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martedì 14 agosto 2012

LA NOSTRA ACQUA MINERALE

LA NOSTRA ACQUA MINERALE

Lascia senza parole la velocità con la quale si è proceduto alla riapertura del Pozzo del Burano: fulmini, rispetto alla cronica lentezza manifestata nel dar corso ai provvedimenti che dovevano prevenire e scongiurare questa eventualità. E lascia ancor più senza parole l’arroganza: nessun coinvolgimento dei comuni di Cantiano e di Cagli, VERSO I QUALI SI È MOSTRATA UNA CONSIDERAZIONE PARI ALLO ZERO.

Rimangono sul tappeto tutte le preoccupazioni, alle quali le popolazioni dell’entroterra non si abitueranno nonostante la volontà, ormai evidente, di trasformare l’eccezione in regola: il pozzo, con un emungimento pari a 160/165 litri al secondo di acqua minerale riversata nel Burano, insiste su una falda vastissima e nessuno ha ancora dimostrato, con certezza, che non ci sia una relazione tra l’uso prolungato del pozzo e l’impoverimento, drammatico, delle sorgenti in quota. Altre conseguenze? C’è un punto limite? Perché gli studi al riguardo sono stati abbandonati?
I cittadini si interrogano anche su cosa sia stato fatto, concretamente, dal settembre scorso ad oggi. Ed il quasi nulla, ad esempio rispetto agli sfangamenti, stride con l’insopportabile insensibilità verso l’entroterra: che sia anche questa una declinazione dell’antipolitica?

E diciamolo: molte responsabilità sono anche di quei politici del nostro territorio che si uniscono, oggi, al coro dell’indignazione ma che sono restii a render conto delle iniziative intraprese, nel corso di questi mesi e almeno dal 2007 in poi, per contribuire a prevenire e sanare questa situazione.

Ovviamente quello degli sfangamenti è solo uno degli aspetti, tra i tanti che andrebbero affrontati; ricordiamo alcuni impegni assunti dalla Provincia di Pesaro Urbino nel 2007, quando si disse che non si sarebbe più ripetuto un evento simile, impegni che rappresenterebbero tuttora un valido programma di interventi: revisione opere di presa per uso potabile con l’obiettivo di ottimizzare le captazioni e rilasciare il deflusso minimo vitale; revisione delle reti di distribuzione con l’ obiettivo di interconnettere, risanare e ridurre le perdite nuove condotte e serbatoi; creazione di nuovi invasi con l’ obiettivo di creare nuovi accumuli per uso potabile oltre che irriguo e antincendio; ripristino e costruzione di piccoli invasi collinari con l’ obiettivo di costruire riserve idriche ad uso prevalentemente irriguo; sistemi di irrigazione a basso consumo; Sistemi di ricircolo dell’acqua a uso industriale; utilizzo acque reflue impianti di depurazione; razionalizzazione concessioni e utenze esistenti. Cosa è stato fatto di tutto questo? Zero.
Di certo queste vicende inducono le popolazioni dell’entroterra a percepire i propri territori come un luogo di abbandoni e saccheggi, di predazione ed invasione delle proprie riserve naturali che di sommano agli attacchi e ai tagli ai servizi sanitari e all’ospedale di polo, alle politiche legate alla gestione delle discariche, della viabilità, dei tagli agli uffici, alle scuole. E l’invito che Sinistra Ecologia Libertà del Catria e Nerone fece mesi fa a tutte le forze politiche dell’entroterra per stilare una sorta di “manifesto” per l’entroterra, voleva essere il tentativo di ricercare un comune luogo di elaborazione e proposta per l’entroterra e le sue specificità.

Da ultimo: pagheremo in tariffa anche questa emergenza? Non è uno scherzo:
il Consiglio di Amministrazione dell’AATO, con la delibera n. 2 del 21 febbraio 2012, soddisfacendo premurosamente le richieste avanzate da Marche Multiservizi, ha stabilito che i costi dell’emergenza del 2011 (per l’esattezza 1.064.311,50) li pagheranno i contribuenti, senza nessuna differenziazione tra costa e montagna. Come dire: tutta quella bellissima acqua generosamente riversata nel fiume dal Pozzo del Burano, il via vai infinito di autobotti, il maggior consumo di energia elettrica tutta questa roba ed altro la pagheremo attraverso tariffe maggiorate a partire dal 2014 dal momento che per il 2012 e per il 2013 la tariffa ha già raggiunto il tetto di incremento del 5%.
Nel frattempo è arrivata anche quest’altra emergenza: siccome non siamo su scherzi a parte, prepariamoci a pagare, oltre a quella del 2011, anche l’acqua minerale che stiamo inviando alla costa in questi giorni. Offre l’entroterra.


a cura di: TONI MATTEACCI di
sinistra ecologia libertà cantiano
“la sinistra nel centrosinistra “

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