ASSESSORE, VENGA A BAGNARSI I PIEDI NEL BURANO.
Le dichiarazioni rilasciate oggi alla stampa dall’Assessore
provinciale all’ambiente Tarcisio Porto lasciano esterrefatti. Più
vicine alle dichiarazioni di un ultras e prossime all’invettiva, lontane
dal comune sentire e dalla percezione che dei problemi hanno le
popolazioni dell’entroterra, e lontane dai sentimenti e dalle passioni
che muovono giovani e comitati territoriali all’impegno civile per la
soluzione di problemi vecchi e trascurati. Problemi che sembrerebbero
non essere nella perfetta conoscenza dell’Assessore, se le
considerazioni riportate corrispondono effettivamente al suo pensiero.
Affermare: “Questa manifestazione è vergognosa e strumentale perché l’acqua non è dell’entroterra ma è un bene di tutti”
significa mancare di rispetto alle decine e decine di cittadini, di
giovani, di attivisti di vari comitati che da settimane mesi e anni sono
la testimonianza di uno straordinario impegno che ha fatto proprie le
battaglie per la difesa dei fiumi come per l’acqua pubblica, per la
salvaguardia dell’ambiente come per la promozione di una diversa cultura
ambientale e dei propri territori, dalle cave alle discariche al
paesaggio. Chi ha raccolto firme per il referendum sulla
ripubblicizzazione del servizio idrico e l’abolizione della
remunerazione del capitale investito , contribuendo alla schiacciante
vittoria dei si e dell’idea dell’acqua come bene comune non può non
sapere che l’acqua è appunto di tutti, caro Assessore, e su questo
avremmo molto da insegnare; ma è anche un bene prezioso, che va tutelato
e difeso. Un bene il cui uso è indiscriminato e sfrontato nel caso del
Pozzo del Burano: senza il minimo coinvolgimento delle figure
istituzionali del territorio e il minimo rispetto dei loro pareri e
nella totale assenza di ogni forma di partecipazione delle popolazioni e
trasparenza nei loro confronti. E il ricorso al Pozzo, che da eccezione
diventa via via la regola, non può surrogare altre mancanze,
inadempienze, incapacità.
Ed è davvero vergognosa ed irricevibile, Assessore, la sua domanda retorica “…Vogliono che razionalizziamo l’acqua negli ospedali, nelle case di cura?”
Che dire? Forse semplicemente non ha proprio idea dei valori e dei
profondi sentimenti di impegno e solidarietà delle nostre terre. E che
faccia tosta se questa domanda irriguardosa e raggelante, ancorché
retorica, e supponente, viene da chi a ben altre domande dovrebbe
rispondere: lei è Assessore di questa Provincia, con delega
all’Ambiente, Beni ambientali, Gestione rifiuti, Educazione
ambientale,Inquinamento acque, suolo ed atmosfera, Servizi pubblici
locali, Reti informatiche ed innovazione, Politiche comunitarie e
Politiche per lo sviluppo locale, Pesca acqua dolce: cosa ne è stato, ad
esempio, del formidabile programma che nel 2007 l 'allora Presidente
della Provincia Ucchielli, che aveva promesso che non sarebbe più
successo quello che stava succedendo, cioè l’ennesima emergenza idrica
dopo quelle del 1993 e del 2003, fece preparare dall’ufficio Servizio
Acque Pubbliche? Cosa ne è stato dei seguenti impegni con tanto di
tempi di attuazione e possibili coperture?
-1 Revisione
opere di presa per uso potabile con l’obiettivo di ottimizzare le
captazioni e rilasciare il deflusso minimo vitale. Soggetto attuatore:
Provincia e gestori. Tempo attuazione : 1 anno. Copertura finanziaria:
entrate canoni. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che
negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria
inefficienza?
-2 Revisione reti di distribuzione con i
seguenti obiettivi: interconnessione; risanamento e riduzione perdite;
nuove condotte e serbatoi. Soggetto attuatore: Comuni e gestori.
Tempo: due anni; Copertura: entrate canoni. Cosa è stato fatto
Assessore? Ne sa nulla? Chi è che negli anni rischia di assetare
ospedali e case di cura con la propria inefficienza?
-3
Ripristino capacità degli invasi esistenti ( Furlo, S. Lazzaro,
Tavernelle, Mercatale);Obiettivo: recuperare più di un milione di metri
cubi di acqua dai bacini interrati sul Metauro, oltre a 700-800 mila sul
Foglia.Soggetto attuatore: Enel, Consorzio di bonifica. Tempo: uno-due
anni;Copertura: Sovvenzioni Stato e reimpiego materiali rimossi Cosa è
stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che negli anni rischia di
assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?
-4
Creazione di nuovi invasi; Obiettivo: creare nuovi accumuli per uso
potabile oltre che irriguo e antincendio. Soggetto attuatore: enti
pubblici; Tempo: tre anni. Copertura: apposito finanziamento Cosa è
stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che negli anni rischia di
assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?
-5
Ripristino e costruzione piccoli invasi collinari; Obiettivo: costruire
riserve idriche ad uso prevalentemente irriguo. Soggetto attuatore:
aziende agricole; Tempo: un anno. Copertura: incentivo per gli
agricoltori attraverso contributi od esenzioni tasse Cosa è stato fatto
Assessore? Ne sa nulla? Chi è che negli anni rischia di assetare
ospedali e case di cura con la propria inefficienza?
-6
Sistemi di irrigazione a basso consumo. Cosa è stato fatto Assessore? Ne
sa nulla? Chi è che negli anni rischia di assetare ospedali e case di
cura con la propria inefficienza?
-7 Sistemi di ricircolo
dell’acqua a uso industriale. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla?
Chi è che negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con
la propria inefficienza?
-8 Utilizzo acque reflue impianti
di depurazione. Tempo: un anno; copertura: mutui. Cosa è stato fatto
Assessore? Ne sa nulla? Chi è che negli anni rischia di assetare
ospedali e case di cura con la propria inefficienza?
-9
Razionalizzazione concessioni e utenze esistenti. Obiettivo:riduzione
dei prelievi attuali, da commisurarsi agli effettivi bisogni. Soggetto:
Provincia. Tempo: un anno. Copertura: canone ed assegnazione
personale. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che negli
anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria
inefficienza?
Perché si è perso così tanto tempo? Quante
altre promesse saranno propinate ai cittadini nel corso e dopo
quest’ennesima emergenza? Qual è stato l’impegno della politica
provinciale e regionale? Chi ha sbagliato?
E
le chiedo anche: cosa è stato fatto in quest’ultimo anno, dopo l’ultima
drammatica emergenza dello scorso settembre? Dopo l’emergenza della
scorsa estate ( allora il Pozzo del Burano venne aperto ai primi di
settembre, Assessore ) tutti si sarebbero aspettati una certa
sollecitudine nell’approntamento di quelle misure già abbondantemente
annunciate dopo l’emergenza del 2007 (…ma quante sono, ormai, queste
emergenze? ). Una di queste misure, la più “appariscente” ma di certo
non l’unica importante, è rappresentata dallo sfangamento degli invasi.
Invece: fino al gennaio 2012 nessuna notizia, il Pozzo è stato richiuso,
gli animi si sono placati; e finalmente, a gennaio, la stampa dà
notizia di una riunione presso la sede del Parco del Furlo, riunione ai
massimi livelli con personalità chiamate a raccolta dal Presidente
dell’Aato Omicioli. Presenti dirigenti e responsabili dell’Enel,
ovviamente, perché è proprio sull’Enel che andrebbe fatta pressione per
lo sfangamento degli invasi del Furlo, di San Lazzaro , di Tavernelle,
ormai ridotti a metà della capacità di accumulo. E’ l’Enel che in tal
senso ha degli obblighi, obblighi che tende però a far slittare verso il
2029, anno di scadenza della concessione. Presente all’incontro anche
l’On. Vannucci, che sollecita un protocollo d’intesa in tempi brevi (!),
lei, Assessore Porto per la Provincia che prende pubblicamente un
impegno: massimo 2/3 settimane, ma solo per arrivare ad una stima…di
cosa è possibile fare (!!). Presenti anche il Presidente del Consiglio
Regionale Solazzi, per Marche Multiservizi il dott. Tiviroli, i vertici
della Riserva del Furlo, oltre a Bruno Capanna. Passano altri mesi: per
avere altre notizie dobbiamo aspettare maggio, cioè tre mesi fa, quando
la stampa annuncia l’ennesimo incontro provinciale per fare il punto
sui piani operativi…L’unica cosa che si sa con certezza è quanto
affermato, solo pochi giorni fa proprio da lei Assessore Porto:
“…Abbiamo reperito 2 milioni d’euro per la pulizia del solo invaso di
San Lazzaro. Enel vuol contribuire con soli 300.000 euro…Troppo poco,
spiccioli, Enel deve prendersi le proprie responsabilità…con quei 2
milioni possiamo sfangare solo l’equivalente di dieci giorni in più di
autonomia…”. Così è passato un anno, tra dichiarazioni, riunioni al
Furlo, progetti, contenziosi con l’Enel, protocolli. Non le sembra un
po’ pochino? In cinque anni, e cioè dal 2007, a non voler tornare ancora
più indietro, solo un impegno che per altro sarà attuato ancora una
volta chissà quando; e non era questo il punto 3 di quel famoso
programma del 2007? Mi spiega perché sono passati tutti questi anni e mi
spiega, se ci sono responsabilità, di chi sono secondo lei?
Nell’intervista, non pago di quanto affermato fin qua, pensa bene di aggiungere un’altra considerazione: “L’entroterra paga le sue inefficienze; ai manifestanti chiedo: cosa hanno fatto i Comuni per l’entroterra?”
Lei scarica sulle Amministrazioni locali tutta la responsabilità,
facendo un uso grave quanto disinvolto della pratica dello
scaricabarile. Ma se avesse davvero seguito gli sviluppi della
questione, magari visitando le nostre realtà e di tanto in tanto
fermandosi a scambiare due chiacchiere, tanto per farsi un’idea, avrebbe
chiaro che chi con tanta passione si organizza propositivamente su
questi temi un’idea sulle responsabilità della politica locale se l’è
fatta. Eccome. Le ricordo che lo striscione apposto a qualche metro dal
Pozzo e che ha dato il la alla campagna di mobilitazione e
sensibilizzazione così recitava:” Un Pozzo di promesse, ma la vera
emergenza è la cattiva politica”. Sappiamo bene che gli amministratori
dell’entroterra, a tutti i livelli, e da almeno 15-20 anni hanno
gravissime responsabilità. Ma anche lei, a questo punto, ne ha,
evidentemente.
Ma si supera, Assessore, quando afferma:”C’è chi gioca sul campanilismo più becero, mettendo in contrapposizione costa ed entroterra”. Nessuno
pensa, Assessore, alla costa come a un luogo fisico, con tradizioni,
genti, culture e passioni alle quali contrapporsi. Per molte ragioni ( e
anche lei oggi ce ne offre qualcuna ) spesso la costa viene percepita
come luogo di decisioni, di poteri nei poteri e di gruppi nei partiti.
Una sorta di punto di vista dal quale si osserva, e si misura e si pesa
l’entroterra come una realtà altra, alla quale concedere e alla quale
risarcire, di tanto intanto, qualcosa. Ci sembra di scorgere quella
cultura e quella “arretratezza culturale” per la quale l’entroterra non è
più un luogo di crescita e di sviluppo sincretico, con le sue
specificità e le sue mille storie, ma ormai una una riserva destinata a
politiche risarcitorie e spesso proprio in cambio delle sue riserve
naturali. Noi ci sentiamo invece un cantiere dove “maneggiare”,
con gli strumenti della riflessione e dell’iniziativa, le strategie
necessarie per la difesa e l’affermazione dei Beni Comuni, cioè per
tenere assieme beni, regole, comunità, economie solidali ed un governo
partecipato e diffuso. In una parola, come ho avuto modo già di
dire e scrivere qualche tempo fa, un cantiere per questo entroterra
marginalizzato costretto suo malgrado ad illuminare la mediocre offerta
politica prodotta da chi doveva e tuttora dovrebbe rappresentarlo.
L’entroterra non più come fatto residuale: già in passato ho
invitato tutti ad abbandonare quella dimensione sentimentale per la
quale all’entroterra si vuol bene quasi per un gusto morale e culturale
sapendo bene che i soldi, gli affari, le ricchezze si giocano in altri
luoghi e su altri piani.
Anche se questo
processo di marginalizzazione pone in evidenza, quasi per contrasto, il
dato in positivo più significativo ed attuale dell’entroterra: il
durare di una identità collettiva e, soprattutto, di un’identità nella
coesione. La straordinaria prova di solidarietà e civismo dimostrato
durante la recente emergenza neve ne è solo l’ultima testimonianza .
Il
filo conduttore è quindi l’economia connessa alla coesione sociale,
connessa all’ambiente e connessa all’identità territoriale. In questo
nasce e sta l’equivoco costa-entroterra: si può, Assessore, non essere
preoccupati ad esempio pensando alla sanità quale
possibile elemento di ulteriore squilibrio territoriale? La vicenda
dell’Ospedale Unico di Fosso Sejore ci parla di un grave pericolo: la
possibile saldatura tra il peggior aziendalismo e il peggior affarismo.
Nessuno
vuole attaccarsi, nell’entroterra, anacronisticamente a qualche
sperduto ospedale borbonico: si tratta di capire però cosa rimarrà ad
esempio della rete dei servizi territoriali di prevenzione, delle
competenze professionali, dell’assistenza domiciliare, dei day hospital.
Invece, e a ripeterlo ci si stanca, ci vorrebbe un’operazione di
trasparenza ed onestà attorno al futuro degli ospedali di Polo, sapendo
appunto che gli ospedali non servono a produrre salute, ma a curare
malattie e che la produzione di salute è nei modelli di Polis, cioè in
cosa innanzitutto decidiamo che debba essere presente e diffuso nel
territorio. In questo senso si è assistito negli anni a
politiche quanto meno discutibili, ad esempio le attività estrattive con
tanto di addentellati con la questione morale che in qualche modo
interroga alcuni partiti. Per non parlare delle discariche, con il
conferimento di rifiuti sui quali sembra non esserci mai la dovuta
chiarezza o il saccheggio perpetrato dai nuovi “Palazzinari”
dell’energia, con le scandalose distese di pannelli solari a terra,
spesso utili solo a coprire qualche buco di bilancio.
Pozzi,
cave, discariche, speculazione energetica, sanità marginalizzata,
viabilità in affanno, servizi al lumicino, situazioni occupazionali
drammatiche.
Si faccia una
passeggiata Assessore: venga a percorrere le nostre strade, venga a
bagnarsi i piedi nei nostri fiumi: nel Giordano, se ci riesce, nel
Burano esattamente dove riversiamo buonissima acqua minerale, visiti i
nostri ospedali, chieda dei nostri uffici e delle nostre scuole, si
spinga fin verso i depuratori di Urbania e Sant’Angelo in Vado. Chieda
anche dei giovani e delle condizioni di lavoro e del lavoro. Poi potrà
dire qualcosa di più sull’entroterra. Non vada alla guerra contro
l’entroterra, Assessore, che ha tutto da rimetterci.
Venga a bagnarsi i piedi nel Burano.
toni matteacci
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mercoledì 29 agosto 2012
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