Speciale funghi e tartufi. Diamoci alla macchia: nel bosco tra realtà e leggende
Autunno, tempo di fiere. Ma a un giro tra i banchi ne abbiamo preferito uno tra i boschi che su quei banchi portano frutti, a caccia di cercatori di funghi e tartufi. Li abbiamo aspettati e osservati, abbiamo sentito i loro racconti, quelli di gente tornata alla macchia e di quella che la macchia non l’ha mai abbandonata.Funghi a non finire, pochi e piccoli tartufi, in boschi invasi dai lupi. Quanto di questo è vero? Non molto, secondo le voci raccolte. I funghi ci sono stati. Tanti, anche in posti insoliti, spuntati in zone diverse che si sono mosse assieme alla pioggia. Questo ha portato più gente tra alberi e cespugli, a capo chino e col cestino al seguito. C’è più gente che in piazza, scherza qualcuno. Perché i funghi ci sono, anche sulla strada. E la ricerca riesce a dare qualche soddisfazione in più.
In tempi di “magra”, poi, i funghi sono un pasto gustoso. Anche se non senza rischi: bisogna conoscerli bene e anche i più buoni possono essere tossici in grandi quantità. Quindi, se un fungo sembra buono ma resta un piccolo dubbio, conviene buttarlo o farlo analizzare dall’esperto che si trova al distretto sanitario. Ma i frutti della crisi non sono solo nel cestino: una passeggiata nel bosco tiene lontano dalle tentazioni e aiuta a passare qualche ora tra cose belle, che non costano nulla. A costare, invece, sono i danni che l’auto lasciata in strada può subire: ripicche hanno fatto tornare a casa qualcuno con le gomme squarciate. Lacci e bocconi avvelenati gli altri nemici dai quali stare in guardia, usati da gente senza scrupoli per tenere lontani “dal proprio territorio” o per garantirsi prede facili, anche se in modo per niente lecito, oltre che scorretto e che può portare alla morte di cani, costosi e buoni amici per chi li alleva tutto l’anno.
Tanto che qualche tartufaio ha deciso di rimanere a casa, complici pure le prime uscite poco produttive. I tartufi, a sentire i cavatori, si trovano, ma le pezzature sono piccole. Non tanto a causa delle piogge scarse, quanto del vento, che ha asciugato troppo il terreno e mantenuto piccoli questi tartufi, abbastanza superficiali e cresciuti, come i funghi, in posti insoliti. Se continuerà a piovere, però, da metà novembre e per tutto dicembre, il raccolto potrebbe ancora essere buono.
Con tanta gente sui nostri boschi, aumenta anche chi giura di aver incontrato un lupo. Ma, a parte i racconti, di foto non ce ne sono, anche se i cellulari che le scattano sono diventati molto diffusi. Vicino a chi garantisce di non sbagliarsi, c’è chi parla di cani, magari lasciati liberi perché difficili da mantenere e sfamare. E, poi, si chiede: aumentano caprioli e cinghiali, sarebbe possibile se i lupi fossero davvero così tanti?
E così in basso, sempre più vicini a case e strade. Colpa dell’acqua, secondo gli esperti: sempre più scarsa in montagna, costringe gli animali a scendere per bere al fiume. E così, dietro gli erbivori, si abbassano pure lupi, volpi e cinghiali.
Elisa Venturi