| La Lega Nord torna a vivacizzare il dibattito sull'ospedale | 
CAGLI _ Sul problema dell’Ospedale di Cagli torna a vivacizzare il  dibattito con un comunicato, anche Davide Briscolini coordinatore del  Gruppo Lega Nord Cagli-Pergola: "L’allegato 6 della determina 240 del  piano sanitario regionale sono  tombali parole sul destino degli  ospedali di rete; Cagli, Fossombrone,  Pergola, Sassocorvaro;   diverranno “case della salute” con ridimensionamenti o eliminazione  delle chirurgie, laboratori analisi e punti di primo soccorso che  potranno fare poco più che mettere cerotti. Cagli con l’azione di un  comitato politicamente trasversale e di cui anche la Lega Nord fa parte  ha sinora cercato una soluzione per vie politiche prendendo sottobraccio  gli eletti della maggioranza indicando loro azioni ed iniziative ben  precise: coinvolgimento dei sindaci del territorio, Ordini del Giorno  per i consigli comunali, richiesta di organizzare il  famoso incontro  con l’assessore regionale Mezzolani, emendamento in commissione sanità  regionale per l’introduzione del concetto di “Ospedali di Confine” da  trattare secondo criteri diversi. Le vie politiche stanno impattando  contro il muro di Spacca e  di Mezzolani che parla come se la Determina  240 prodotta tre giorni prima non esistesse ed usa parole tanto  rassicuranti in quel di Cagli, da far gioire il presidente della nostra  comunità montana che definisce i timori sulla sorte della sanità locale  come voci di paese; Speriamo che il caro Presidente Massimo Ciabocchi la  smetta e soprattutto cessi con le sue uscite sulla stampa; lui di certo  non ha meriti e forse non ha colto o non vuole che continui la “tregua”  che in questo momento esiste a Cagli sul tema sanità tra le forze  politiche, unite in un fronte comune. Come Lega Nord Cagli chiediamo,  alla luce di una riduzione  degli sbandierati tagli passati da 80 a 40  milioni  che il piano sanitario ritorni in commissione; se così non sarà  vuol dire che il problema non sono le risorse ma la volontà e allora  tutto l’entroterra dovrà passare ad azioni più forti. Le priorità devono  essere diverse, prima di tutto il diritto alla salute ed alla vita nei  territori disagiati, poi vagliare evoluzioni, rimodulazioni,   accorpamenti dei tanti ospedali sulla costa. Non è possibile che noi  esistiamo solo per ospitare pale eoliche, discariche, cave o prosciugare  le sorgenti d’acqua per gli assetati centri della costa. L’entroterra  deve avere quello che gli spetta o troveremo il modo di chiudere il  rubinetto".
 
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