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venerdì 12 ottobre 2012

Caronia: I 30 milioni di euro di beni sequestrati ai fratelli Lamonica. Depositata la perizia per la quantificazione, si riprende il 14 dicembre





Caronia: I 30 milioni di euro di beni sequestrati ai fratelli Lamonica. Depositata la perizia per la quantificazione, si riprende il 14 dicembre


Il perito ANGELO BONOMO ha depositato la perizia per la quantificazione dei beni (alcuni di questi nelle foto in alto), per un valore di 30 milioni di euro, sequestrati dalla Dia di Messina, il 31 marzo scorso, ai fratelli ed imprenditori di Caronia ANTONINO e TINDARO (quest’ultimo è anche consigliere comunale) LAMONICA (foto in alto). L’udienza, davanti alla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, riprenderà il 14 dicembre, i LAMONICA sono assistiti dall’avvocato ALESSANDRO PRUITI CIARELLO. Secondo l’accusa gli imprenditori avrebbero stretto rapporti con Cosa nostra e clan mafiosi per ottenere e dividere appalti e sub-appalti in diversi settori. Ecco l’articolo in merito pubblicato oggi su Gazzetta del Sud a firma del responsabile di questo sito, Giuseppe Lazzaro…

E’ stata depositata dall’incaricato, Angelo Bonomo, la perizia davanti al Tribunale di Messina, sezione Misure di Prevenzione (presidente Nunzio Trovato, componenti Antonino Giacobello, Maria Luisa Materia), nel corso della seconda udienza del ricorso inerente il sequestro dei beni nei confronti dei fratelli ed imprenditori Antonino e Tindaro Lamonica, di Caronia, assistiti dall’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello. La perizia, che adesso sarà oggetto di attenzione delle parti, dovrà stabilire la quantificazione esatta dei beni posti sotto sequestro dalla Dia di Messina e se ne riparlerà il prossimo 14 dicembre. Il 31 marzo scorso la Dia ha messo sotto chiave un patrimonio per un valore di circa 30 milioni di euro, capitali sociali e beni di 5 società, operanti nel settore dell’edilizia ed un impianto per la produzione di calcestruzzo e pietrisco. Distinti i provvedimenti di sequestro emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina. Destinatario del primo, Antonino Lamonica, 46 anni, mentre il secondo coinvolge il fratello Tindaro, 52 anni, attivo nel campo dell’imprenditoria e non solo: è anche consigliere comunale di Caronia, eletto nel maggio 2011 nel gruppo di minoranza. Ai due imprenditori sono stati requisiti: la “Co.Ge.Gam srl”, “Eco Serv srl”, “Lamonica Giuseppe srl”, “Lamonica costruzioni snc di Lamonica Giuseppe&figli”, tutte con sede a Caronia e la “Società appalti Petrano srl”, con sede legale a Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino. Misura “ablativa” anche per 13 appartamenti, taluni di particolare pregio, 2 terreni di notevole estensione, numerosi rapporti bancari, polizze vita e 50 veicoli, tra cui vetture di grossa cilindrata (Bmw X5 e X6, un’Audi A6), macchine operatrici, autocarri e autobetoniere. L’operazione scaturì da una complessa indagine diretta dal sostituto procuratore della Dda di Messina Vito Di Giorgio, sotto il coordinamento del Procuratore Guido Lo Forte. Avvalendosi del prezioso operato della Dia, guidata dal tenente colonnello della guardia di finanza Danilo Nastasi, vennero ricostruite le “conquiste” dei Lamonica, da tempo a capo di un consolidato gruppo con interessi anche al di fuori della Sicilia, con un fatturato di oltre 2 milioni di euro l’anno. Lente indirizzata sul sospetto profilo sperequativo tra i beni posseduti e i redditi dichiarati, sui rapporti di amicizia e di frequentazione con soggetti di spicco di Cosa nostra, di cui si sarebbero serviti per conseguire facilitazioni nell’aggiudicazione di commesse pubbliche, come subappalti nel completamento dell’autostrada Messina-Palermo (nella seconda metà degli anni ’90) o nei lavori di metanizzazione in alcuni comuni dei Nebrodi. Gli investigatori ritennero pure che le imprese riconducibili ai due fratelli avrebbero operato nella costruzione di parchi eolici in Sicilia ed in altre regioni.
         Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud

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