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Tagli 
alla sanità, Foschi e Baldelli (Pdl): "Spacca e la sua giunta si dimettano" 
"A casa Spacca e la sua giunta". Non usano mezzi termini Elisabetta Foschi, consigliere 
regionale Pdl, e Antonio 
Baldelli, capogruppo provinciale Pdl, che stamattina in 
conferenza stampa hanno chiesto pubblicamente le dimissioni del governatore Gian Mario 
Spacca.
Inaccettabile per i due esponenti politici le disposizioni del Piano sanitario regionale, che 
prevedono il ridimensionamento degli ospedali di 
Cagli e Fossombrone. Le strutture, assieme ad altre 11 nella nostra 
regione, dovrebbero essere convertite in case della salute, con un forte 
ridimensionamento dei posti letto, la probabile chiusura del punto di primo 
intervento e della lungodegenza. Il tutto permetterebbe all'ente un risparmio di 
188 milioni di euro. "I tagli sono difficili - ha detto pochi giorni fa 
l'assessore alla Sanità Almerino 
Mezzolani - ma ce li impone la spending review".
L'opposizione in consiglio provinciale e regionale alla riforma è forte, 
soprattutto perché la nostra provincia ne esce particolarmente penalizzata. Lo 
fa notare la Foschi, cifre alla mano: "A livello nazionale i posti letto per 
ogni mille abitanti sono diminuiti da 4 a 3,7. Quando il limite era ancora 4 il 
nostro territorio ne aveva 2,9 contro i 5,17 di Ancona, i 4,13 di Macerata e i 
4,07 del Piceno".
"Oggi che la percentuale è diminuita, a noi rimangono 2,69 posti letto ogni 
mille abitanti, mentre Ancona ne ha 4,68, Macerata 3,65 e il Piceno 3,73. 
Notiamo - continua il consigliere - una penalizzazione della nostra provincia, 
quando le strutture di Jesi, Ancona, Osimo, Senigallia e Fabriano vengono 
potenziate".
Anche Baldelli va giù duro: "Spacca ha detto che si dimetterà se la riforma 
non passa così come l'hanno scritta. Noi chiediamo che si dimettano se la 
riforma passerà, perché nega il diritto 
alla salute del nostro entroterra. Queste disposizioni 
contrastano con tutte le promesse fatte in passato".
Intanto ieri sera (mercoledì 28 marzo) a Cagli si è svolta un'assemblea 
infuocata organizzata dal Movimento civico per la difesa dell'ospedale. Nella 
seduta si è ribadita la richiesta di difendere l’esistente con i posti letto per 
la lungodegenza come a Sassocorvaro e di almeno un punto efficiente di pronto 
intervento.
A Fossombrone, invece, 
sabato mattina (30 marzo) si riunirà un consiglio comunale straordinario e 
monotematico per discutere la riconversione della struttura e decidere il da 
farsi.
Un'altra, forte voce di dissenso contro il ridimensionamento dei piccoli 
ospedali, arriva dai sindacati Cgil e Fp 
di Pesaro e Urbino, che scrivono in una nota: "Chiediamo alla 
Regione di riaprire un confronto a tutto campo per riqualificare il Servizio 
sanitario invece di affossarlo. La Cgil e la Fp Cgil di Pesaro Urbino ritengono 
i contenuti dei documenti relativi alla riconversione degli ospedali di polo e 
alla riduzione dei posti letto inaccettabile nei suoi contenuti e per gli 
effetti che esso produrrebbe".
"In primo luogo perché l’Area vasta di Pesaro Urbino aveva ed ha già un 
rapporto posti letto per abitante ampiamente rispondente ai parametri nazionali 
(2,95 posti letto per mille abitanti). Ai nostri occhi risulta particolarmente 
stridente prevedere un ulteriore taglio di 95 posti letto sull’Area Vasta 1, a 
fronte del dato oggettivo che l’Area è con quella di Fermo già ad oggi 
pienamente in linea nel rapporto posti letto/numero abitanti così come previsto 
dalla normativa nazionale in vigore. Pur condividendo l’obiettivo, più volte da 
noi manifestato, di una riconversione delle funzioni dei piccoli ospedali in 
direzione di una loro maggiore efficienza riteniamo che il progetto presentato 
dalla Regione sulle Case della Salute sia inadeguato ai bisogni e irrealistico 
nella sua applicazione".
"La sostanziale cancellazione dei posti letto e delle relative attività negli 
ospedali di Cagli e Fossombrone, solo parzialmente compensati da un incremento 
nell’ospedale di Urbino, unita alla cancellazione di altri 39 posti letto per 
acuti nell’ospedale Marche Nord, rischia di compromettere seriamente la sanità 
che conosciamo nel nostro territorio provinciale".
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venerdì 29 marzo 2013
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