Taglio dei posti letto, i conti non tornano
Mezzolani annuncia riduzioni per le acuzie, ma il territorio è già virtuoso. Protesta bipartisan
Sulla riforma sanitaria provinciale i conti non tornano. Perciò destra e sinistra si fondono in una protesta che perde una precisa connotazione partitica per assumere la forma di un movimento politico fondato sul civismo e la cittadinanza attiva.
Una prova di questa osmosi l’ha offerta l’assemblea di lunedì scorso a Lucrezia, promossa dal coordinamento La salute ci riguarda, al quale aderiscono oltre a sigle indipendenti diverse liste civiche e forze politiche del centrosinistra. A quel confronto hanno portato il loro contributo il consigliere regionale ex Pdl Giancarlo D’Anna, il suo collega Roberto Zaffini della Lega Nord e il segretario provinciale della Destra Federico Sorcinelli, già impegnati nella battaglia contro la chiusura dell’ospedale Santa Croce.
Il punto comune è la contestazione della riforma sanitaria disegnata dal nuovo piano regionale e dai programmi dell’azienda ospedaliera Marche Nord - soprattutto col nuovo ospedale unico provinciale - che impattano pesantemente sull’attuale organizzazione dei servizi, rischiano di introdurre elementi di privatizzazione della sanità, finora estranei al territorio, e minacciano una dotazione di posti letto già virtuosa rispetto alla media regionale e ai parametri del nuovo piano sanitario.
All’insegna di un’informazione documentata, che faccia giustizia di una comunicazione istituzionale e politica poco trasparente, il coordinamento La salute ci riguarda intende portare il dibattito nei luoghi dove più forte è la sensibilità per la difesa dei servizi sanitari nel timore che gli ospedali minori siano trasformati in centri per la lungodegenza e la riabilitazione. Perciò sono in preparazione incontri a Pergola (17 marzo), Sassocorvaro (20 marzo), Fossombrone (21 marzo) e Cagli (28 marzo), le cui date sono da confermare in base alla disponibilità delle sale, e una grande manifestazione di protesta davanti alla sede istituzionale della Provincia a Pesaro o della Regione ad Ancona.
La tesi è che per risolvere i problemi della sanità locale (lunghe liste di attesa, mobilità passiva dei pazienti verso altre regioni, necessità di qualificare le prestazioni) non servono muri nuovi bensì una rete di servizi coordinata su tutto il territorio provinciale, che includa le strutture già esistenti. “La vera novità - sottolinea il medico Carlo De Marchi - dovrebbe essere una medicina prossima ai cittadini, che crei, faciliti e sostenga i rapporti tra l’ammalato e le strutture sociosanitarie”.
Fondamentali sono i numeri forniti dal coordinamento. Il nuovo piano sanitario regionale prevede 4 posti letto ogni mille abitanti, frazionati in 0,7 per lungodegenti e 3,3 per malati acuti. Nelle Marche, per rientrare nei parametri, occorre ridurre 377 posti letto per acuti e incrementarne 234 per lungodegenti. L’assessore regionale alla salute Mezzolani ha annunciato che, tra nosocomi minori e nuovo ospedale unico, saranno sacrificati posti letto per acuzie a favore della lungodegenza, precisando che lo standard si raggiunge con i posti letto delle alte specialità concentrati ad Ancona. Ma il secondo stralcio del 2010 dell’accordo di programma sulla sanità tra Stato e Regione documenta come la provincia di Pesaro Urbino sia già virtuosa e che i sacrifici debbano essere sostenuti altrove. Infatti, i posti letto per acuti sono 992, pari a 2,7 per mille abitanti, tutte le altre province marchigiane (salvo quella Fermo bloccata a 2,3) hanno valori maggiori: 4,6 ad Ancona (dove incide la concentrazione delle alte specialità), 3,3 a Macerata e 4,3 ad Ascoli Piceno.
sabato, 10 marzo 2012
Lorenzo Furlani,
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento.