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mercoledì 31 ottobre 2012

Vent’anni di scout Cagli 1. Il clan tra i regali ricevuti

Due immagini del torneo di palla scout

Vent’anni di scout Cagli 1. Il clan tra i regali ricevuti


Come eravamo: i primi passi del gruppo
Del gruppo originario è rimasto ben poco. Ma anche questo vuol dire crescere, se capita di nascere in un paese che si è costretti a lasciare per studio o lavoro. Sono ormai uomini e donne, i primi lupetti cagliesi, quelli che quest’anno festeggiano il ventennale di un’associazione che sembra far parte da sempre della storia di questa città, ma che è nata da un’esigenza e da un tentativo fallito, quasi a ricordare che la strada da percorrere spesso è la più tortuosa, se si vogliono raggiungere obiettivi grandiosi.



Lo sa bene il gruppo di famiglie che, proprio 20 anni fa, si è adoperato per offrire ai propri figli un’alternativa, pensando all’educazione civile e religiosa dei ragazzi. Con l’Azione Cattolica il primo tentativo: ”Abbiamo anche fatto venire don Tonino Lasconi – ricordano – ma poi decidemmo di rivolgerci al gruppo scout Agesci di Pesaro, ritenendo che lo scautismo potesse essere un’esperienza molto coinvolgente per i nostri ragazzi. Da Pesaro abbiamo ricevuto aiuto e sostegno, siamo stati accompagnati per un intero anno da capi esperti e anche noi abbiamo partecipato a un campo di formazione dal quale abbiamo avuto nozioni sul metodo scout. Siamo partiti con un gruppo di ragazzi con più di 16 anni e abbiamo fatto con loro un campo sul monte Catria assaporando il gusto della strada, del dormire in tenda e del condividere tanti momenti di riflessione e di gioco. Purtroppo di questo primo gruppo nessuno è rimasto, sia per impegni di lavoro che per scelte di vita”. Intanto, però, sono ripartiti i Lupetti (bambini dagli 8 ai 12 anni) e l’anno dopo si è formato il reparto (ragazzi dai 12 ai 16 anni). “Il nostro assistente è stato don Luciano: a lui siamo rimasti uniti da affetto sincero per la bella esperienza condivisa. Nel corso degli anni abbiamo continuato il nostro servizio accorgendoci che anche se l'impegno era gravoso, ciò che ricevevamo era molto di più di quanto davamo”. Cagli 1, ormai, era nato. E, insieme a quei ragazzi, sarebbe cresciuto. “Quasi 400 ragazzi hanno percorso un tratto di strada insieme a noi: li portiamo tutti nel cuore e i loro nomi sono scritti nell’albo d’oro del gruppo scout.

Con impegno e costanza, poi, i giovani che hanno scelto di rimanere ci sono stati: ora sono capi e, finalmente, quest’anno si potrà aprire anche il clan (con dieci giovani con più di 17 anni) che è l’ultimo step del percorso formativo previsto dal metodo scout (oltre a loro, del gruppo fanno parte 23 lupetti, una trentina di ragazzi compongono il reparto). Un bel regalo per il ventennale.



Ma altri ce ne saranno. “Nella ricorrenza del ventennale pensiamo di proporre alcuni eventi. Il primo è stato un grande torneo di palla scout che è una commistione tra rugby e scalpo (tipico gioco scout) a cui sono stati invitati tutti gli ex scout e i genitori degli attuali iscritti. Il gruppo scout ha offerto penne pasticciate, specialità del nostro cuoco che, dal primo campo, ogni anno, si rende disponibile a sfamare i lupetti. Dopo le premiazioni, tutti i presenti hanno partecipato alla messa al campo celebrata dal nostro assistente don Gabriele”.

Un altro regalo per il ventennale, gli scout di Cagli lo hanno trovato usciti dalla celebrazione durante la quale sono stati ricordati una capo scout e due lupetti (Carlotta, Leonardo): “Alla fine della santa messa, due arcobaleni sono apparsi nel cielo e, fenomeno molto raro, erano a specchio”. Gli scout ci hanno voluto leggere un segno della partecipazione alla festa dei due amici. E anche se così non fosse, il miracolo c’è ed è quello di un affetto e di una condivisione che non nasce sempre né per caso. E che, proprio per questo, è destinata a non finire mai.


Elisa Venturi

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