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sabato 4 maggio 2013

Da Cagli a Lourdes a cavallo: nuova puntata

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Da Cagli a Lourdes a cavallo: nuova puntata

Ritorna l’appuntamento con Raffaele Pierotti e la cavalla Oana. I due sono partiti da Cagli diretti a Lourdes, Santiago de Compostela e Fatima. Un viaggio, a piedi e in sella, di circa 4.000 chilometri. www.pu24.it segue questo viaggio grazie ai racconti di Raffaele, ai suoi appunti quotidiani. Non sempre Raffaele può aggiornarci su come procede un impegno così difficile, ma quando riceviamo i suoi sms o le sue email proviamo una grande emozione. Ci auguriamo sii così anche per chi legge il racconto di una grande impresa, umana e di Fede.
“Lunedì mattina, finito il temporale, quando riparto mi accorgo di aver sbagliato incrocio il sabato prima. Credevo di essere un poco più su, ma aggirando il monte da una località diversa allungo solo di un paio di chilometri. L’errore mi porta a conoscere al bar ristorante Il Belvedere, al Passo dei Carpinelli, un signore sulla cinquantina. Quando gli dico che ho compiuto un errore topografico scopro che è stato istruttore di orientamento agli Alpini someggiati con i muli. A lui piace parlare di vecchi ricordi e del particolare affetto riservato a quei bravi animali; a me piace ascoltarlo. Con rammarico, evidenzia come tutto il materiale che si usava sia quasi tutto marcito nei magazzini di caserme mezzo abbandonate.
Il viaggio riprende per salire di quota attraverso una sterrata per poi scendere in una vallata lunga e verdeggiante, di un verde ancor più intenso sotto il grigio ancora autunnale del cielo. Poi Dedi, la titolare del Bar Funicolare di Fivizzano, proprietaria di una cavalla che lei ha salvato da puledra orfana, si entusiasma del mio pellegrinaggio e, senza che mi sia fatto pesare, mi trovo come in famiglia: in breve tempo, Dedi offre sostentamento e assistenza a me e al cavallo, a titolo completamente gratuito. Pieno di riconoscenza mi avvio verso Comano salendo nuovamente di quota e assistendo ad uno scenario di montagne da stupirmi ancora. Vedo anche la neve che è caduta nella notte, ne sento l’aria frizzante. Ma la vallata in cui scendo è sorprendentemente calda. E in maniera altrettanto sorprendente a Comano trovo decine di cavalli di allevatori, privati, amatori, istruttori. Nel Centro Equestre di una coppia di istruttori termina il mio viaggio. Cinzia e Marcello Ugoletti sono due persone affascinanti. In una vallata che a me sembra un piccolo paradiso di calore, una gemma infilata sotto montagne elevate e vigilata da una serie di guglie rocciose che si ergono a est e montagne tondeggianti e boscose nelle altre direzioni, vedo rivivere l’Alta Scuola di Equitazione. Un bel cavallo morello è condotto da Marcello attraverso l’uso delle due redini (da terra): tra tondino e sabbia i due mondi si incontrano. L’uso del mio cavallo in viaggio è diverso dal lavoro di Marcello. Sono due realtà che spesso non vengono condivise. Ho voglia di allontanarmi. Marcello mi chiama e mi offre tutta l’ospitalità. Così respiro la sua attività: portare in Italia e in paesi esteri la fusione tra musica, in una splendida collaborazione con Giovanni Lindo Ferretti, Alta Scuola e Figure d’Arte Circense Equestre. C’è qualcosa di più meraviglioso? Immaginate un’arena in sabbia avvolta da luci morbide, cavalli scintillanti, cavalieri splendidi che prendono vita dallo stesso movimento armonico dei cavalli e il sound di Ferretti che, simile a blues, ti penetra nella pelle e nel cuore. Sonorità profonde che infilano sentimenti di riflessione estatica in una visione d’insieme. Tutto lo spettacolo è un qualcosa di puro e di affinità reciproche. Non credo che ci sia un’altro animale dove l’uomo possa creare una simile complicità elegante e artistica. Se l’uomo di scuderia, Mauro, ha preso la decisione di lasciare Rieti con la sua cavalla tolfetana Gina per restare accanto a Marcello e Cinzia, è per vivere continuamente quelle sensazioni e assistere alla preparazione di soggetti splendidi nelle forme e nella presentazione.
Solo qualche giorno prima, venerdì, in una sosta a un bar lungo la strada per Giuncugnano potei ammirare tanta delicatezza e sensibilità negli occhi commossi di Niccolò quando mi strinse la mano per salutarmi per poi rincorrermi in auto e fare le foto a me e a Oana. Cosa vedono in questo viaggio che io non vedo?”.




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