LA NOSTRA ACQUA MINERALE
Lascia senza parole la
velocità con la quale si è proceduto alla riapertura del Pozzo del
Burano: fulmini, rispetto alla cronica lentezza manifestata nel dar
corso ai provvedimenti che dovevano prevenire e scongiurare questa
eventualità. E lascia ancor più senza parole l’arroganza: nessun
coinvolgimento dei comuni di Cantiano e di Cagli, VERSO I QUALI SI È
MOSTRATA UNA CONSIDERAZIONE PARI ALLO ZERO.
Rimangono sul
tappeto tutte le preoccupazioni, alle quali le popolazioni
dell’entroterra non si abitueranno nonostante la volontà, ormai
evidente, di trasformare l’eccezione in regola: il pozzo, con un
emungimento pari a 160/165 litri al secondo di acqua minerale riversata
nel Burano, insiste su una falda vastissima e nessuno ha ancora
dimostrato, con certezza, che non ci sia una relazione tra l’uso
prolungato del pozzo e l’impoverimento, drammatico, delle sorgenti in
quota. Altre conseguenze? C’è un punto limite? Perché gli studi al
riguardo sono stati abbandonati?
I cittadini si interrogano anche su
cosa sia stato fatto, concretamente, dal settembre scorso ad oggi. Ed
il quasi nulla, ad esempio rispetto agli sfangamenti, stride con
l’insopportabile insensibilità verso l’entroterra: che sia anche questa
una declinazione dell’antipolitica?
E diciamolo: molte
responsabilità sono anche di quei politici del nostro territorio che si
uniscono, oggi, al coro dell’indignazione ma che sono restii a render
conto delle iniziative intraprese, nel corso di questi mesi e almeno dal
2007 in poi, per contribuire a prevenire e sanare questa situazione.
Ovviamente
quello degli sfangamenti è solo uno degli aspetti, tra i tanti che
andrebbero affrontati; ricordiamo alcuni impegni assunti dalla Provincia
di Pesaro Urbino nel 2007, quando si disse che non si sarebbe più
ripetuto un evento simile, impegni che rappresenterebbero tuttora un
valido programma di interventi: revisione opere di presa per uso
potabile con l’obiettivo di ottimizzare le captazioni e rilasciare il
deflusso minimo vitale; revisione delle reti di distribuzione con l’
obiettivo di interconnettere, risanare e ridurre le perdite nuove
condotte e serbatoi; creazione di nuovi invasi con l’ obiettivo di
creare nuovi accumuli per uso potabile oltre che irriguo e antincendio;
ripristino e costruzione di piccoli invasi collinari con l’ obiettivo di
costruire riserve idriche ad uso prevalentemente irriguo; sistemi di
irrigazione a basso consumo; Sistemi di ricircolo dell’acqua a uso
industriale; utilizzo acque reflue impianti di depurazione;
razionalizzazione concessioni e utenze esistenti. Cosa è stato fatto di
tutto questo? Zero.
Di certo queste vicende inducono le popolazioni
dell’entroterra a percepire i propri territori come un luogo di
abbandoni e saccheggi, di predazione ed invasione delle proprie riserve
naturali che di sommano agli attacchi e ai tagli ai servizi sanitari e
all’ospedale di polo, alle politiche legate alla gestione delle
discariche, della viabilità, dei tagli agli uffici, alle scuole. E
l’invito che Sinistra Ecologia Libertà del Catria e Nerone fece mesi fa a
tutte le forze politiche dell’entroterra per stilare una sorta di
“manifesto” per l’entroterra, voleva essere il tentativo di ricercare un
comune luogo di elaborazione e proposta per l’entroterra e le sue
specificità.
Da ultimo: pagheremo in tariffa anche questa emergenza? Non è uno scherzo:
il
Consiglio di Amministrazione dell’AATO, con la delibera n. 2 del 21
febbraio 2012, soddisfacendo premurosamente le richieste avanzate da
Marche Multiservizi, ha stabilito che i costi dell’emergenza del 2011
(per l’esattezza 1.064.311,50) li pagheranno i contribuenti, senza
nessuna differenziazione tra costa e montagna. Come dire: tutta quella
bellissima acqua generosamente riversata nel fiume dal Pozzo del Burano,
il via vai infinito di autobotti, il maggior consumo di energia
elettrica tutta questa roba ed altro la pagheremo attraverso tariffe
maggiorate a partire dal 2014 dal momento che per il 2012 e per il 2013
la tariffa ha già raggiunto il tetto di incremento del 5%.
Nel
frattempo è arrivata anche quest’altra emergenza: siccome non siamo su
scherzi a parte, prepariamoci a pagare, oltre a quella del 2011, anche
l’acqua minerale che stiamo inviando alla costa in questi giorni. Offre
l’entroterra.
a cura di: TONI MATTEACCI di
sinistra ecologia libertà cantiano
“la sinistra nel centrosinistra “
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martedì 14 agosto 2012
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