.

SOSTIENI CAGLI ALERT FAI UNA DONAZIONE

Guarda questo video PGR ti ringrazia


CAGLI ALERT

ARCHIVIO NOTIZIE CAGLIESI

CERCA NEL BLOG

mercoledì 29 agosto 2012

ASSESSORE, VENGA A BAGNARSI I PIEDI NEL BURANO.

ASSESSORE, VENGA A BAGNARSI I PIEDI NEL BURANO.

Le dichiarazioni rilasciate oggi alla stampa  dall’Assessore provinciale all’ambiente Tarcisio Porto lasciano esterrefatti. Più vicine alle dichiarazioni di un ultras e prossime all’invettiva, lontane dal comune sentire e dalla percezione che dei problemi hanno le popolazioni dell’entroterra, e lontane dai sentimenti e dalle passioni che muovono giovani e comitati territoriali all’impegno civile per la soluzione di problemi vecchi e trascurati. Problemi che sembrerebbero  non essere nella perfetta conoscenza dell’Assessore, se le considerazioni riportate corrispondono effettivamente al suo pensiero. Affermare: “Questa manifestazione è vergognosa e strumentale perché l’acqua non è dell’entroterra ma è un bene di tutti” significa mancare di rispetto alle decine e decine di cittadini, di giovani, di attivisti di vari comitati che da settimane mesi e anni sono la testimonianza di uno straordinario impegno che ha fatto proprie le battaglie per la difesa dei fiumi come per l’acqua pubblica, per la salvaguardia dell’ambiente come per la promozione di una diversa cultura ambientale e dei propri territori, dalle cave alle discariche al paesaggio. Chi ha raccolto firme per il referendum sulla ripubblicizzazione del servizio idrico e l’abolizione della remunerazione del capitale investito , contribuendo alla schiacciante vittoria dei si e dell’idea dell’acqua come  bene comune non può non sapere che l’acqua è appunto  di tutti, caro Assessore, e su questo avremmo molto da insegnare; ma è anche un bene prezioso, che va tutelato e difeso. Un bene  il cui uso è indiscriminato e sfrontato nel caso del Pozzo del Burano:  senza il minimo coinvolgimento delle figure istituzionali del territorio e il minimo  rispetto dei loro pareri  e nella totale assenza di ogni forma di partecipazione delle popolazioni  e trasparenza nei loro confronti. E il ricorso al Pozzo, che da eccezione diventa via via la regola, non può surrogare altre mancanze, inadempienze, incapacità.
Ed è davvero vergognosa ed irricevibile, Assessore,  la sua domanda retorica “…Vogliono che razionalizziamo l’acqua negli ospedali, nelle case di cura?” Che dire?  Forse semplicemente  non ha proprio idea dei valori e dei profondi sentimenti di impegno e solidarietà delle nostre terre. E che faccia tosta se questa domanda irriguardosa e raggelante, ancorché retorica, e supponente, viene da chi a ben altre domande dovrebbe rispondere: lei è Assessore di questa Provincia, con delega all’Ambiente, Beni ambientali, Gestione rifiuti, Educazione ambientale,Inquinamento acque, suolo ed atmosfera, Servizi pubblici locali, Reti informatiche ed innovazione, Politiche comunitarie e Politiche per lo sviluppo locale, Pesca acqua dolce: cosa ne è stato, ad esempio, del formidabile programma che nel 2007 l 'allora  Presidente della Provincia Ucchielli, che aveva promesso che non sarebbe più successo quello che stava succedendo, cioè l’ennesima  emergenza idrica dopo quelle del 1993 e del 2003, fece preparare dall’ufficio Servizio Acque Pubbliche?  Cosa ne è stato dei seguenti impegni con tanto di tempi di attuazione e possibili coperture?

-1 Revisione opere di presa per uso potabile con l’obiettivo di ottimizzare le captazioni e rilasciare il deflusso minimo vitale. Soggetto attuatore: Provincia e gestori. Tempo attuazione : 1 anno. Copertura finanziaria: entrate canoni. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-2 Revisione reti di distribuzione con i seguenti obiettivi: interconnessione; risanamento e riduzione perdite; nuove condotte e serbatoi. Soggetto attuatore: Comuni e gestori. Tempo: due anni; Copertura: entrate canoni. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-3 Ripristino capacità degli invasi esistenti ( Furlo, S. Lazzaro, Tavernelle, Mercatale);Obiettivo: recuperare più di un milione di metri cubi di acqua dai bacini interrati sul Metauro, oltre a 700-800 mila sul Foglia.Soggetto attuatore: Enel, Consorzio di bonifica. Tempo: uno-due anni;Copertura: Sovvenzioni Stato e reimpiego materiali rimossi Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-4 Creazione di nuovi invasi; Obiettivo: creare nuovi accumuli per uso potabile oltre che irriguo e antincendio. Soggetto attuatore: enti pubblici; Tempo: tre anni. Copertura: apposito finanziamento Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-5 Ripristino e costruzione piccoli invasi collinari; Obiettivo: costruire riserve idriche ad uso prevalentemente irriguo. Soggetto attuatore: aziende agricole; Tempo: un anno. Copertura: incentivo per gli agricoltori attraverso contributi od esenzioni tasse Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-6 Sistemi di irrigazione a basso consumo. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-7 Sistemi di ricircolo dell’acqua a uso industriale. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-8 Utilizzo acque reflue impianti di depurazione. Tempo: un anno; copertura: mutui. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

-9 Razionalizzazione concessioni e utenze esistenti. Obiettivo:riduzione dei prelievi attuali, da commisurarsi agli effettivi bisogni. Soggetto: Provincia. Tempo: un anno. Copertura: canone ed assegnazione personale. Cosa è stato fatto Assessore? Ne sa nulla? Chi è che  negli anni rischia di assetare ospedali e case di cura con la propria inefficienza?

 Perché si è perso così tanto tempo? Quante altre promesse saranno propinate ai cittadini nel corso e dopo quest’ennesima emergenza? Qual è stato l’impegno della politica provinciale e regionale? Chi ha sbagliato?



E le chiedo anche: cosa è stato fatto in quest’ultimo anno, dopo l’ultima drammatica emergenza dello scorso settembre?  Dopo l’emergenza della scorsa estate ( allora il Pozzo del Burano venne aperto ai primi di settembre, Assessore ) tutti si sarebbero aspettati una certa sollecitudine nell’approntamento di quelle misure già abbondantemente annunciate dopo l’emergenza del 2007 (…ma quante sono, ormai, queste emergenze? ). Una di queste misure, la più “appariscente” ma di certo non l’unica importante, è rappresentata dallo sfangamento degli invasi. Invece: fino al gennaio 2012 nessuna notizia, il Pozzo è stato richiuso, gli animi si sono placati; e finalmente, a gennaio, la stampa dà notizia di una riunione presso la sede del Parco del Furlo, riunione ai massimi livelli con personalità chiamate a raccolta dal Presidente dell’Aato Omicioli. Presenti dirigenti e responsabili dell’Enel, ovviamente, perché è proprio sull’Enel che andrebbe fatta pressione per lo sfangamento degli invasi del Furlo, di San Lazzaro , di Tavernelle, ormai ridotti a metà della capacità di accumulo. E’ l’Enel che in tal senso ha degli obblighi, obblighi che tende però a far slittare verso il 2029, anno di scadenza della concessione. Presente all’incontro anche l’On. Vannucci, che sollecita un protocollo d’intesa in tempi brevi (!), lei, Assessore Porto per la Provincia che prende pubblicamente un impegno: massimo  2/3 settimane, ma solo per arrivare ad una stima…di cosa è possibile fare (!!). Presenti anche il Presidente del Consiglio Regionale Solazzi, per Marche Multiservizi il dott. Tiviroli, i vertici della Riserva del Furlo, oltre a Bruno Capanna. Passano altri mesi: per avere altre notizie dobbiamo aspettare maggio, cioè tre mesi fa, quando la stampa annuncia l’ennesimo incontro provinciale per fare il punto sui piani operativi…L’unica cosa che si sa con certezza è quanto affermato, solo pochi giorni fa proprio da lei Assessore Porto: “…Abbiamo reperito 2 milioni d’euro per la pulizia del solo invaso di San Lazzaro. Enel vuol contribuire con soli 300.000 euro…Troppo poco, spiccioli, Enel deve prendersi le proprie responsabilità…con quei 2 milioni possiamo sfangare solo l’equivalente di dieci giorni in più di autonomia…”.  Così è passato un anno, tra dichiarazioni, riunioni al Furlo, progetti, contenziosi con l’Enel, protocolli. Non le sembra un po’ pochino? In cinque anni, e cioè dal 2007, a non voler tornare ancora più indietro, solo un impegno che per altro sarà attuato ancora una volta chissà quando; e non era questo il punto 3 di quel famoso programma del 2007? Mi spiega perché sono passati tutti questi anni e mi spiega,  se ci sono responsabilità,  di chi sono secondo lei?


Nell’intervista, non pago di quanto affermato fin qua, pensa bene di aggiungere un’altra considerazione: “L’entroterra paga le sue inefficienze; ai manifestanti chiedo: cosa hanno fatto i Comuni per l’entroterra?” Lei scarica sulle Amministrazioni locali tutta la responsabilità, facendo un uso grave quanto disinvolto della pratica dello scaricabarile. Ma se avesse davvero seguito gli sviluppi della questione, magari visitando le nostre realtà e di tanto in tanto fermandosi a scambiare due chiacchiere, tanto per farsi un’idea, avrebbe chiaro che chi con tanta passione si organizza propositivamente su questi temi un’idea sulle responsabilità della politica locale se l’è fatta. Eccome. Le ricordo che lo striscione apposto a qualche metro dal Pozzo e che ha dato il la alla campagna di mobilitazione e sensibilizzazione così recitava:” Un Pozzo di promesse, ma la vera emergenza è la cattiva politica”. Sappiamo bene che gli amministratori dell’entroterra, a tutti i livelli, e da almeno 15-20 anni hanno gravissime responsabilità. Ma anche lei, a questo punto, ne ha, evidentemente.

Ma si supera, Assessore, quando afferma:”C’è chi gioca sul campanilismo più becero, mettendo in contrapposizione costa ed entroterra”. Nessuno pensa, Assessore, alla costa come a un luogo fisico, con tradizioni, genti, culture e passioni alle quali contrapporsi. Per molte ragioni ( e anche lei oggi ce ne offre qualcuna ) spesso la costa viene percepita come luogo di decisioni, di poteri nei poteri e di gruppi nei partiti. Una sorta di punto di vista dal quale si osserva, e si misura e si pesa l’entroterra come una realtà altra, alla quale concedere e alla quale risarcire, di tanto intanto, qualcosa. Ci sembra di scorgere quella cultura e quella “arretratezza culturale” per la quale l’entroterra non è più un luogo di crescita e di sviluppo sincretico, con le sue specificità e le sue mille storie,  ma ormai una una riserva destinata a politiche risarcitorie e spesso proprio in cambio delle sue riserve naturali. Noi ci sentiamo invece un  cantiere dove “maneggiare”, con gli strumenti della riflessione e dell’iniziativa, le strategie necessarie per la difesa e l’affermazione dei Beni Comuni, cioè per  tenere assieme beni, regole, comunità, economie solidali ed un governo partecipato e diffuso. In una parola, come ho avuto modo già di dire e scrivere qualche tempo fa, un cantiere per questo entroterra marginalizzato costretto suo malgrado ad  illuminare la mediocre offerta politica prodotta da chi doveva e tuttora dovrebbe rappresentarlo. L’entroterra non più come fatto residuale: già in passato ho  invitato tutti ad abbandonare quella dimensione sentimentale per la quale all’entroterra si vuol bene quasi per un gusto morale e culturale sapendo bene che i soldi, gli affari, le ricchezze si giocano in altri luoghi e su altri piani.
Anche se questo processo  di marginalizzazione pone in evidenza, quasi per contrasto, il dato in positivo più significativo ed attuale dell’entroterra: il durare di una identità collettiva e, soprattutto, di un’identità nella coesione. La straordinaria prova di solidarietà e civismo dimostrato durante la recente emergenza neve ne è solo l’ultima testimonianza .

Il filo conduttore è quindi  l’economia connessa alla coesione sociale, connessa  all’ambiente e connessa  all’identità territoriale. In questo nasce e sta l’equivoco costa-entroterra: si può, Assessore, non essere  preoccupati ad esempio  pensando alla sanità quale possibile elemento di ulteriore squilibrio territoriale? La vicenda dell’Ospedale Unico di Fosso Sejore ci parla di un grave pericolo: la possibile saldatura tra il peggior aziendalismo e il peggior affarismo.
Nessuno vuole attaccarsi, nell’entroterra, anacronisticamente a qualche sperduto ospedale borbonico: si tratta di capire però cosa rimarrà ad esempio della rete dei servizi territoriali di prevenzione, delle competenze professionali, dell’assistenza domiciliare, dei day hospital. Invece, e a ripeterlo ci si stanca, ci vorrebbe un’operazione di trasparenza ed onestà attorno al futuro degli ospedali di Polo,  sapendo appunto  che gli ospedali non servono a produrre salute, ma a curare malattie e che la produzione di salute è nei modelli di Polis, cioè in cosa innanzitutto decidiamo che debba essere presente e diffuso nel territorio.  In questo senso si è assistito negli anni a politiche quanto meno discutibili, ad esempio le attività estrattive con tanto di addentellati con la questione morale che in qualche modo interroga alcuni partiti.  Per non parlare delle discariche, con il conferimento di rifiuti sui quali sembra non esserci mai la dovuta chiarezza o il saccheggio perpetrato dai nuovi “Palazzinari” dell’energia, con le scandalose distese di pannelli solari a terra, spesso utili solo a coprire qualche buco di bilancio.

 Pozzi, cave, discariche, speculazione energetica, sanità marginalizzata, viabilità in affanno, servizi al lumicino, situazioni occupazionali drammatiche.  

Si faccia una passeggiata Assessore: venga a percorrere le nostre strade, venga a bagnarsi i piedi nei nostri fiumi: nel Giordano, se ci riesce, nel Burano esattamente dove riversiamo buonissima acqua minerale, visiti i nostri ospedali, chieda dei nostri uffici e delle nostre scuole, si spinga fin verso i depuratori di Urbania e Sant’Angelo in Vado. Chieda anche dei giovani e delle condizioni di lavoro e del lavoro. Poi potrà dire qualcosa di più sull’entroterra. Non vada alla guerra contro l’entroterra, Assessore, che ha tutto da rimetterci.

Venga a bagnarsi i piedi nel Burano.
toni matteacci

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento.