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venerdì 15 aprile 2011

OSPEDALE CAGLI

“Ospedali minori, la sinistra mente”
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“Hanno cercato di tenerlo riservato sino all’ultimo, in barba alla legge sulla trasparenza amministrativa, alla fine, però, siamo riusciti a conoscere il contenuto del famigerato allegato 6 della determina n. 240 del 2011 dell’Asur Marche”. Antonio Baldelli, capogruppo provinciale del Pdl interviene sulla questione degli ospedali minori. (A proposito dell’allegato in questione ieri sul Corriere abbiamo dato notizia del braccio di ferro tra l’assessore Almerino Mezzolani che non intende chiudere i piccoli ospedali e il direttore Pietro Ciccarelli di Asur Marche che è di diversa opinione). “L’allegato - spiega Baldelli - contiene una proposta che se dovesse divenire esecutiva porterebbe conseguenze drammatiche per tutta la sanità dell’entroterra: la proposta è quella di riconvertire l’ospedale di Pergola assieme a tutti gli altri ospedali di polo di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro. Mentre l’opposizione pergolese affigge manifesti in cui afferma falsamente che l’ospedale Santi Carlo e Donnino è salvo e che anzi sarà potenziato, in Regione si sta lavorando su una proposta che vuole far scomparire l’attività ospedaliera di tutto l’entroterra. Queste le decisioni che potrebbero abbattersi come una mannaia su Pergola: soppressione dell’attività chirurgica settimanale e sua trasformazione in chirurgia a ciclo breve di soli 5 giorni; riconversione della medicina con attività prevalente di lungodegenza; trasformazione del laboratorio analisi in punto di prelievo; presenza del solo punto di primo intervento. Già i primi segnali sono venuti con la direttiva di Marche Nord con cui si limitava l’attività chirurgica dell’ospedale di Pergola, poi un ulteriore atto amministrativo con il quale si sospendeva la terapia rieducativa presso i reparti di riabilitazione e medicina”. Per questo Baldelli chiede il ritiro della proposta.

Per il Pd di Cagli le strutture minori devono rimanere
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“In sanità stiamo attraversando un momento difficilissimo. Il Governo ha tagliato alla Eregione Marche 80 milioni d’euro di trasferimenti, mettendo seriamente in difficoltà il sistema sanitario marchigiano giudicato tra i migliori d’Italia”. Così il coordinamento del Pd di zona interviene nella questione che maggiormente preoccupa i cittadini cagliesi: la sanità. “Grazie all’impegno costante delle amministrazioni di centrosinistra – continua in un documento - abbiamo mantenuto i servizi ospedalieri essenziali addirittura incrementandoli (riabilitazione, interventi di cataratta, dialisi) e potenziato nel tempo i servizi territoriali del Distretto (ADI domiciliare, ADI case di riposo, ambulatori specialistiche). Per noi è importante mantenere i piccoli ospedali perché, riempiti di contenuti adeguati alla situazione attuale, possono svolgere un ruolo importante per i cittadini limitando la mobilità passiva. La sanità non è un problema di Cagli, ma una questione che investe l’intero territorio comunitario. Su questo terreno l’impegno del sindaco e dell’amministrazione è stata sempre largamente condivisa dalla Conferenza dei sindaci nel rapporto con l’assessore e la direzione sanitaria regionale. La nostra struttura ospedaliera è stata già oggetto di una riorganizzazione che ha ridotto i costi di gestione. Riteniamo che i servizi esistenti debbano essere mantenuti e potenziati. Sosteniamo l’utilità dell’ospedale unico provinciale, che si qualifichi come punto di eccellenza, elimini la mobilità passiva e attragga utenza da altre regioni. Una struttura di tal genere sarà efficace se eviterà i doppioni e si porrà come centro di una rete ospedaliera a livello di area vasta nella quale anche gli ospedali minori potranno recitare un ruolo importante, senza essere penalizzati. Esprimiamo la nostra fiducia nell’operato degli esponenti territoriali del PD e sosteniamo l’operato del comitato per l’ospedale di Cagli”.

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