ifg.uniurb.it/2013/04/04/ducato-online
Sanità: Urbino centro dell’area vasta 1. Ma l’elisoccorso atterra allo stadio
URBINO- Sul tetto dell’ospedale di Urbino c’è una pista di elisoccorso.
Nulla di strano, quando ci sono feriti e malati gravi non si può
sprecare nemmeno un secondo. Peccato però che in 14 anni su quella pista
non sia mai atterrato alcun elicottero. È rimasta lì, senza essere
utilizzata né ultimata. Gli elicotteri che arrivano a Urbino per le
emergenze atterrano nel vicino campo sportivo. E ora che il riordino
della Sanità fa del Santa Maria della misericordia il principale
riferimento dell’area vasta 1, una pista come questa diventerebbe ancora
più necessaria.
La costruzione dell’elisuperficie risale al 1990, quando sono
iniziati i lavori per l’ala nuova dell’ospedale, terminati nel 1999. Gli
ultimi reparti, come quello per la dialisi, sono stati aperti nel 2007.
L’unica parte rimasta incompiuta è proprio la pista.
Eppure di soldi ne sono stati spesi: ci sono due ascensori
barellabili che arrivano fino al tetto, le bande di sicurezza e un
pavimento progettato con la pendenza giusta per favorire l’atterraggio
ed evitare l’accumularsi dell’acqua piovana.
Basterebbe poco per metterla in funzione: tracciare la segnaletica
orizzontale e la lettera “H” per permettere al pilota di individuare
immediatamente l’area di decollo e di atterraggio, posizionare un
indicatore della zona di contatto e installare una serie di luci e fari
per rendere la pista visibile anche di notte.
Oggi, dopo anni di mancata manutenzione, il
pavimento è pieno di crepe, alcuni pannelli che rivestivano il bordo
sono stati portati via dal vento, i tombini sono intasati e parte della
superficie è allagata a causa dell’acqua che fuoriesce dai
condizionatori d’aria.
Nell’atrio, dove sono sistemati gli ascensori, i pannelli del
soffitto si sono staccati e il pavimento è pieno di sporcizia: in un
angolo è stato buttato un camice sporco, tutt’intorno cicche di
sigarette e bottiglie di plastica. Ma non solo. Pezzi di calcinaccio
sono caduti dai cornicioni e dai muri nei balconi dei piani inferiori e
nel cortile sottostante.
“La pista deve essere terminata, ma non è mai entrata in funzione
perché costava troppo pagare un personale disponibile 24 ore su 24. Per
l’atterraggio sulle elisuperfici serve una squadra specializzata. Così
si è preferito utilizzare il campo sportivo vicino all’ospedale”, dice
l’ingegnere dell’ospedale Rodolfo Cascioli.
Allo stadio comunale Montefeltro ogni giorno ci sono
persone che giocano partite e si allenano. Dal 2010 a oggi sono stati
effettuati 23 atterraggi d’emergenza, 9 solo nel 2012. “Non è mai
capitato che una partita venisse interrotta. Quando c’è un’emergenza il
custode sgombra il campo, poi arriva l’elicottero, fanno scendere il
paziente e lo caricano sull’ambulanza. Il tutto dura una trentina di
minuti”, racconta Piero Fraternale, funzionario Ufficio sport. “Il campo
un po’ si rovina ma nessuno si è mai lamentato. L’unica volta che
abbiamo avuto un po’ di problemi è stato quando nevicava e abbiamo
dovuto spalare la neve dal campo per far atterrare l’elicottero. Per il
resto non ci sono mai stati grandi disagi.”, continua Fraternale.
A questo si aggiunge la questione del riordino della sanità nelle Marche e della gestione delle emergenze. A causa della spending review, gli ospedali di Fossombrone, di Cagli e di Sassocorvaro saranno trasformati in “case della salute”.
In particolare a Cagli e Fossombrone i medici generali effettueranno
visite specialistiche, ma la struttura “non avrà funzioni di degenza e
non sarà presente il Punto di primo intervento”, si legge nel Piano di
riconversione dei piccoli ospedali della regione Marche.
La “casa della salute a valenza territoriale e di lungodegenza”, come
quella di Sassocorvaro, invece, manterrà il Punto di primo intervento.
Inoltre, i pazienti potranno essere ricoverati nella struttura.
“Presupposto fondamentale per il nuovo modello organizzativo è la
riorganizzazione del sistema di soccorso territoriale e dei trasporti
sanitari tra i nodi della rete, in una logica unitaria che garantisca
uniformità di accesso e di servizio su tutto il territorio regionale”, è
scritto nel rapporto. Non viene però specificato in che modo verrà
riorganizzato, né tanto meno si fa alcun riferimento ad un miglioramento
del sistema di elisoccorso che permetterebbe il trasporto dei malati in
tempi rapidi.
Intanto i cittadini iniziano a mobilitarsi contro la riorganizzazione
del sistema sanitario. Martedì in una assemblea pubblica a Fossombrone
il comitato “La salute ci riguarda” ha chiesto di
discutere il progetto insieme agli amministratori, ai sindacati e agli
operatori sociosanitari. Ma, sopratutto, domandano una distribuzione più equa
dei servizi sanitari nella provincia di Pesaro Urbino. “L’ospedale di
Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro hanno sempre avuto un il ruolo
importante per tutti noi”, dice Fernanda Marotti del comitato. “Per
questo abbiamo organizzato altre due assemblee pubbliche il 9 aprile a
Calcinelli e il 17 a Cagli”.
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venerdì 5 aprile 2013
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