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martedì 2 aprile 2013

Ospedale, "Ci siamo rivolti al Prefetto e pensiamo a una class action"

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Ospedale, "Ci siamo rivolti al Prefetto e pensiamo a una class action"

"Con l'approvazione della delibera del consiglio comunitario dello scorso 28 marzo, inoltrata immediatamente a tutti i livelli amministrativi, abbiamo messo un punto importante sulla questione sanità nel nostro territorio e non solo". È il presidente della Comunità montana Massimo Ciabocchi ha spiegare l'iniziativa degli amministratori locali, che non smettono di intraprendere azioni istituzionali pure se, finora, hanno ottenuto scarsi risultati.
Mentre la battaglia per la difesa dell'ospedale può contare su sempre più persone (una riunione è in programma per mercoledì alle 21.30 al caffè del teatro), con il documento approvato all'unanimità (che chiede le dimissioni della giunta Spacca se Cagli perde il presidio con funzioni ospedaliere e non di casa della salute), i sindaci della comunità montana del Catria e del Nerone hanno voluto ribadire il loro no al Piano sanitario che andrebbe a penalizzare i nosocomi dell'Area vasta pesarese e di quello di Cagli in particolare.

"Se Spacca non cambia idea e continua nella sua autoreferenzialità - detto Ciabocchi - sarà guerra aperta coi territori che si stanno preparando a iniziative eclatanti come la marcia su Ancona o manifestazioni di vario carattere".

"Credo che Spacca, per rispetto ai cittadini, debba venire a incontrare cittadini e amministratori sul territorio e spiegarci perché la distribuzione dei posti letto è così penalizzante per la nostra area e su quali basi numeriche questa distribuzione è stata fatta, lasciando il doppio dei posti, rispetto al Pesarese, per i cittadini della provincia di Ancona, che, ricordiamo, hanno già tantissimi ospedali e stanno potenziando la viabilità che collega Fabriano con Ancona, mentre la nostra viabilità, compresa la superstrada, è un colabrodo e talmente poco agevole (per esempio l'Apecchiese) da non permettere il raggiungimento di nosocomi come Urbino e Fano in tempi adeguati. Il diritto alla salute è sacrosanto e per questo credo che dovremo valutare anche l'ipotesi di una class action contro chi questo diritto lo toglie a chi vive nelle aree montane. Credo anche che sia giusto darci i numeri relativi ai costi dei vari ospedali marchigiani e vedere dove veramente, a parità di servizi erogati, sono gli sprechi.
Abbiamo anche, tramite il sindaco Catena, chiesto un intervento al Prefetto di Pesaro e Urbino che si era già reso disponibile durante l'ultimo incontro con gli amministratori in Comunità montana sei mesi fa. Abbiamo chiesto una presa di posizione forte da parte della Provincia stessa che anche se non ha competenze specifiche è un ente che deve stare vicino ai territori più deboli e battersi per la difesa dei diritti dei cittadini più deboli. Credo che sia ora che anche i parlamentari eletti in questa Provincia, di tutti gli schieramenti politici, prendano una posizione netta al fianco dei cittadini e amministratori locali contro questo piano che sancisce la divisione dei cittadini in privilegiati e di serie B, acuendo ancora di più lo scontro costa entroterra e i campanilismi tra territori limitrofi".
Un consiglio, il presidente Ciabocchi lo dà anche al suo partito. "Lo stesso Partito Democratico provinciale e regionale debbano caricarsi l'onere di risolvere questa situazione e prendere una netta posizione contro questo scempio forsennato che si vuole fare nelle aree interne. Come amministratore, stanco di dover subire insulti per gli errori della Regione o del Governo nazionale, ma in primis come cittadino sarò in prima linea insieme agli altri a difendere fino allo stremo delle forze quello che sento un diritto inalienabile e indiscutibile e quello che sento nello specifico per Cagli il mio ospedale nel quale sono nato e nel quale mi sono sempre curato".





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