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lunedì 26 marzo 2012

LADRI D’ACQUA, LADRI DI DEMOCRAZIA. PAGHEREMO IN TARIFFA ANCHE I COSTI DELL'EMERGENZA IDRICA

LADRI D’ACQUA, LADRI DI DEMOCRAZIA. PAGHEREMO IN TARIFFA ANCHE I COSTI DELL'EMERGENZA IDRICA

NON RISPETTANO L’ESITO DEL REFERENDUM, NON DIMINUISCONO LE TARIFFE, NESSUN IMPEGNO CONCRETO PER RIPUBBLICIZZARE IL SERVIZIO IDRICO E ADESSO TENTERANNO DI FARCI PAGARE ANCHE LA CRISI IDRICA DELLA SCORSA ESTATE. NEL SILENZIO E NEL DISINTERESSE GENERALE.

1  Con la pubblicazione in data 20 luglio 2011 del decreto del Presidente della Repubblica n.116 è stata sancita ufficialmente la vittoria referendaria. Ricordiamo che con il primo quesito si è affermato il principio secondo il quale l’acqua deve stare fuori dal mercato e il servizio idrico va ripubblicizzato. Si è così non solo impedita la totale privatizzazione dei servizi idrici ma in molte realtà è iniziato un vero processo di riappropriazione pubblica del servizio stesso con Aziende Speciali Consortili, come a Napoli, dove l'Assessorato ai Beni Comuni presieduto da Lucarelli ha provveduto alla trasformazione di Arin, azienda risorse idriche, in abc, acqua bene comune napoli, con una nuova forma societaria pubblica e soprattutto partecipata  (questo processo di riacquisizione è meno complesso in presenza di un servizio idrico gestito da SPA a totale capitale pubblico rispetto ad una gestione mista pubblico-privato come Marche Multiservizi, dove per altro su quel tipo di pubblico, in realtà molto più politico che pubblico, ci sarebbe molto da discutere…).
 Sul fronte della ripubblicizzazione, i maggiori partiti di governo ( provinciali, regionali, nazionali ) ampiamente rappresentati e coinvolti direttamente o indirettamente nei vari consigli d’amministrazione stanno dimostrando disinteresse quando non ostilità; nonostante ciò i comitati referendari ed i partiti che più d’altri si sono davvero e non strumentalmente impegnati per questo, continuano a lavorare per poter di volta in volta, ed a seconda delle tipologie giuridiche dei servizi, non solo ribadire il NO alla privatizzazione ma costruire le condizioni per una vera ripubblicizzazione e riacquisizione del servizio, in un contesto ed in un clima politico generale che complica, se possibile, ulteriormente le cose.

2 Ma è sul secondo quesito, quello che affermava la necessità di tener fuori i profitti dall’acqua ( l’acqua non è una merce ) che siamo di fronte AD UN VERO E PROPRIO SCANDALO. Ricordiamo che si è abrogata la norma che consentiva ai gestori di caricare sulle nostre bollette anche la componente della “ remunerazione del capitale investito”.  Come affermato con forza dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, se non saranno le istituzioni a far rispettare l’esito del referendum saranno le cittadine ed i cittadini a farlo. Per questo, come SEL anche a Cantiano, a Cagli, ad Acqualagna e ovunque sarà organizzativamente possibile, presto promuoveremo e daremo sostegno alla CAMPAGNA DI OBBEDIENZA CIVILE , ovvero il rispetto della volontà popolare eliminando il profitto dalle bollette, promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
La “remunerazione del capitale investito” che ricordiamo è pari al 7% della sommatoria degli investimenti effettuati nel periodo di affidamento al netto degli ammortamenti, nella generalità dei casi incide sulle nostre bollette per una percentuale che oscilla, a seconda del gestore, fra il 10 % ed il 20%. Il referendum era stato proposto, oltre che per dire no alla  privatizzazione, per far valere un principio chiaro: nella gestione dell’acqua non si devono fare profitti!
Oggi, a distanza di alcuni mesi, risulta che in tutto il territorio nazionale nessun gestore abbia applicato la normativa, in vigore dal 21 luglio 2011, diminuendo le tariffe del servizio idrico.
La “campagna di obbedienza civile”, sulla quale prossimamente daremo maggiori informazioni con relativa distribuzione dei materiali predisposti dai vari comitati per l’acqua pubblica ( altri se ne prepareranno ), consiste nel pagare le bollette, relative ai periodi successivi al 21 luglio 2011, applicando una riduzione pari alla componente della remunerazione del capitale investito. Questa campagna è stata chiamata  di OBBEDIENZA CIVILE perché non si tratta di disobbedire ad una legge ingiusta, ma di obbedire alle leggi in vigore, così come modificate dagli esiti referendari, attivando una forma diretta di democrazia dal basso. Dando anche una risposta all’evidente crisi della democrazia rappresentativa dei partiti, ormai diventata impermeabile non solo alle istanze della società, ma persino agli esiti delle consultazioni codificate nella nostra Costituzione, come appunto i Referendum abrogativi.

3 La terza considerazione che vogliamo fare ha dell’incredibile e sembra davvero provenire dalla famosa trasmissione televisiva “scherzi a parte” : riguarda la crisi idrica della scorsa estate, con tanto di riapertura prolungatissima del Pozzo del Burano, con l’ennesimo corredo di pressapochismo, noncuranza, disinteresse; riapertura resasi “necessaria”  a causa della trascuratezza e del mancato rispetto degli impegni presi, soprattutto dalla Provincia, dopo la crisi del 2007, come la revisione delle opere di presa per uso potabile, la revisione delle reti di distribuzione, il ripristino della capacità degli invasi esistenti, la creazione di nuovi invasi, il ripristino e la costruzione di piccoli invasi collinari, i sistemi di irrigazione a basso consumo, i sistemi di ricircolo dell’acqua a uso industriale etc etc. Ricordiamo queste cose perché ancora nulla è stato fatto, e l’estate, presumibilmente secca, si avvicina….Ma anche per un’altra ragione:
l’emergenza sembra essere costata circa un milione di euro, per l’esattezza 1.064.311,50, e sapete chi la pagherà?  I CONTRIBUENTI.

E NATURALMENTE, ALLO STATO ATTUALE, SENZA NESSUNA DIFFERENZIAZIONE TRA COSTA E MONTAGNA. COME DIRE: TUTTA QUELLA BELLISSIMA ACQUA GENEROSAMENTE RIVERSATA NEL FIUME DAL POZZO DEL BURANO, IL VIA VAI INFINITO DI AUTOBOTTI, IL MAGGIOR CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA ( si dice per 400.000 euro, ma nessuno ha visto nessuna bolletta, per ora ) tutta questa roba ed altro la pagheremo attraverso TARIFFE MAGGIORATE A PARTIRE DAL 2014 dal momento che per il 2012 e per il 2013 la tariffa ha già raggiunto il tetto di incremento del 5%.

 Tutto questo lo ha stabilito il Consiglio di Amministrazione dell’AATO, con la delibera n. 2 del 21 febbraio 2012, soddisfacendo premurosamente le richieste avanzate da Marche Multiservizi.

QUALCUNO DOVREBBE RICORDARE CHE MARCHE MULTISERVIZI E’ UNA SOCIETA’ QUOTATA IN BORSA, CHE SOLO L’ANNO PASSATO HA AVUTO QUATTRO MILIONI DI UTILI E CHE NONOSTANTE CIO’ SEMBREREBBE NON AVER PREVISTO NESSUN FONDO RISCHIO (?). RICORDIAMOLO , DAL MOMENTO CHE NESSUNO LO FA, CHE I 4,6 MILIONI DI UTILI SONO STATI DISTRIBUITI IN DIVIDENDI PER GLI AZIONISTI E NON UTILIZZATI PER AUTOFINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI NELL’ANNO SUCCESSIVO, FINANZIAMENTO CHE VIENE INVECE COPERTO CON IL RICORSO AL DEBITO BANCARIO. COME DIRE: INDEBITAMENTO CON LE BANCHE E SPARTIZIONE DEGLI UTILI;
O FORSE SAREBBE MEGLIO DIRE: A LORO GLI UTILI ( ricordiamo che Hera detiene oltre il 40% , il comune di Pesaro circa il 33% , la Provincia di Pesaro e Urbino il 5,9%, il Comune di Urbino 3,5% ) A NOI L’AUMENTO DELLE TARIFFE.
E NON E’ STRANO CHE RISPETTO ALLA “REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO” SI DICA CHE E’ TECNICAMENTE IMPOSSIBILE INTERVENIRE SULLA TARIFFA, MENTRE QUANDO VOGLIONO, A QUANTO PARE, INTERVENGONO CON RAPACE VELOCITA’ DECISIONALE …..IN ATTESA DELLA PROSSIMA, VICINISSIMA, EMERGENZA IDRICA….


  toni matteacci
  Sinistra Ecologia Libertà
  Zona del Catria e Nerone   

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