatti in 354 servizi  nel 2010. Oltre a cinque ambulanze nel parco mezzi e due sogni almeno:  acquistare una tenda pneumatica per la quale stanno raccogliendo i soldi  e una sede sicura, in ogni senso. “Non possiamo fare interventi  strutturali perché non abbiamo la garanzia che questa sia la nostra sede  (di proprietà del comune)”. Ma garanzie il sindaco Patrizio Catena  (presente come anche il consigliere regionale Traversini e il presidente  della Comunità montana Ciabocchi) non ha potuto dare. “La volontà è  demolire questa struttura, ma non prima di aver trovato una sistemazione  adeguata per i volontari”.
 
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