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venerdì 22 marzo 2013

L'ospedale di Cagli perde pezzi: tocca alla lungodegenza


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L'ospedale di Cagli perde pezzi: tocca alla lungodegenza

Il Pd provinciale si riunirà domani mattina. Il gruppo consiliare delle Marche si è visto oggi, aggiornando a lunedì la seduta e per domani è anche il faccia a faccia tra Almerino Mezzolani e il sindaco di Cagli Patrizio Catena, che ieri ha partecipato alla conferenza dei sindaci, tutti d'accordo nel contestare il comportamento dell'assessore regionale alla Sanità e la volontà di sacrificare gli ospedali dell'entroterra alla spending review.


"Solo una proposta elaborata dai nostri tecnici, che deve andare al confronto - secondo l'assessore regionale -, che è partita per i tavoli e che, per puro caso, ha incontrato per primo quello dei sindacati". Anche se, sollecitato, risponde che "i tempi saranno stretti, perché ci sono 188 milioni da recuperare entro la fine dell'anno o la nostra sanità regionale sarà commissariata".


Così, nella proposta da un paio di giorni nelle mani dei sindacati, si prevede che Cagli e Fossombrone, con un'altra decina di piccole strutture, diventeranno Case della salute. Niente di nuovo, se non fosse che in quest'ultima versione del progetto, Cagli e Fossombrone perdono anche la lungodegenza. In una logica (nazionale) che misura i posti letto sul totale degli abitanti, come se gli 80enni avessero la stessa probabilità di ricovero di una popolazione fatta di 20enni. Agli anziani con malattie croniche o destinate a peggiorare dovranno pensarci i medici di famiglia.


Nei presidi, infatti, restano le funzioni specialistiche e gli interventi programmati, oltre a un medico dalle 8 alle 20 e una guardia medica di notte.


Una doccia fredda, per il sindaco di Cagli Patrizio Catena. "Dopo le rassicurazioni di Mezzolani, Capalbo e Ciccarelli sul mantenimento di lungodegenza e post acuzie, speravamo di avere qualche posto letto per gli acuti. Invece neppure questo ci spetta più". Lasciandosi andare a uno sfogo: "La spending review non può tagliare tutti i servizi all'entroterra. Non si può fare bottino perché si rischia di andare a casa. Non si può togliere il diritto alla salute a chi si ostina a vivere nell'entroterra. Non dico che dovremmo essere premiati, ma neppure sempre la zona dove si può ridurre".


Assessore Mezzolani, ci trasferiremo tutti sulla costa? "Io mi auguro di no, ma prima di occuparmi di questo, devo pensare a salvare il nostro sistema sanitario. Ciascun territorio ha le sue ragioni, ma la spending review si deve fare".


Di revisione, in questi tagli destinati ad annientare, c'è poco. Non solo secondo chi vive nell'entroterra e sa che per raggiungere Cagli ci può volere oltre mezz'ora (in condizioni normali, di più con pioggia o neve). Perché a far storcere il naso è anche il modo: ancora una volta, le notizie sono passate dai sindacati alla stampa, senza passare per Partito e istituzioni locali.


Tanto che il consigliere regionale del Pd (ex sindaco di Cantiano ed ex presidente della comunità montana del Catria e Nerone) Gino Traversini si è autosospeso. "Non ho messo in discussione l'appartenenza al partito - ha detto -, ma mi sono autosospeso dal gruppo consiliare per due motivi: uno politico, l'altro di contenuto.


Un gruppo non può essere messo davanti a una decisione già presa, seppur ancora da discutere. Ogni proposta deve passare prima dal gruppo politico e uscire solo in un secondo momento: il rispetto dei ruoli e delle funzioni politiche è fondamentale".


Anche perché, se il voto e le istituzioni hanno ancora un senso, ciascuno degli eletti ha una manciata di elettori da rappresentare e ai quali rendere conto.


Per ora, la scelta di Traversini è un gesto senza conseguenze, ma reversibile soltanto se il gruppo riconosce la scorrettezza del gesto e avvia una discussione seria, con la consapevolezza che tagli sono necessari, ma che togliere all'entroterra il diritto alla salute è troppo. L'invito potrebbe essere a ravvedersi sul concetto di ospedali in territori marginali e di confine (sollevato in Regione proprio da Traversini), che permette a Pergola e Amandola di essere eccezione alla regola del Piano sanitario, ma escludendo tutti gli altri.


"C'è una ragione storica che spiega questa scelta - è la risposta di Mezzolani -. I piani precedenti hanno sempre tutelato questi ospedali (e quello di Novafeltria che ormai non è più nelle Marche): abbiamo solo mantenuto quel trend".


Sostiene che la volontà di costruire un nuovo ospedale tra Fano e Pesaro non c'entra nulla con le risorse ("qui si parla di investimenti, per i quali, comunque, i fondi non ci sono") che potrebbero essere invece utilizzate per l'esistente e liquida come una facile provocazione quella di ridurre i dirigenti anziché i posti letto: "Abbiamo già tagliato dove era possibile. Tanto che siamo l'unica regione, con la Lombardia, con una sanità ancora in piedi. Questo significa che azioni sono state fatte, nessuno ci ha regalato niente".


Ricordando che questa è la prima volta che al fondo sanitario si tolgono soldi, ricorda che "ci sono 310 posti letto da chiudere e 18 unità operative complesse, oltre a una drastica riduzione dei primari. Questo significa che non saranno penalizzati solo i piccoli ospedali, ma tutti gli ospedali".


In un sistema sanitario, quello dell'entroterra, che secondo Traversini, così viene smantellato. "Servono dei criteri - spiega - che vanno decisi insieme. Si gioca sulla pelle della gente se ci vogliono 45 minuti per arrivare all'ospedale". E un infarto stronca una vita in 5.


"Questa è una cosa intollerabile - aggiunge il sindaco -. A questo punto dobbiamo farci sentire in maniera pesante con iniziative pubbliche. Il benessere dei cittadini deve venire prima di tutto. Se un piano sanitario c'è, allora che usi per tutti le stesse regole: i posti letto per acuti sono stati concessi a zone con molte meno difficoltà di quante ne ha Cagli", tra l'altro ultima roccaforte prima dell'Umbria e del vicino e nuovo ospedale di Gubbio e Gualdo Tadino.


"Quello che sta girando in questi giorni è un provvedimento, ma se dovesse diventare delibera la impugneremo. La discussione doveva essere per gli acuti, invece ci troviamo a ragionare di lungodegenza: questo è un intollerabile passo indietro".



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