Coi progetti, ma senza soldi. E i cittadini si organizzano  
Una
 raccolta firme e una rete di supporto, magari con un numero a 
disposizione di chi ha paura, sospetti o solo dubbi riguardo qualcuno o 
qualcosa, magari che sia anche verde. Ma il Comitato per la sicurezza 
del territorio del Catria e del Nerone lo ha messo ben in chiaro: niente
 ronde. Un supporto, piuttosto, al lavoro delle forze dell’ordine su un 
territorio che si sente sempre più in pericolo e che, quando guarda 
dalla finestra, specie di notte, vede sempre meno “divise”. Giovedì sera
 si è riunito il Comitato per la sicurezza del territorio del Catria e 
del Nerone, con la promessa di rivedersi presto e la volontà di restare 
un gruppo di cittadini, aperto ad altri cittadini non solo di Cagli, che
 vogliono stare con le “antenne dritte” per segnalare comportamenti e 
veicoli sospetti in un territorio dove ci si conosce più o meno tutti, 
almeno di vista. Da ieri è partita anche una raccolta firme, per 
chiedere più controlli, più pattuglie sul territorio, che servano da 
deterrente a chi intende delinquere. Senza alcuna volontà di “dare la 
colpa” alle forze dell’ordine, ma con quella di urlare che loro, stretti
 tra numeri e tagli, non sono abbastanza, che bisogna fare di più, che 
hanno bisogno di sentirsi sicuri 24 ore al giorno, che servono più punti
 luce. Perché una pattuglia che arriva da Fano non può farti stare 
tranquillo se sei, per esempio, a Pianello, che vigili urbani contati e 
dei quali si conoscono i turni non bastano. Specie quando non serve 
neppure non avere niente in casa, quando i furti “non si limitano” più 
alle ville isolate. Il prefetto, di recente, ha incontrato i sindaci 
della Comunità montana e ha parlato di una situazione che non si è 
aggravata, ma ha anche ricordato che è bene tutelarsi con semplici 
sistemi d’allarme o sbarre alle finestre. Ma per i cagliesi riuniti nel 
Comitato, questo non basta: servono più controlli. Anche da parte della 
gente, troppo spesso distratta, che non fa caso al furgone che da 
qualche giorno compie giri sospetti. Tra i partecipanti, anche il 
presidente della Comunità montana Massimo Ciabocchi, che ha parlato di 
un progetto di implementazione sia per quanto riguarda la 
videosorveglianza che per la polizia municipale: il problema restano i 
soldi, ha ricordato, sempre meno in un momento in cui le esigenze sono 
molteplici. Ma i progetti ci sono: prevedono più agenti, due nuove 
telecamere che dovrebbero controllare piazza Matteotti, una, sulla 
Flaminia, per rintracciare anche eventuali veicoli usati per delinquere 
(forse non intestati al ladro). Altre telecamere, poi, sarebbero da 
piazzare in punti strategici delle frazioni e degli altri comuni del 
comprensorio. 
Elisa Venturi
 
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