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domenica 4 marzo 2012

Ospedali dell'entroterra, ecco cosa dobbiamo aspettarci

Ospedali dell'entroterra, ecco cosa dobbiamo aspettarci 

“E' di poco meno di una settimana fa la comunicazione ufficiale del via libera al progetto dell’ospedale unico: la Giunta regionale ha approvato Fosso Sejore come sito per il nuovo polo ospedaliero. L’obiettivo sono i 130 milioni di euro necessari. Ma siamo molto scettici soprattutto per la mancata progettualità del sistema sanitario dell’Entroterra”. Comincia così l’intervento del consigliere regionale Pdl Mirco Carloni, preoccupato per le sorti della sanità nell’Appennino. “La preoccupazione deriva sopratutto dal rischio sul futuro degli altri ospedali. E quali garanzie per la qualità dei servizi ai cittadini soprattutto nelle zone limitrofe della provincia? Certo è che l’integrazione degli ospedali di Pesaro e Fano ha di fatto smantellato l’assetto ospedaliero della provincia - ha continuato il consigliere regionale - inoltre la recente approvazione del piano sanitario regionale insieme alla definizione delle aree vaste ha accelerato il processo. Quale il futuro allora dell’ospedale di rete a Urbino e dei quattro ospedali di polo: Cagli, Pergola Fossombrone? La Regione guidata dal centrosinistra non ha chiarito di fatto il destino e che tipo di presidio per la salute dei nostri concittadini vuole intraprendere, dal piano socio sanitario sembra chiaro soltanto il rischio di trasformare gli ospedali di polo in strutture per lunga degenza. In paratica un salto nel buio. Molti dei nostri emendamenti soprattutto per pergola e cagli ma anche per fossombrone non sono stati accolti nemmeno dove le nostre proposte erano migliorative pertanto riteniamo preoccupante la mancanza di progettualità perché sottende la chiusura nel lungo termine. Ci batteremo fino in fondo perché rispetto a questa propostale le conseguenze sarebbero drammatiche per tutta la sanità dell'entroterra. Per noi gli ospedali non si chiudono con drastici interventi ma anzi garantendo i servizi indispensabili come la chirurgia d’urgenza. A Fossombrone per esempio è stata prevista la riduzione dell'operatività del primo intervento da 24 a 12 ore giornaliere - sottolinea ancora l’esponente del Pdl nelle Marche - nonché riduzione del personale e tagli dei servizi ospedalieri in tutti i Nosocomi. La lungodegenza non può essere la soluzione serve specializzazione per altissima eccellenza con cui qualificare le strutture e a quel punto saprebbe una risposta sia per il territorio che per il sistema sanitario facendo della piccola dimensione una punta di diamante specializzandola. Dal piano sanitario non soltanto non vi è traccia di un potenziamento degli ospedali dell'entroterra, come ha detto il centrosinistra per anni, ma ci si avvia ad una disparità vera di trattamento rispetto al diritto alla salute, perché a cantiano come a carpegna la distanza rende più più rischiosa in termini di tempo e di modalità poter accedere alle cure di cui ripeto si ha diritto, continuando ad alimentare una mobilità passiva non solo verso ancona (obiettivo vero probabilmente del Partito Democratico) ma anche verso ovest Gubbio e Perugia come città di Castello che sembrano offrire servizi molto più competitivi dei nostri ospedali perche nel tempo si sono specializzati con un costo DRG che la nostra regione paga alle altre. Insomma - conclude il consigliere Carloni - questo non è il momento di abbassare la guardia ma di rivendicare tutti insieme i diritti della nostra terra perché il nord delle Marche è sempre più dimenticato dalla Politica Anconetana”.


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