Cagli, con suor Elena si allarga la comunità di San Pietro
A
San Pietro c’è una nuova suora. Con suor Elena, che ha appena
professato i voti, il monastero di clausura delle monache benedettine,
arriva a contarne otto, in una comunità che cresce e che, precisa la
madre superiora, deve crescere ancora, specie perché suor Elena è
giovane e deve potersi confrontare con qualche coetanea. Suor Elena
Cheon ha professato i voti alla presenza del vescovo di Fano,
Fossombrone, Cagli e Pergola Armando Trasarti e di numerosi sacerdoti
della vicaria e della diocesi ed è diventata l’ottava suora della
piccola comunità nel centro storico. La più giovane, pur avendo già
superato i 40 anni. La lontanissima Corea è il Paese d’origine di suor
Elena, da quasi 4 anni in Italia. Dopo la celebrazione, nella chiesa del
Monastero, in un italiano ancora stentato e reso più complicato
dall’emozione, chiede di pregare per lei a chi vuole salutarla. Un canto
in coreano dedicato a Maria a chiudere la celebrazione: la Vergine
scelta anche per il “ricordino” della giornata, dove, in doppia lingua, è
scritto: Se tu non sei con me, non avrò nessun timore. Proprio suor
Elena, però, confessa di averne avuta eccome di paura. La “chiamata”,
infatti, racconta di averla sentita quando aveva 20 anni, ma è stata la
paura ad avere la meglio, almeno all’inizio. Ora che, invece, ha scelto
di percorrere la sua strada pronunciando il suo sì, quella paura la
ricorda con tenerezza, nascosta dietro un enorme sorriso. Ci ha messo
altri 20 anni circa per rispondere ma, racconta la professa ancora
emozionata appena terminata la celebrazione, “Questa è la mia storia,
dovevo vivere quanto ho vissuto ed essere così spaventata per prepararmi
a rispondere”. Da quella paura, quindi, ha preso la forza di lasciare
il suo Paese e chiudersi in preghiera. “Mi manca un po’ – ammette
parlando della Corea -. Mi manca la famiglia e la mia vita lì, ma questa
è la mia strada, ci ho messo tempo per capirlo, ma ora lo so. Resterò a
Cagli e sono felice. Pregate per me”.
Mi saluti tanto suor Cecilia. Sono tanti anni che non la vedo. Spero stia bene e così anche voi. Con mio padre e mio fratello tanti anni fa abbiamo realizzato il coro e il tabernacolo in legno all'interno della chiesa. Quando questo virus sarà passato verrò a salutarvi se vi fa piacere.
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